Insieme delle canalizzazioni e delle opere varie che servono ad allontanare da una data area le acque nocive, sia meteoriche, sia di rifiuto.
Una prima distinzione tra i sistemi di f. può farsi in base alla natura delle acque in essi convogliate. Queste sono, essenzialmente, le acque meteoriche, dette acque bianche perché contengono, in generale, quantità poco rilevanti di impurità, e le acque di rifiuto di centri urbani, dette acque nere o luride, perché contengono anche le deiezioni umane e animali. Se ambedue le acque sono convogliate nelle stesse canalizzazioni, la f. si chiama a sistema unitario, se invece sono avviate in canalizzazioni distinte, si ha una f. a sistema separatore. Le acque di rifiuto di un agglomerato urbano provengono dalle abitazioni, dagli edifici pubblici, dagli stabilimenti industriali, dall’innaffiamento e dalla lavatura delle aree pubbliche. Esse trasportano deiezioni solide e altri residui organici e inorganici che debbono essere allontanati il più rapidamente possibile perché possono contenere germi patogeni e sono, in ogni caso, facilmente putrescibili. Il volume delle acque di rifiuto di una città – effluente urbano – è strettamente legato a quello dell’acqua consumata, e uguaglia, in genere, i 4/5 di questo. La proporzione di acque industriali, le quali possono contenere particolari inquinamenti (macelli, concerie, industrie chimiche), dipende evidentemente dalle condizioni locali. Oltre alle acque di rifiuto, che costituiscono l’effluente nero, sono da considerare le acque meteoriche, che formano l’effluente bianco. La loro portata può essere dedotta dallo studio accurato della pluviometria della regione onde prevedere le massime portate che si possono verificare.
La rete di canalizzazione destinata all’allontanamento delle acque di rifiuto deve essere perfettamente impermeabile, per impedire ogni infiltrazione di acque nocive nel sottosuolo urbano, e isolata dall’atmosfera della città perché a questa non possano pervenire i gas che si sviluppano dai liquami. Lo studio della f. si fa procedendo da valle verso monte poiché il primo problema che si pone è quello di una conveniente destinazione per l’effluente. Il versamento diretto nel mare o in grandi laghi è possibile solo per le città che vi sono prossime; altrimenti si ricorre all’immissione, previa depurazione, in un fiume o corso d’acqua che attraversi o fiancheggi la città o, infine, al versamento nella falda idrica sotterranea, dopo la filtrazione attraverso il suolo (irrigazione agricola, filtrazione intermittente). Di più, il versamento diretto è ammissibile soltanto nei casi nei quali la portata o il volume del recipiente sia tale da assicurare una diluizione molto forte dei liquami e un’autodepurazione abbastanza rapida. La tendenza prevalente è però quella di depurare le acque nere in ogni caso, tanto più a fondo quanto minore è la diluizione che può avvenire nel recipiente.
Per lo scarico a mare si possono costruire serbatoi di marea, che accumulano l’effluente nelle ore di alta marea per scaricarlo nelle ore di acque basse; la superficie da fognare si divide allora in due zone, per lo più di diversa estensione, in ciascuna delle quali lo scolo avviene secondo linee naturali di massima pendenza. Gli sfioratori o scaricatori di piena sono disposti generalmente nel punto di incontro di due collettori. Essi debbono entrare in funzione solo quando la diluizione delle acque nere per opera delle acque meteoriche abbia raggiunto un grado compatibile con la portata del corso d’acqua recipiente. L’emissario è il collettore generale che porta l’effluente alla sua destinazione finale. Se la città è divisa in diversi bacini con varie destinazioni, ciascuno avrà il suo emissario. Gli emissari si svolgono in sotterraneo e, nei tratti assai lontani dall’abitato, anche all’aperto. Quando non è possibile assicurare lo scolo naturale, cioè il deflusso per gravità delle acque di fogna, si ricorre allo scolo artificiale, inserendo lungo la rete di f. impianti di sollevamento meccanico. In casi particolari di città in piano assoluto con falda sotterranea a livello alto, e per le quali non è possibile dare ai canali alcuna pendenza, sono stati adottati sistemi ad aspirazione.
Le fogne praticabili si costruiscono in muratura di pietrame o di mattoni, di calcestruzzo cementizio semplice o armato, o di grès. È necessaria una perfetta impermeabilità delle murature e perciò di norma si fa uso di malte idrauliche; la superficie bagnata viene rivestita di intonaco di cemento ben lisciato. La parte inferiore o cunetta, particolarmente soggetta sia ad attacco chimico da parte delle impurità disciolte, sia all’abrasione da parte delle materie trascinate, è generalmente rivestita di mattoni di grès, o formata con pezzi speciali dello stesso materiale. Di grès si fanno anche i tubi della rete nera nel sistema separatore; per quelli della rete pluviale vanno bene anche tubi di cemento (diametri più usati da 15 a 40-50 cm). I giunti delle tubazioni sono per lo più del tipo a bicchiere con guarnizione di tenuta di asfalto colato. Per i tubi di cemento si usano giunti a bicchiere o a manicotto; questi ultimi vengono costruiti meglio in opera per grandi diametri. In corrispondenza dei cambiamenti di direzione o di diametro e delle confluenze, si costruiscono pozzetti d’ispezione di dimensioni sufficienti perché un operaio vi possa compiere le manovre necessarie (di solito 80 cm×80 cm). Le diramazioni che provengono dagli edifici e dalle caditoie stradali sono costituite da tubazioni di piccolo diametro, che si innestano presso il fondo delle fogne, con un angolo di circa 45° con l’asse della canalizzazione. Dalle caditoie le acque passano nei pozzetti di caduta che servono sia come chiusura idraulica, sia per trattenere i materiali solidi più grossolani (sabbia, terra).
In testa a tutte le fogne elementari della rete, specialmente in quelle nere del sistema separatore, si dispongono i serbatoi o pozzetti di cacciata, i quali immettono periodicamente acqua nel canale per smaltire le materie ristagnanti. Talora si immettono nella f., allo stesso scopo, le acque salienti della falda sotterranea, attraverso appositi drenaggi.
Il fognolo è un piccolo canale di una rete di f. e anche la tubazione interna di un edificio destinata al convogliamento delle acque di rifiuto verso la rete urbana, costituita in genere da tubi di cemento o gres di 15-30 cm di diametro, sistemata con opportune pendenze sotto il pavimento dei locali cantinati.