Nome umanistico dell'erudito e teologo Johannes von Heidenberg (Trittenheim, Treviri, 1462 - Würzburg 1516). Studiò a Treviri, Colonia e Heidelberg, e fu allievo di Reuchlin e Wimpfeling; benedettino a Sponheim (1482), ne fu abate (1483) e vi raccolse una grande biblioteca presto famosa (passata nel 1623 alla Biblioteca Vaticana); divenne poi abate del monastero di S. Giacomo a Würzburg. Poligrafo, fu a contatto con i maggiori umanisti, stimato non solo per la sua cultura letteraria, ma anche per i suoi scritti di demonologia (Antipalus maleficiarum, contro le streghe) e di "scienze curiose"; teorico e difensore della magia naturale, si occupò anche del problema delle scritture simboliche e segrete (Steganographia sive de ratione occulte scribendi; Polygraphiae libri VI ad Maximilianum Caes. cum clave seu enucleatorio, in quibus plures scribendi modos aperit: composte rispettivamente nel 1500 e nel 1507), studiando non solo i varî modi di comunicazione attraverso segni, ma anche forme di comunicazione "meravigliose" del pensiero, fenomeno che rientra in quella serie di operazioni di cui è capace il mago, cioè chi conosce i segreti della natura. Importanti sono le sue opere storiche (Catalogus scriptorum ecclesiasticorum, De viris illustribus Germaniae, Chronicon ducum Bavariae, ecc.).