Figura apparente di un astro; nelle galassie, formazione lenticolare, appiattita e spiraliforne, che circonda il nucleo. D. di Airy D. luminoso centrale della figura di diffrazione in cui consiste l’immagine telescopica di una stella. D. volanti Figure con vaga forma di d., luminose o no, che più volte e in vari luoghi sono state avvistate sulla volta celeste. Nella maggior parte dei casi si tratta di fenomeni di ottica atmosferica (miraggio o analoghi), oppure di oggetti noti, quali nubi lenticolari, stelle cadenti, palloni sonda, frammenti di veicoli spaziali ecc.; per i restanti pochi casi di avvistamenti certi (visuali o fotografici o mediante radar) non vi è al momento alcuna spiegazione: ci si limita a parlare di UFO (Unidentified Flying Objects).
In biochimica, struttura membranosa di circa 160 Å di spessore, contenuta nel segmento esterno dei bastoncelli della retina, nella quale avviene il ciclo biochimico dell’eccitazione visiva.
In embriologia, d. germinativo, piccola zona dell’uovo telolecitico dei Vertebrati, priva di vitello nutritizio e ricca di plasma formativo; suddividendosi in cellule si trasforma in blastoderma (o blastodisco). L’ultimo stadio della segmentazione discoidale delle uova telolecitiche è la discoblastula; quando in questa si differenziano i foglietti germinativi, si ha la discogastrula. In genere lo stadio diblastico, con ectoderma ed endoderma differenziati, si realizza per l’attiva moltiplicazione cellulare alla periferia del d. che conduce il materiale cellulare della superficie a estendersi e a introflettersi fra blastoderma e tuorlo. D. proligero Accumulo di cellule dell’epitelio follicolare intorno all’uovo ovarico dei Mammiferi.
D. adesivo Espansione apicale del viticcio, che aderisce strettamente al substrato, di certi viticci (vite del Canada). D. dei bulbi La parte caulinare, fortemente raccorciata, dei bulbi. D. del capolino Nelle Asteracee, la porzione dell’infiorescenza che reca i fiori tubulosi e ha margine circolare. D. florale Modificazione di una parte del ricettacolo di certi fiori, in forma di cercine, posto alla base dell’ovario (arancio), o di escrescenze di vario aspetto, situate tra i petali e gli stami (passiflora), o di piccoli cuscinetti, come quelli di molte Brassicacee, alla base degli stami. La funzione di queste appendici del ricettacolo consiste per lo più nella secrezione del nettare o nell’accumulo di sostanze di riserva, che vengono utilizzate durante la maturazione dei frutti o dei semi.
D. di Arago Dispositivo per mostrare le azioni elettrodinamiche dovute a correnti indotte. D. cromatico (o di Newton). D. diviso in settori, di opportuna ampiezza, colorati nei vari colori che compongono la luce bianca: per una sufficientemente rapida rotazione di esso si ha nell’occhio una sovrapposizione e fusione dei vari colori così che il d. appare bianco. D. elettromagnetico (o di Faraday). Dispositivo per mettere in evidenza il fenomeno dell’induzione (➔) elettromagnetica.
In anatomia, d. intervertebrale, lamina circolare fibro-cartilaginea fra un corpo vertebrale e l’altro, costituita da una parte periferica anulare (annulus fibrosus), particolarmente consistente ed elastica, e da una parte centrale (nucleo polposo) di minore consistenza; quest’ultimo può erniare, attraversando il primo, per sovraccarichi di forza. Ogni degenerazione discale (discopatia) dà luogo a sintomi neurologici (neuralgie, neuriti ecc.). D. ottico, lo stesso che papilla ottica (➔ retina).
In oculistica: d. ottico di Placido, lo stesso che cheratoscopio (➔ cherato-); d. oftalmico, esile placca medicamentosa da introdurre sotto le palpebre e applicare sul bulbo oculare.
Strumento di selce, di forma discoidale, ritoccato talora ai margini e spesso sulle due facce, usato come raschiatoio nel Paleolitico.
Attrezzo di forma lenticolare, usato dagli atleti nelle gare di lancio; è costituito generalmente da un corpo di legno recante al centro due placche di ferro e circondato da un anello metallico.
Piastra di gomma vulcanizzata adoperata nel gioco dell’hockey su ghiaccio.
Nel sollevamento pesi, è detta d. ciascuna delle piastre di metallo di diametro variabile che sono inserite nella sbarra per formare il bilanciere.
Segnale ferroviario (ora sostituito da tipi più moderni), costituito da un d. di lamiera situato in cima a un sostegno a colonna e girevole attorno a un asse verticale: indicava via libera se disposto parallelamente al binario (d. aperto), via impedita se disposto perpendicolarmente (d. chiuso). D. fonografico Sottile piastra circolare utilizzata per la riproduzione della musica, della parola e, in generale, dei suoni. Su ciascuna delle due facce il d. reca un solco continuo che si sviluppa in forma di spirale d’Archimede, con alcune centinaia di spire, procedendo dall’orlo verso il centro. Il solco si presenta con ondulazioni la cui ampiezza e frequenza corrispondono alle caratteristiche dei suoni. Sul solco sono memorizzati due canali in modo da poter riprodurre anche suoni in stereofonia. La puntina del fonografo, percorrendo il solco, segue le ondulazioni, cioè è costretta a compiere delle vibrazioni che, nell’apparecchio riproduttore, danno origine ai suoni corrispondenti. Oggi il d. fonografico è stato sostituito dal compact disc, facente parte del sistema denominato compact disc digital audio (v. .). Tale d., avente diametro di 120 mm e spessore di 1,2 mm, è registrato da un solo lato e l’informazione, costituita da microscopiche tacche in uno strato di plastica trasparente, è letta otticamente da un fascio di raggi laser. L’alta capacità di concentrazione focale di tale dispositivo permette la lettura di tracce formate da microscopiche cavità di soli 0,5 μm di larghezza per 1-3 μm di lunghezza, con una distanza fra le tracce di 1,6 μm. La sequenza di cavità che compongono la traccia del d. è tradotta in una sequenza di impulsi, che in codice digitale rappresenta una sequenza di numeri. Tale serie di impulsi è ricondotta alla forma analogica mediante un convertitore digitale-analogico e un filtro passabasso. Il filtro rende la curva continua, oltre a eliminare rumori. La sequenza di cavità è divisa in sottogruppi detti frames, ciascuno dei quali, oltre all’informazione sonora, contiene: una sequenza di bit di sincronizzazione per pilotare i servomeccanismi che controllano la velocità del motore, il tracciamento e la focalizzazione del raggio laser; una sequenza di bit per la localizzazione automatica dei brani, che contiene il nome del brano, il nome del compositore e degli esecutori; una sequenza di bit che permette di correggere le serie di errori causati da graffi o da inevitabili impronte presenti sulla superficie del disco. La lettura del d. avviene a velocità lineare costante di 1,3 m/s; per ottenere ciò la velocità di rotazione del d. varia progressivamente da 500 a 200 giri/min via via che il raggio laser si sposta dall’interno verso l’esterno. D. magnetico Dispositivo periferico di un calcolatore elettronico, utilizzato come memoria ausiliaria ad alta velocità di accesso e ad alta capacità. È costituito da una serie di piatti circolari di alluminio o altro materiale leggero e resistente, rivestiti di una sottile pellicola di materiale ferromagnetico. La lettura e la registrazione di una informazione (binaria) avvengono per mezzo di un sistema di piccoli elettromagneti di materiale ceramico che, posti in prossimità di ciascuna superficie magnetica, costituiscono un blocco di testine di lettura e scrittura; per poter raggiungere ogni punto del d. questo blocco viene fatto scorrere radialmente da un meccanismo di accesso. La capacità di memorizzazione di un d. magnetico, molto variabile, dipende, oltre che dal numero di superfici magnetiche, dalla densità di registrazione, che, a sua volta, è funzione della velocità di rotazione e della dimensione del traferro delle testine. La velocità di rotazione è limitata dalle difficoltà meccaniche, mentre il traferro fra la testina e il disco non può essere reso troppo piccolo in quanto deve essere dello stesso ordine di grandezza dello spessore dello strato ferromagnetico. D. ottico D. in policarbonato utilizzato per la memorizzazione di dati; scritto e letto per mezzo di un particolare laser. Esempi sono il CD ROM e il DVD.