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silice

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silice Biossido di silicio, di formula SiO2. Allo stato libero o combinato è uno dei costituenti più abbondanti della crosta terrestre; può esistere in diverse forme cristalline, criptocristalline e amorfe.

fig.

In natura esistono tre principali fasi cristalline, con varie modificazioni: il quarzo α, stabile fino a 573 °C, e il quarzo β, stabile da 573 °C a 870 °C; la tridimite α, esistente fino a 117 °C ma instabile, la tridimite β1, esistente da 117 °C a 163 °C ma sempre instabile, la tridimite β2, esistente sopra 163 °C e stabile fra 870 °C e 1470 °C; la cristobalite α, instabile ma esistente fino a 250 °C, e la cristobalite β, esistente sopra i 250 °C e stabile fra 1470 °C e 1713 °C (v. fig.). La velocità di trasformazione di una forma stabile nell’altra è estremamente lenta e in alcuni casi la trasformazione è praticamente realizzabile soltanto in presenza di catalizzatori; così, la trasformazione quarzo α-tridimite α a 867 °C è possibile soltanto in presenza di tungstato di sodio. La velocità di trasformazione delle fasi metastabili è invece molto elevata e perciò il passaggio da una forma all’altra può essere considerato reversibile. Delle tre forme cristalline esistenti in natura, la più abbondante è il quarzo, reperibile anche nella forma microcristallina nota con il nome di calcedonio.

Oltre che in queste fasi cristalline, la s. può esistere in natura in altre fasi: la coesite, monoclina e pseudoesagonale, e la stishovite, tetragonale (entrambe queste fasi hanno origine in condizioni di alta temperatura e pressione); la melanoflogite, cubica, di bassa temperatura; la s. vetrosa (lechatelierite); la s. amorfa (opale).

Le proprietà chimiche della s., sia amorfa sia cristallina, sono simili; le eventuali differenze di comportamento sono di carattere cinetico; la s. è praticamente insolubile in acqua, è inattaccabile dagli acidi, con la sola eccezione dell’acido fluoridrico, che la trasforma in tetrafluoruro, SiF4, volatile. Per riscaldamento con tricloruro di fosforo si forma il tetracloruro di silicio, SiCl4, volatile e per riscaldamento con zolfo si forma il solfuro SiS2. Ad alta temperatura il magnesio e l’alluminio riducono la s. a silicio metallico. Le soluzioni alcaline o di carbonati alcalini, a caldo, attaccano con facilità il gel di s. trasformandolo in silicati alcalini solubili; l’attacco è molto più lento con la s. vetrosa e ancora più lento con il quarzo.

Gel di s. S. colloidale polimerizzata e parzialmente disidratata; si presenta in granuli translucidi, duri, di elevata superficie specifica (350-800 m2/g), con grande volume di pori (0,4-1 cm3/g). Si prepara per coagulazione della s. idrata, ottenuta acidificando una soluzione di silicato di sodio o di un estere dell’acido silicico; il gel coagulato viene poi lavato e disidratato. Il gel di s. viene impiegato come adsorbente per disidratare gas e liquidi, per separare selettivamente alcol e idrocarburi (l’affinità di adsorbimento decresce passando dagli alcol agli idrocarburi aromatici, alle diolefine, alle olefine, alle paraffine e agli idrocarburi naftenici), per concentrare e separare antibiotici e vitamine e per frazionare steroidi; è anche usato come fase stazionaria in cromatografia e come catalizzatore e supporto di catalizzatori. Silicizzazione In botanica, impregnazione con s. delle membrane delle cellule epidermiche. È frequente negli Equiseti, nelle Poacee, nelle Ciperacee e in varie Palme. Tali epidermidi, specie da secche, sono aspre al tatto e perciò si usavano le foglie o i fusti di alcune delle piante citate per pulire superfici metalliche o vetrose. Tipica è anche la silicizzazione di parte delle membrane delle Diatomee.

In petrografia, impregnazione o epigenesi da parte della s. (quarzo, calcedonio, opale) di una roccia preesistente. Questo processo porta nei sedimenti, durante la diagenesi, alla sostituzione dei cementi calcitici con cementi quarzosi; ne deriva la formazione di una struttura a mosaico.

Trattamento termico di indurimento superficiale degli acciai, specie a basso tenore di carbonio, che vengono riscaldati a circa 950 °C insieme a carburo di silicio o a ferro-silicio in atmosfera di cloro; in queste condizioni si forma tetracloruro di silicio, che, a contatto della superficie del pezzo da trattare, si decompone depositando silicio e liberando cloro; quest’ultimo, reagendo con il carburo di silicio, dà altro tetracloruro, che torna a decomporsi nel modo detto. Si forma uno strato superficiale, di notevole durezza, particolarmente resistente all’usura e alla corrosione, contenente fino al 14% circa di silicio. Silicofilia Tendenza di organismi, specialmente vegetali, a vivere in ambienti particolarmente ricchi di s. (contrapposta a silicofugia). Se la s. è richiesta in concentrazioni molto elevate dalla pianta, si ha la silicotrofia, che è propria anche di organismi animali acquatici con scheletro siliceo, come Radiolari e Silicosponge.

Silicosi Pneumoconiosi provocata dall’inalazione di s., che colpisce minatori, cavatori, lavoratori delle industrie dei refrattari, della ceramica, del vetro. È caratterizzata da bronchite cronica e insufficienza respiratoria, dovuta alla graduale sostituzione del parenchima polmonare con tessuto fibroso. Non rare, nelle forme inveterate, sono le complicazioni infettive (specie di natura tubercolotica: silicotubercolosi) e quelle circolatorie (cuore polmonare cronico).

Nodulo silicotico Lesione anatomopatologica elementare della pneumoconiosi; è rappresentato da un granuloma costituito da macrofagi che hanno inglobato particelle di silice, da fibre reticolari e collageni ecc.

Vedi anche
quarzo Minerale fra i più diffusi e importanti, costituito da biossido di silicio, SiO2, trigonale. Caratteristiche I cristalli, che hanno habitus tipicamente prismatico e più raramente bipiramidale, si rinvengono isolati o in druse e geoidi, oppure in aggregati fibrosi o granulari. Il q. ha una densità di ... silicati Gruppo di minerali, alcuni dei quali componenti essenziali delle rocce eruttive (costituiscono circa il 90% della crosta terrestre). Nella composizione chimica dei s. sono sempre presenti il silicio e l’ossigeno, associati ad altri elementi quali alluminio, ferro, manganese, magnesio, calcio. L’origine ... Radiolari Protozoi marini e planctonici. Nella classificazione dei Protozoi successiva ai lavori di revisione della metà degli anni 1980 i R. sono stati elevati al rango di classe di Attinopodi e suddivisi nelle sottoclassi Polycystinea e Phaeodarea. I Polycystinea sono una componente importante del plancton di ... cristobalite Minerale, di colore bianco latteo, con splendore vitreo, traslucido. È una modificazione monometrica del diossido di silicio, SiO2, stabile tra 1470 e 1710 °C. Molto raro, si trova sotto forma di ottaedri a facce talvolta curve, insieme a tridimite, in blocchi di andesite augitica nel Monte San Cristóbal ...
Categorie
  • PETROGRAFIA in Geologia
  • PATOLOGIA in Medicina
  • CHIMICA INDUSTRIALE in Chimica
Tag
  • CARBURO DI SILICIO
  • ACIDO FLUORIDRICO
  • CROSTA TERRESTRE
  • FIBRE RETICOLARI
  • PNEUMOCONIOSI
Altri risultati per silice
  • silice
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    sìlice [Der. del lat. silex -icis "pietra dura"] [GFS] Diossido di silicio, SiO₂; è uno dei più abbondanti costituenti della crosta terrestre, come minerale in varie forme cristalline stabili (della quale la più comune è il quarzo), criptocristalline (calcedonio, diaspro, ecc.) e amorfe (per es., opale). ...
Vocabolario
sìlice
silice sìlice s. f. [dal lat. silex silĭcis «pietra dura»; v. selce]. – Composto chimico, diossido di silicio (SiO2), esistente come polimero; è, allo stato libero o combinato, uno dei più abbondanti costituenti della crosta terrestre,...
silicato
silicato s. m. [der. di silice, silicio]. – 1. Denominazione generica di un gruppo di minerali molto comuni ed estremamente diffusi come costituenti della maggior parte delle rocce della superficie terrestre, di origine generalm. magmatica,...
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