In anatomia comparata, la b. di un organo è la parte con cui esso s’innesta su un altro organo o direttamente sul corpo.
B. del cranio La porzione del cranio situata inferiormente al piano trasversale passante per la glabella e per la protuberanza occipitale esterna: concorrono a formare la b. del cranio le parti orbitarie del frontale, la lamina cribrosa e l’apofisi crista galli dell’etmoide, lo sfenoide, il temporale, l’occipitale e parte del parietale; internamente, particolari rilievi ossei dividono la b. del cranio, dall’avanti all’indietro, in tre fosse: anteriore, media, posteriore.
B. del polmone La porzione inferiore del lobo inferiore del polmone.
In chimica inorganica, le b. sono gli idrossidi metallici, in grado di liberare ioni ossidrili in soluzione acquosa. Gli idrossidi a carattere più spiccatamente basico sono quelli alcalini, in particolare NaOH e KOH, notevolmente caustici. Meno solubili di questi e caratterizzati da dissociazione non completa sono gli idrossidi basici del secondo gruppo del sistema periodico come Mg (OH)2 e Ca (OH)2. Gli idrossidi di molti altri metalli (come, per es., quelli di alluminio e di zinco) presentano invece comportamento anfotero. Carattere basico hanno anche le soluzioni acquose di ammoniaca in acqua a causa della reazione di dissociazione:
Secondo le definizioni di J.N. Brönsted e di G.N. Lewis, la specie basica, nel caso degli idrossidi, è lo stesso ione OH–, in quanto capace di accettare un protone ( b. di Brönsted) e di mettere a disposizione un doppietto elettronico ( b. di Lewis). Danno luogo a ioni ossidrili e quindi mostrano comportamento basico anche alcuni sali come Na2CO3, NaCN. In questo caso la b. di Brönsted è rappresentata dall’anione del sale che, essendo la b. coniugata di un acido debole, è in grado di accettare uno o più protoni, per es., lo ione CO3= può dar luogo ai seguenti equilibri:
Le sostanze organiche a comportamento più spiccatamente basico sono generalmente composti contenenti azoto (ammine, b. di Schiff ecc.), ma esistono anche b. non azotate (fosfoniche, assoniche ecc.); si comportano da b. di Brönsted (o di Lewis). La forza di una b. è valutabile in funzione della sua costante di dissociazione, comunemente indicata con Kb.
Nell’indicazione del cambio la b. del cambio è la quantità fissa di valuta, che rimane sottintesa: valuta estera, se la piazza dà l’incerto, moneta nazionale se la piazza dà il certo (➔ cambio).
B. dell’imposta (o b. imponibile) Il valore espresso in moneta o altra grandezza, su cui si applica un’imposta. Nell’imposizione diretta, la b. imponibile può essere costituita dal reddito, al netto d’esenzioni e deduzioni; nell’imposizione indiretta, dal valore di mercato di un bene o servizio ovvero da misure fisiche dei beni tassati, come nelle imposte di fabbricazione.
Per l'insieme dei biglietti e monete a corso legale in circolazione e di tutte le attività che possono essere depositate dalle banche a riserva obbligatoria ➔ base monetaria.
Si definiscono prodotti di b. alcune materie prime di origine agricola o minerale, a largo mercato, suscettibili di essere accumulate in scorte, che sono oggetto di commercio internazionale, tra le quali oli vegetali, caffè, zucchero, cacao, cotone, juta, gomma, stagno, piombo, zinco e altri metalli. Per alcuni prodotti di b. sono stati conclusi, negli ultimi decenni, accordi multilaterali miranti a influire sull’offerta e sulla domanda per stabilizzare i prezzi.
In ottica, si chiama b. di una lente sottile la curvatura di una faccia della lente, nota la quale e assegnata la convergenza della lente, si determina la curvatura dell’altra faccia.
In linguistica storica, la b. apofonica è la parte di una parola (radice o suffisso) che presenti alternanza nel vocalismo (➔ apofonia). Nelle lingue indoeuropee le b. possono essere monosillabiche leggere o aniṭ (se formate con una vocale breve che al grado zero dell’apofonia scompare), pesanti o seṭ (se formate con una vocale lunga, che si alterna al grado zero con una scevà), o più raramente, bisillabiche. Più genericamente, s’intende per b. la forma linguistica all’origine di altra o altre che la continuano in fasi linguistiche successive.
In fonologia, la b. di comparazione è l’insieme dei coefficienti distintivi comuni a due o più fenomeni in correlazione.
Nella prima grammatica generativa (➔ generativismo), si chiama b. una delle due parti che costituiscono il componente sintattico (l’altra parte è il componente trasformazionale). La b. è a sua volta formata da due elementi: il componente categoriale e il lessico.
In algebra, la b. di una potenza ax, con x reale qualsiasi, è il numero a.
B. di un sistema di logaritmi è il numero positivo a, del quale tutti gli altri numeri positivi si vogliono esprimere come potenza (se ax=b, si dirà che x è il logaritmo di b in b. a; simbolo: loga b=x); la b. a è di solito il numero 10 o il numero e.
Con diverso significato, s’intende per b. di un dato insieme di elementi un gruppo di elementi dell’insieme dal quale tutti gli altri possono essere ricavati. Per es.: a) Due coniche f=0, g=0 formano una b. del fascio di coniche passanti per i punti a esse comuni: ogni conica del fascio si ottiene infatti come loro combinazione lineare λf + μg = 0. Analogamente, si parlerà di curve-b. di un fascio, di una rete ecc. I punti comuni a tutte le curve di un fascio si chiamano punti-b. del fascio stesso. b) Si dirà che gli elementi u1,..., un formano una b. di uno spazio vettoriale S definito sopra un campo K, quando ogni elemento a di S può essere espresso in uno e in un sol modo nella forma: a = α1u1+ ... + αnun, essendo gli α numeri di K. Il concetto si estende anche ad altre strutture algebriche.
In geometria elementare, la b. di un poligono, uno qualsiasi dei lati del poligono (b. di un triangolo, di un quadrato ecc.). Tuttavia, nel caso di un trapezio si assume di solito come b. uno dei due lati paralleli; in tal caso anche l’altro prende il nome di b. e i due si distinguono in b. inferiore e b. superiore, o b. minore e b. maggiore. Analogamente per un cono, piramide ecc. la b. è la conica (o, in particolare, il cerchio) o il poligono sul quale il solido s’immagina costruito; per un cilindro, un prisma ecc. si considera anche la b. superiore.