Strumento a percussione costituito da una cassa di risonanza, solitamente in rame, chiusa da una membrana che viene percossa da mazzuoli a testa sferica in feltro, cuoio, sughero o altro materiale. I suoni prodotti sono ad altezza determinata, di estensione però sempre limitata a un ambito medio-grave.
Nei Vertebrati Tetrapodi, la membrana che trasmette le vibrazioni sonore alle ossa dell’orecchio medio. Negli Anfibi Anuri e in molti Rettili il t. rimane superficiale, mentre negli altri Rettili, negli Uccelli e nei Mammiferi è situato al fondo del meato uditivo esterno. Tra la membrana del t. (che negli Anfibi Anuri è tenuta tesa da un anello timpanico cartilagineo e nei Sauropsidi si distende tra l’osso squamoso, il basisfenoide e l’esoccipitale) e l’orecchio interno, si trova la catena degli ossicini dell’udito.
Negli Insetti provvisti di apparati stridulanti la membrana del t. fa parte dell’organo timpanale (o timpanico), l’organo di senso acustico, in cui speciali sensilli acustici, detti scolopofori o scolopidi, sono associati al t., teso fra l’aria esterna e l’aria contenuta nei sacchi tracheali. Gli organi timpanali, che possono localizzarsi al fondo di una cavità timpanica, si trovano ai lati del meso- o del metatorace, nei primi segmenti addominali, alla base delle ali anteriori oppure nelle tibie del I paio di zampe.
Negli Uccelli, il t. si trova nella siringe (del tipo broncotracheale) ed è una camera di risonanza derivata dagli anelli posteriori tracheali modificati.
Per la sua somiglianza con lo strumento musicale si chiamano t. l’orecchio medio nel suo complesso o la sola membrana che ne costituisce la parete esterna (membrana del t. o miringe). La cassa del t. è la cavità dell’osso temporale che accoglie la catena degli ossicini (martello, incudine, staffa), i muscoli relativi e un nervo (la corda del t.): comunica mediante la tromba di Eustachio con la faringe e corrisponde attraverso la membrana del t. all’orecchio esterno. Antro timpanico è la cavità che mette in comunicazione la cassa del t. con le cellule mastoidee; il canale timpanico è il canalino osseo, scavato nella rocca petrosa del temporale, che si apre nella cassa del t.: è percorso dal nervo di Jacobson. Osso timpanico è la porzione dell’osso temporale, a forma di cilindro cavo, incompleto superiormente, che costituisce le pareti anteriore, inferiore e posteriore del condotto uditivo esterno e dà impianto alla membrana del timpano. I legamenti timpano-malleolari sono i due sottili cordoncini fibrosi che uniscono la membrana del t. all’osso timpanico.
La perforazione del t., che può essere conseguenza di colpi violenti, repentini aumenti di pressione sull’orecchio (esplosioni, tuffi, immersioni), gravi infezioni all’orecchio medio ecc., si manifesta con dolore improvviso, fuoriuscita di sangue o scolo di secrezioni dall’orecchio, riduzione dell’udito.
È detta t. blu una condizione morbosa caratterizzata dall’aspetto bluastro della membrana del t., dovuto alla trasparenza di una raccolta ematica (emotimpano) o alla sporgenza, nella cassa del t., del bulbo della giugulare. Timpanosclerosi Processo sclerotico della membrana del t. e della mucosa di rivestimento della cassa timpanica, generalmente conseguente a fenomeni flogistici acuti o cronici e causa di sordità e di acufeni. Nella timpanolabirintosclerosi è coinvolto anche il labirinto membranoso.
La timpanoplastica è l’intervento di ricostruzione della membrana del timpano. Include una serie di atti chirurgici le cui indicazioni riguardano sia l’otite cronica sia malformazioni o sequele traumatiche dell’orecchio medio e, quindi, dell’apparato timpano-ossiculare. Lo scopo è quello di trattare la lesione e di restaurare il t. e la catena ossiculare. Un punto fondamentale della restaurazione della funzione dell’orecchio medio è la conservazione della parete posteriore del condotto uditivo osseo, che viene solitamente rispettata con esclusione di alcune forme di otite colesteatomatosa, in cui viene abbattuta per il controllo completo della lesione.
La superficie racchiusa entro la cornice del frontone. Sebbene il termine t. sia spesso usato in luogo di frontone, quest’ultimo, costituito dalla struttura triangolare delimitata dagli spioventi del tetto e dalla sottostante trabeazione, costituisce il complesso strutturale definito nell’architettura classica soprattutto templare, mentre il t. ne indica lo spazio interno, eventualmente con la relativa decorazione. L’architettura romana ne diede forme libere e varie, lontane dalla sua originaria conformazione strutturale (frontoni curvi, con cornice terminale ad andamento curvilineo; frontoni spezzati, con cornice arretrata o mancante nella parte centrale; uso di t. sovrastanti le finestre). Il Rinascimento riprese l’uso del t., come degli altri elementi dell’architettura classica, in soluzioni varie e originali quale motivo di plastica architettonica successivamente elaborato (v. fig.), soprattutto nei sec. 17° e 18°.
Nei ponti ad arco, struttura che sormonta l’estradosso dell’arco su ognuna delle due fronti del ponte, fino all’imposta dell’impalcato. Può essere costituito da una parete in muratura continua (ponti a t. pieno) oppure forata con cavità cilindriche (occhi da ponte), passanti da una fronte all’altra, o addirittura sostituito da una serie di piedritti collegati da travi orizzontali.