L’attività e l’operazione di rappresentare con figure, segni e simboli sensibili, o con processi vari, anche non materiali, oggetti o aspetti della realtà, fatti e valori astratti, e quanto viene così rappresentato.
Si ha successione per r. quando i discendenti legittimi o naturali subentrano nel luogo e nel grado del loro ascendente che non può o non vuole accettare l’eredità o il legato. Si ha r. anche nella successione testamentaria quando il testatore non ha provveduto per il caso in cui l’istituito non possa o non voglia accettare l’eredità o il legato e sempre che non si tratti di legato di usufrutto o di altro diritto di natura personale (art. 467 c.c.). La r. ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto e, nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto. I discendenti possono succedere per r. anche se hanno rinunciato all’eredità della persona in luogo della quale subentrano o sono incapaci o indegni di succedere rispetto a questa (art. 468 c.c.). La r. ha luogo in infinito e trova il suo fondamento nella concezione istituzionale della famiglia ed è considerata, nella concezione prevalente, come una vocazione indiretta disposta dalla legge.
Processo mediante il quale un contenuto di percezioni, di immaginazioni, di concetti, si presenta alla coscienza, e lo stesso contenuto rappresentativo. La fortuna del termine r. è stata principalmente determinata, in filosofia, dal largo uso che ne fece G.W. Leibniz. Per Leibniz, l’attività ‘rappresentativa’ è quella della monade, in quanto riflette soggettivamente l’intero universo, con una consapevolezza che man mano si evolve dallo stadio virtuale allo stadio attuale. Il mondo della r. è perciò costituito dal complesso della conoscenza soggettivamente considerato, cioè in quanto si presenta come puro spettacolo del soggetto. In esso si distinguono r. oscure e confuse che sono le sensazioni, le r. chiare e confuse che sono le immagini, e quelle chiare e distinte che sono i concetti. Il termine successivamente viene usato con significato generico a indicare qualunque forma di conoscenza (è la Vorstellung di Kant sulla cui linea di sviluppo si pongono le concezioni di Reinhold, Schopenhauer e Herbart). Nel corso del 19° e 20° sec. lo studio della r. è divenuto tema specifico di altre discipline come l’estetica e, soprattutto, la psicologia.
In meccanica quantistica, ogni realizzazione concreta degli enti matematici astratti, cioè vettori e operatori di uno spazio di Hilbert, per mezzo dei quali è descritto un sistema quantistico. Una particolare r. è individuata dalla scelta di una base ortonormale nello spazio dei vettori di stato e dalla definizione del modo in cui su essa agiscono, soddisfacendo le corrette relazioni di commutazione (➔ quantizzazione), gli operatori della teoria. Poiché ogni base ortonormale si può pensare costituita dagli autovettori di un opportuno insieme di operatori hermitiani che commutano tra di loro, si è soliti distinguere le r. in base agli osservabili, tra loro compatibili, che in esse risultano diagonali. Tra le r. più importanti si hanno la r. di Schroedinger (o delle coordinate) la r. dei momenti (o degli impulsi), la r. di Heisenberg (o dell’energia), la r. di Fock (o dei numeri di occupazione).
Il termine è largamente usato non soltanto per indicare, per es., il passaggio da un oggetto spaziale a una sua immagine grafica sul piano o su altra superficie (➔ cartografia; proiezione), ma anche, più generalmente, per indicare una corrispondenza che si stabilisce tra due insiemi allo scopo di semplificarne lo studio riportando le proprietà dell’uno a quelle dell’altro. La r. analitica di una curva, di una superficie ecc. è un’equazione o un insieme di equazioni che esprimono i legami tra le coordinate di un punto della curva o della superficie, nel senso che un punto appartiene alla curva (o alla superficie) se, e solo se, le sue coordinate soddisfano quelle equazioni. R. conforme Corrispondenza tra 2 superfici (o varietà) che conserva gli angoli, cioè tale che a due linee passanti per un punto e formanti ivi un certo angolo corrispondano due linee passanti per il punto corrispondente e formanti un angolo uguale al primo; per es., la r. piana di una sfera eseguita mediante proiezione stereografica. R. equivalente Corrispondenza tra due superfici che conserva le aree, tale cioè che a ogni figura corrisponda una figura avente la stessa area della prima; per es., lo sviluppo di un cilindro sopra un piano. R. di un gruppo Dato un gruppo G si chiama r. di G un morfismo tra G e un gruppo di matrici quadrate, o anche un morfismo tra G e il gruppo degli operatori lineari in uno spazio vettoriale V (le due definizioni sono equivalenti perché gli operatori lineari in V sono in corrispondenza con le matrici quadrate che hanno come ordine la dimensione di V). Una r. di un gruppo G si chiama irriducibile se nessun sottospazio proprio di V è trasformato in se stesso da tutti gli operatori lineari immagini degli elementi di G. Si pone allora il problema di esprimere una r. qualsiasi di G come somma diretta di r. irriducibili: la soluzione è possibile (teorema di H. Weyl) se G è un gruppo topologico compatto. Problema della r. In algebra, consiste nella ricerca di un gruppo, un anello, un campo ecc. che sia isomorfo (o anche solo omomorfo) a un assegnato sistema algebrico: a) ogni gruppo finito è isomorfo a un gruppo di permutazioni (teorema di Cayley); b) ogni algebra di Boole è isomorfa a un’algebra di Boole ‘concreta’ cioè all’insieme P(E) costituito dalle parti di un insieme E provvisto delle operazioni di complementazione, unione e intersezione (teorema di M.H. Stone, equivalente al teorema di Lindenbaum-Tarski).
In psicologia si indica con r. il rinnovarsi dell’esperienza percettiva in assenza dello stimolo sensoriale.
In psicopatologia il termine è usato col significato di «elemento strutturale semplice» in locuzioni come r. delirante, r. ossessiva ecc. R. superiore Concetto introdotto da H. Liepmann per spiegare alcune modalità del coordinamento del pensiero.
Freud con il termine r. indica un’attività psichica cui viene contrapposto l’affetto.