Nome generico di qualsiasi recipiente o cavità (anche naturale) destinati a contenere acqua o altri liquidi, e in taluni casi gas o anche materiali incoerenti.
Nel linguaggio medico e sanitario, s. biologico (o s. di virus), gli animali nei quali vivono, o come parassiti patogeni o come saprofiti (cioè senza determinare fenomeni morbosi), agenti patogeni per l’uomo o per animali di altre specie.
Sono impiegati negli impianti di approvvigionamento e di distribuzione con funzione di compenso, per sopperire alle variazioni di richiesta della rete, oppure di riserva quando venga interrotto l’afflusso dell’acqua dalle condotte adduttrici di alimentazione. Sono costruiti in ferro, in muratura o in cemento armato; possono essere aperti, interrati o pensili. I s. aperti, disposti con il fondo alla quota del terreno o leggermente più bassa, sono formati da più di una vasca per poter procedere alla pulizia interna senza interrompere il servizio; le pareti sono di muratura o, più comunemente, di cemento armato. Più usati, perché meno costosi e perché offrono un miglior isolamento termico, i s. interrati: sono a forma parallelepipeda o a pianta circolare o anulare; le pareti sono generalmente di grosso spessore, di calcestruzzo, e la copertura è a volta, o con soletta piana, di cemento armato, ricoperta da uno strato di terra che funziona da isolante; le bocche a di immissione dell’acqua e quelle di presa b sono disposte in modo da favorire una buona circolazione dell’acqua (fig. 1), le pareti sono raccordate con il fondo e tra di loro, in modo da favorire la pulizia; il fondo è sistemato con pendenze tali da raccogliere le acque verso gli scarichi c per lo svuotamento; l’ingresso dell’acqua e gli scarichi sono comandati da saracinesche disposte in apposita camera di manovra d; le camere sono aerate con camini appositi e. Molto usati i s. pensili per capacità modeste e quando sia necessario, per la distribuzione a gravità, avere a disposizione acqua a quota maggiore di quella del terreno: sono generalmente a forma di camera cilindrica, ma anche sferica, o a goccia, di lamiera d’acciaio o, più spesso, di cemento armato semplice o precompresso, sistemata a volte su un sostegno anulare continuo di muratura o di cemento armato, ma comunemente su pilastri disposti a corona rinforzata da travi ad anello a varie quote. Un altro tipo di s. molto utilizzato è il s. autoclave: recipiente, generalmente di lamiera zincata, a chiusura ermetica, alimentato da pompe le quali vi immettono acqua in pressione, destinato ad alimentare reti di distribuzione di acqua (come quelle di edifici di abitazione, in sostituzione dei cassoni a gravità). Tali s. devono essere provvisti di un dispositivo che mantenga il livello fra due valori massimo e minimo corrispondenti rispettivamente alle pressioni massima e minima consentite dalle caratteristiche dell’impianto. Altri tipi particolari di s. sono i s. cisterna, anch’essi usati per riserva d’acqua, i quali raccolgono l’acqua piovana destinata al consumo di grossi fabbricati isolati o di piccoli aggregati rurali, muniti di pompa per attingimento, pozzetto di aspirazione e filtro di depurazione. I s. per impianti idroelettrici sono quelli per l’immagazzinamento giornaliero, settimanale o stagionale di acqua destinata all’irrigazione o come generatrice di forza motrice.
Sono destinati a contenere idrocarburi (petrolio greggio, prodotti petroliferi liquidi o gassosi, gas naturale) sia nelle località di produzione, sia in quelle di distribuzione, sia in raffineria e in tutte le altre fasi od operazioni legate all’industria del petrolio. Trattandosi di fluidi più o meno infiammabili, i criteri di progetto e di costruzione, di ubicazione e di distanziamento dei s. tra loro e da altre opere o manufatti, e in specie da agglomerati urbani e da linee di comunicazione, debbono corrispondere a severe norme di sicurezza, essenzialmente allo scopo di prevenire lo sviluppo e la propagazione degli incendi o il verificarsi di esplosioni. Questi s. possono essere interrati o costruiti fuori terra su speciali fondazioni e disposti entro bacini aventi lo scopo di raccogliere il liquido in caso di rottura del s. o delle tubazioni, impedendogli di riversarsi nelle zone dei s. contigui. Sono per lo più costruiti in lamiera d’acciaio a elementi saldati con adatti rivestimenti interni a scopo di impermeabilizzazione. Frequente è anche l’impiego del cemento armato, e in particolare di quello precompresso, specie per i tipi interrati. Hanno forme diverse, anche in relazione alla natura del contenuto, sia cilindriche (fig. 2), sia cilindriche con estremità a calotta sferica (detti a sigaro), sia sferiche (fig. 3), sia ortosferoidali ecc. Quelli destinati a contenere prodotti liquidi volatili sono generalmente del tipo a tetto galleggiante, hanno forma cilindrica e sono dotati di una copertura galleggiante sul liquido contenuto; la tenuta fra copertura e mantello del s. è realizzata in genere tramite una guarnizione strisciante mantenuta aderente per mezzo di adatti contrappesi. I s. a tetto galleggiante presentano, nei confronti di quelli a tetto fisso, l’importante vantaggio che dentro al s. non si creano spazi nocivi di evaporazione durante le operazioni di riempimento o di prelievo.
Negli autoveicoli, il s. del carburante, di norma metallico, è di solito situato posteriormente, di lato o, talvolta, in basso; normalmente si trova più in basso della pompa di iniezione o del carburatore, è servito da una pompa di alimentazione ed è provvisto di dispositivi segnalatori del livello del carburante.
Negli aeromobili, dove il volume di carburante necessario è molto elevato, si adottano generalmente s. deformabili, costruiti sostanzialmente a forma di sacco impermeabile per facilitarne l’installazione entro appositi scompartimenti alari o di fusoliera; nei velivoli militari, in particolare, si adottano s. protetti, rivestiti mediante speciale spugna di gomma compressa (autostagnante dopo perforazione di pallottola o scheggia).