C. genetica Fenomeno che si verifica a ogni atto fecondativo, per cui lo zigote, riceve, dai nuclei dello spermatozoo e dell’uovo, un determinato corredo di geni, per lo più diverso da quello degli altri zigoti.
Leggi di c. Principi fondamentali che descrivono i rapporti in massa secondo cui avvengono, tranne alcune eccezioni, le c. degli elementi e dei composti: a) principio di conservazione della materia e degli elementi (o di Lavoisier): la massa di un composto chimico è uguale alla somma delle masse degli elementi che lo compongono e la massa di ogni elemento prima e dopo la combinazione è costante; b) legge delle proporzioni definite e costanti (o di Proust): il rapporto con cui due o più elementi si combinano per formare insieme un determinato composto è definito e costante; c) legge delle proporzioni multiple (o di Dalton): quando due elementi combinandosi possono dare origine a due o più composti diversi, le diverse quantità di uno degli elementi che si combinano con una medesima quantità dell’altro stanno fra loro in rapporti razionali e semplici; d) legge dei pesi di combinazione o degli equivalenti: compendia le due precedenti e afferma che per ogni sostanza si può stabilire un determinato valore numerico tale che le c. fra le sostanze avvengono secondo rapporti ponderali uguali ai rapporti fra questi numeri.
Metodo delle c. binarie Metodo di misurazione degli angoli in una stazione. Consiste nel misurare separatamente tutti gli angoli formati dalle visuali che congiungono la stazione con i punti da collimare presi a due a due in tutti i modi possibili. Si effettua così un numero di osservazioni maggiore di quelle strettamente necessarie, ma si ha il vantaggio di poter scrivere un certo numero di equazioni di condizione, e di procedere alla compensazione come per tutte le osservazioni indirette condizionate.
Dati n oggetti distinti, e fissato un numero intero k〈n, si dicono c. semplici degli n elementi k a k (o c. di classe k) i gruppi di k oggetti distinti che si possono estrarre dagli n dati, senza tener conto dell’ordine in cui gli elementi compaiono nel gruppo (due gruppi contenenti gli stessi elementi in ordine diverso sono da considerarsi come una stessa c.). Il numero delle c. di n elementi k a k si indica con Cn,k o, ancor più spesso, con
n
( k ), ed è uguale al coefficiente binomiale contraddistinto dallo stesso simbolo. Si ha pertanto: formula
Si considerano talvolta anche le c. con ripetizioni, quando si ammette che ogni elemento possa essere ripetuto in ciascun gruppo anche più di una volta. Il numero delle c. con ripetizioni di n elementi k a k è formula.
C. lineare In algebra, dati n elementi u1, ..., un una loro c. lineare a coefficienti in un corpo K è una qualsiasi espressione del tipo λ1u1+...+λnun, con λ1, .., λn appartenenti a K. Se u1, ..., un sono elementi di uno spazio vettoriale V (o di un’algebra) definito sopra K, la c. lineare dà luogo a un nuovo elemento di K. In questo caso gli elementi u1,...,un si diranno: a) linearmente indipendenti, se nessuna loro c. lineare a coefficienti non tutti nulli è lo zero di V; b) linearmente dipendenti nel caso contrario; c) costituenti una base di V se ogni altro elemento di V (oppure dell’algebra) può essere espresso in uno e in un sol modo come c. lineare di essi. Per es., un numero complesso a+i b è espresso in modo unico come c. lineare, con coefficienti a e b, dei due numeri 1 e i che costituiscono appunto una base per l’algebra dei numeri complessi.