Disciplina che studia la teoria e i metodi della ricerca, descrizione e classificazione dei libri allo scopo di produrre repertori atti ad agevolare il lavoro intellettuale. Il termine indica altresì l’elenco dei testi scritti intorno a un determinato argomento, in cui l’autore di un lavoro saggistico cita le fonti e gli studi da lui utilizzati o segnala al lettore opere utili per l’ampliamento della discussione.
In origine b. designava l’attività dello scrittore e del copista, mentre i repertori bibliografici si chiamavano Bibliotheca, Catalogus, Repertorium, Inventarium. Nel 1633 G. Naudé, bibliotecario del cardinale Mazzarino, nella sua Bibliographia politica usò per la prima volta il termine b. nel senso di descrizione di libri.
L’idea di informare sulla produzione intellettuale in forma scritta risale già al tempo dei manoscritti: i Quadri (Πίνακες) di Callimaco (3° sec. a.C.) descrivevano, classificandole, le opere degli scrittori greci possedute dalla biblioteca di Alessandria; nel 2° sec. d.C. il medico greco Galeno nel suo De suis ipsius libris liber compilò la prima b. individuale e nel 7° sec. Beda il Venerabile aggiunge l’elenco dei suoi scritti (Notitia de se ipso et de libris suis) nella Historia ecclesiastica. In tutto il Medioevo, i vasti dizionari biografici che narrano la vita delle grandi personalità comprendono indici dei loro scritti. I manoscritti, tuttavia, non offrono sicuri elementi di identificazione poiché autore e titolo variano da un esemplare all’altro a seconda dell’amanuense; solo l’invenzione della stampa garantisce uniformità agli esemplari della stessa edizione.
- La prima b. a stampa è l’opera di Giovanni Tritemio Liber de scriptoribus ecclesiasticis, b. di scrittori ecclesiastici stampata a Basilea nel 1494. Quando il libro diviene un oggetto di commercio sempre più diffuso sorge la necessità di portare a conoscenza di potenziali lettori la notizia dell’edizione e contemporaneamente si afferma l’uso del frontespizio con autore, titolo e anno di stampa. Appaiono i primi cataloghi commerciali come quelli di A. Manuzio a Venezia (1503) o della Fiera di Francoforte (1564) e della Fiera di Lipsia (1594), nonché i Messkataloge considerati l’inizio della b. nazionale tedesca. La Bibliotheca Universalis di K. von Gesner (1545) è la prima b. generale universale; la prima italiana è la Libraria di A.F. Doni (1550).
- In seguito alla guerra dei Trent’anni, i Paesi Bassi conoscono un grande sviluppo con le famose e attivissime tipografie degli Elzevier e dei Plantin Moretus. Anche la Spagna all’apogeo della sua potenza produce nel Seicento una sistemazione della sua produzione libraria (Bibliotheca Hispana Nova, 1672 e Hispana Vetus, 1696, a opera di Nicolas Antonio). In Francia compaiono i primi repertori chiamati b.: oltre al citato Naudé, la Bibliographia Gallica Universalis (1645-54) e la Bibliographia Parisina (1645-50) del padre L.-J. de Saint-Charles. Alla seconda metà del Seicento risale l’inizio dei periodici letterari e scientifici con intenti bibliografici: Journal des savants (Parigi 1665), Philosophical transactions (Londra 1666), Acta eruditorum (Lipsia 1682), Giornale de’ letterati (Roma 1668).
Lo spirito razionalistico dell’Illuminismo stimola nel Settecento la produzione di repertori internazionali come strumenti di un sapere che vuole travalicare le frontiere, e anche la stampa dei cataloghi di importanti biblioteche a Leida, Parigi, Roma, Firenze e Venezia risponde al bisogno di diffondere oltre i confini la conoscenza dei testi. Le Bibliothèques del fisiologo svizzero A. von Haller (Bibliotheca botanica, Bibliotheca chirurgica, Bibliotheca anatomica, Bibliotheca medicinae practicae) scritte fra il 1771 e il 1778 sono il punto più alto delle b. universali specializzate compilate da sapienti eruditi; dopo Haller non sarà più possibile per un solo individuo dominare l’intera produzione scientifica. La diffusione della bibliofilia favorita nel periodo del barocco dal collezionismo dei principi impone la messa a punto di tecniche di descrizione bibliografica per l’individuazione precisa dei testi, soprattutto degli incunaboli; nasce quindi la prima b. per bibliofili, la Bibliographie instructive (Parigi 1763-82).
Nel 1789, con la confisca del patrimonio degli ordini religiosi, delle corporazioni universitarie e dei fuorusciti, lo Stato acquisisce una enorme massa di libri, manoscritti e a stampa; la necessità di riordinare questo patrimonio spinge ad approfondire le problematiche connesse alla descrizione e catalogazione: di qui i primi trattati teorici come il Traité elementaire de bibliographie (1797) del libraio Boulard. Libraio e bibliofilo è anche J.-C. Brunet, autore della più importante b. internazionale dell’Ottocento, Manuel du libraire et de l’amateur de livres (Parigi 1810, ed. anastatica 1965). Le opere dello storico T. Graesse (Trésor de livres rares et precieux, Dresda 1859) e di F.A. Ebert (Allgemeines bibliographisches Lexicon, Lipsia 1821) sono fondamentali per la ricostruzione di tutta la produzione libraria dal 1450 alla prima metà dell’Ottocento.
Il nazionalismo e lo storicismo richiedono la ricostruzione del passato culturale di una nazione, ma anche la conoscenza della produzione corrente nazionale; si creano così le condizioni per un’organizzazione duratura delle b. nazionali. Si afferma la classificazione bibliografica in funzione dell’ordinamento dei contenuti e si intensifica l’attività teorica e storica, in Germania (J. Petzholdt, G. Schneider), in Francia (L. Delisle), in Inghilterra (J. Duff Brown), negli Stati Uniti (M. Dewey, C.-A. Cutter), in Italia (G. Fumagalli).
A partire dagli anni 1970 la disponibilità delle nuove tecnologie informatiche ha impresso alla b. e ancor più alla documentazione una forte accelerazione con l’uso degli elaboratori, dei vari metodi di fotoriproduzione e delle memorie ottiche. La rivoluzione tecnologica e il moltiplicarsi delle b. in una infinita varietà di forme e di metodi di compilazione ha fatto sentire la necessità del coordinamento delle attività e dei mezzi bibliografici, che viene perseguito attraverso la redazione di norme generali di catalogazione, l’unificazione dei vari cataloghi, riviste specializzate, istituti e centri nazionali di b.; in campo internazionale agiscono comitati di studio per l’unificazione delle regole e dei sistemi bibliografici, specie a opera dell’UNESCO, della Federazione Internazionale delle Associazioni di Bibliotecari (IFLA-FIAB), della Federazione Internazionale della Documentazione (FID) che dal 1937 ha sostituito l’Institut International de Bibliographie fondato nel 1895.
Le b. correnti di periodici, comprese le b. con abstracts (brevissimi resoconti degli articoli di periodici), sono indispensabili basi di dati per l’informazione scientifico-tecnica più aggiornata, consultabili in linea. Sempre in linea è possibile consultare i cataloghi messi a punto dai grandi circuiti di biblioteche come la Library of Congress e biblioteche collegate tramite la più estesa rete statunitense, l’OCLC (On-line Computer Library Center), o le b. nazionali. Per rendere possibile la comunicazione a livello sovranazionale di questa enorme quantità di dati, l’IFLA ha elaborato per la descrizione bibliografica, norme internazionali denominate ISBD (International Standard Bibliographic Description).
La conoscenza delle opere pubblicate a partire dalle origini della stampa si fonda sull’Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d’Italia (6 vol., 1943-81) e su Le edizioni italiane del 16° secolo (1986); per il periodo 1465-1700 sui cataloghi a stampa del British Museum (Londra), di biblioteche nordamericane e francesi; per il 1835-46 sulla Bibliografia italiana di A.F. Stella, continuata per gli anni 1847-99 da A. Pagliaini con il Catalogo generale della libreria italiana; per tutto il secolo su CLIO, Catalogo dei Libri Italiani dell’Ottocento (1801-1900); per il 1886-1957 sul Catalogo Cumulativo del Bollettino delle Pubblicazioni Italiane (CUBI), continuato dalla Bibliografia Nazionale Italiana (BNI) prodotta dalla biblioteca nazionale di Firenze e dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico. Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) collega in un catalogo nazionale in linea le biblioteche italiane rendendo possibile in ogni località accedere alla descrizione e reperire parte importante del patrimonio bibliografico. Ai fini commerciali l’annuale Catalogo dei libri in commercio elenca le pubblicazioni al momento disponibili sul mercato (ugualmente il Catalogo dei periodici italiani). Alcune riviste si propongono una informazione sistematica sulla produzione editoriale italiana, come Il giornale della libreria, rivista bibliografica e d’informazione dell’editoria italiana, organo dell’Associazione Italiana Editori (dal 1888).