In geomorfologia, s. glaciale, torrente alimentato dalle acque di fusione di un ghiacciaio.
Manufatto, canale, condotto di scarico usato negli impianti in genere per allontanare acqua in eccesso. Lo s. detto anche paraporto è un manufatto in muratura, posto in corrispondenza dell’opera di presa di un canale derivato, ricavato in una sponda del canale moderatore; consiste in luci provviste di paratoia con soglia a livello molto basso rispetto al fondo del moderatore: le paratoie, in genere abbassate, si aprono se le acque derivate sono abbondanti, regolando la portata nel canale derivato e scaricando con l’acqua in eccesso le materie accumulate nel canale moderatore. Dallo s. le acque si riversano, attraverso un canale s., nel corso d’acqua principale a valle della traversa di presa.
Si chiama s. di piena il canale che in una rete di fognatura di tipo a intercettazione e allontanamento laterale smaltisce direttamente dal collettore principale al recipiente grandi portate di acque bianche nei periodi di forti precipitazioni meteoriche.
Lo s. di fondo è il manufatto che nei laghi artificiali provvede al vuotamento parziale o totale del bacino; lo s. superficiale elimina le acque di piena. Gli s. di fondo, collegati a un canale di scarico, sono dotati di saracinesche di intercettazione (piane, cilindriche ecc.) azionate meccanicamente. Asportano anche materiale depositato per decantazione sul fondo del lago che via via riduce l’invaso. Nel caso di piene eccezionali, lo s. di fondo supporta gli s. superficiali. Spesso, per un rapido smaltimento di portata, si usa un altro s. in pressione, detto s. di mezzo fondo o di alleggerimento, posto tra il fondo e la quota di massima ritenuta.
Gli s. a vortice, o pozzi di scarico a vortice, sono in genere costituiti da un canale verticale dove la corrente assume un moto a vortice e dissipa in calore buona parte della sua energia.
Nelle costruzioni elettriche, dispositivo di protezione delle reti elettriche dalle sovratensioni. Negli s., inseriti tra i conduttori della linea e la terra, in presenza di una sovratensione della linea (per es., per un fulmine), si produce una scarica elettrica, limitata alla durata della sovratensione, che costituisce un istantaneo collegamento a terra dei conduttori. Gli s. sono perciò dei limitatori di tensione. Importante per la protezione è la tensione d’innesco, a cui si innesca la scarica.
Negli s. ad arco la scarica si ha in aria tra due elettrodi; si hanno, per es., lo s. a corna (fig. 1A), lo s. a rulli (fig. 1B) e lo s. a pettine (fig. 1C). L’arco si spegne negli s. a corna per il progressivo allungamento, negli s. a rulli e a pettine per il frazionamento in molti archi parziali.
Negli s. a gas inerte, usati nelle linee telegrafiche e telefoniche, la scarica si ha tra due elettrodi in atmosfera di gas inerte (argo o neo) rarefatto. Per limitare la corrente di scarica e la corrente susseguente (cioè la corrente che la normale tensione di linea potrebbe mantenere nello s. dopo una scarica), si dispone talora in serie allo s. un resistore.
Per proteggere linee ad alta tensione si usano s. a resistenza variabile, costituiti (fig. 2) da una serie di spinterometri collegati a terra mediante resistori non lineari (blocchi porosi di materiale ceramico) e racchiusi in una custodia di materiale ceramico: essendo bassa la resistenza dei resistori per tensione elevata, e aumentando al diminuire della tensione, l’energia di scarica si esaurisce subito, mentre gli spinterometri interrompono l’arco quando la sovratensione è diminuita a sufficienza; per sicurezza, al vertice della serie di dischi, si dispone uno s. ad arco.
Apparecchio per scaricare materiali. Alcuni tipi sfruttano la forza di gravità, altri, usati per materiali leggeri o polveri, sfruttano getti di aria compressa; altri ancora, usati per scaricare materiali ferrosi (rottami, profilati, lamiere, blocchi, ecc.), impiegano grandi elettromagneti portati da una gru.
Lo s. per carri si usa per lo scarico rapido di carri ferroviari, vagoncini decauville e simili. Può essere incorporato nei carri stessi (carri autoscaricanti) o essere esterno. In questo secondo caso vi sono dispositivi a benna azionata da una gru e dispositivi rovesciatori di carri (ribaltacarri) che provocano rotazione e rovesciamento del carro (➔ ribaltatore) sia di testa, sia di lato.
Gli s. a tazze, funzionanti con il principio degli escavatori a tazze, si usano per materiali sciolti. Gli s. a torre mobile vengono impiegati per scaricare cereali dalle navi. Ciascuno s. è costituito da un braccio inclinabile, con due elevatori a catena chiusi, che si introduce nella stiva e solleva il cereale, scaricandolo su un trasportatore trasversale, chiuso e inclinabile, che lo immette in un tubo verticale telescopico; il cereale è poi versato in un trasportatore a nastro di banchina, che alimenta il nastro di apporto verso il silo di stoccaggio.
Negli impianti termici a vapore, gli s. di condensa consentono lo scarico automatico della condensa che si raccoglie nei punti di minima quota delle tubazioni percorse da vapore acqueo. Il più semplice s. è quello a galleggiante, che consiste in un recipiente comunicante con la tubazione e contenente un galleggiante che sale con il livello di condensa fino ad aprire attraverso una leva la valvola di scarico. Un tipo diffuso è lo s. di condensa a dilatazione, basato sul funzionamento di una molla a soffietto che, contraendosi e dilatandosi, apre e chiude la valvola di scarico; il soffietto si contrae quando nello s. si è accumulata condensa sufficiente a far variare sensibilmente la sua temperatura.