ventricolo Cavità o concamerazione, talora in forma tubolare, nell’interno di un organo o di un apparato.
Sezione del tubo digerente corrispondente allo stomaco o a una sua parte: v., o abomaso, è la quarta cavità, ghiandolare, dello stomaco dei Ruminanti; v. succenturiato, la parte posteriore, muscolare, dello stomaco degli Uccelli; v. o v. chilifero, l’intestino medio degli Insetti, ghiandolare, dilatato, provvisto talvolta di diverticoli digitiformi, i ciechi gastrici o enterici. V. cerebrali Le 4 cavità dell’encefalo dei Vertebrati che sono derivate dalle originarie vescicole cerebrali e nelle quali circola il liquor cerebro-spinale. Il I e il II v., o v. laterali, che si originano dalla suddivisione della cavità impari del telencefalo dell’embrione, comunicano col III v. impari del diencefalo per mezzo dei forami di Monro. Il III v. (cavità del diencefalo) ha la forma di un imbuto; le sue due pareti laterali, verticali, sono formate dai talami ottici e nel tratto inferiore dal tuber cinereum dell’ipotalamo; per un breve tratto sono unite reciprocamente da una lamina di sostanza grigia (commessura grigia). Il IV v. si origina come v. del rombencefalo; nei Vertebrati inferiori si può distinguere in due porzioni: il metacele che si estende nel cervelletto e il miocele, che si continua posteriormente nel canale centrale del midollo spinale. Nei Vertebrati superiori uno stretto canale, l’acquedotto cerebrale o acquedotto di Silvio, fa comunicare il III con il IV v. attraverso il mesencefalo, ma nei più bassi Vertebrati tale canale si presenta espanso in un v. ottico o mesocele. La cavità del IV v. si continua nel canale ependimale del midollo spinale. Il tetto del III e del IV v. è formato da lamine riccamente vascolarizzate e plicate: esse costituiscono le tele o plessi coroidei le cui pieghe si approfondano nelle cavità ventricolari. V. laringeo (o del Morgagni) Porzione del vestibolo della laringe dei Mammiferi, detta anche fossa fusiforme, interposta fra le corde vocali vere e le corde vocali false. Assai limitato, il v. laringeo in alcune forme (scimmie urlatrici) può assumere un grande sviluppo come diverticolo sacciforme della laringe, che dà luogo a due grandi sacchi vocali funzionanti da risonatori.
La conformazione generale del sistema ventricolare cerebrale dell’uomo (v. fig.) ricalca quella dei Mammiferi superiori, la differenza più sostanziale essendo rappresentata dall’ampiezza dei v. laterali. Ciascun v. laterale ha una forma approssimativamente ellissoidale, nella quale si distinguono una porzione centrale (cella media) e tre prolungamenti che derivano il nome dai lobi cerebrali in cui si approfondano: il corno frontale, il corno temporale e il corno occipitale. La cella media corrisponde al corpo calloso e al nucleo caudato; il corno frontale si diparte dalla cella media a livello di un orifizio, il forame di Monro, che lo mette in comunicazione con il III v.; il corno temporale, o sfenoidale, è in rapporto con la coda del nucleo caudato e con il corno d’Ammone; il corno occipitale è la porzione del v. laterale che maggiormente si avvicina alla corteccia cerebrale: l’elemento più caratteristico della sua cavità è rappresentato da una sporgenza conoide, il calcar avis o sprone di Morand. Il III v. ha forma di imbuto notevolmente appiattito in senso trasversale, di modo che le due facce laterali, costituite dalla superficie mediale del talamo e dall’ipotalamo, sono molto ravvicinate; il margine inferiore, o pavimento, corrisponde alla porzione della superficie ventrale del cervello occupata dai corpi mammillari e dal tuber cinereum: la sua porzione più declive si continua con l’infundibolo del peduncolo dell’ipofisi; il margine superiore o volta, nella porzione posteriore presenta l’impianto del corpo pineale, in quella anteriore è costituito da un’esile lamina coroideo-epiteliale. Sulla faccia endoventricolare della tela coroidea è presente una formazione vascolare (plessi coroidei). Nella zona posteriore del v. si apre l’acquedotto di Silvio, un canale che attraversa il mesencefalo e stabilisce una comunicazione tra III e IV ventricolo. Dal punto di vista strutturale ha particolare importanza il pavimento (fossa romboidale), che contiene i centri di origine o terminazione di molteplici nervi cranici: nella porzione superiore, protuberanziale, la eminenza teres corrisponde all’origine del nervo oculomotore esterno, una piccola depressione corrisponde al nucleo motorio, o masticatorio, del trigemino, mentre il nucleo sensitivo principale dello stesso nervo è rappresentato dal locus caeruleus; nella porzione inferiore, bulbare l’ala bianca interna rappresenta il nucleo dell’ipoglosso, l’ala bianca esterna comprende i nuclei dei due rami cocleare e vestibolare, dell’acustico, l’ala cinerea i nuclei del glossofaringeo e del vago. Ventricoloatriostomia Intervento attuabile in caso di idrocefalo per derivare, mediante esili cateteri a flusso unidirezionale, il liquor da un v. cerebrale a un atrio cardiaco, di cui è sfruttata l’azione diastolica aspirante (detta anche derivazione ventricoloatriale). Ventricoloperitoneostomia Deviazione del liquor, attraverso un lungo capillare di plastica, da un v. cerebrale alla cavità peritoneale, per la cura dell’idrocefalo. È detta anche derivazione ventricoloperitoneale. Ventricolostomia Intervento palliativo praticato nel trattamento dell’idrocefalo; in rapporto al metodo impiegato, si distinguono: ventricolostomie dirette, consistenti nel mettere in comunicazione la cavità del III ventricolo con le cisterne (ventricolocisternostomia) oppure le cavità ventricolari tra loro, attraverso un foro praticato nel tessuto nervoso; ventricolostomie indirette, nelle quali la comunicazione di un ventricolo laterale con la più ampia delle cisterne aracnoidali (detta cisterna magna), situata sopra il IV ventricolo, è assicurata mediante un tubicino di gomma o di polietilene.
Per i v. cardiaci ➔ cuore. Ventricolografia Metodo selettivo di cardioangiografia che consente lo studio delle dimensioni e della forma di un v. cardiaco, dei relativi apparati valvolari e del setto interventricolare.