urina In fisiologia, il prodotto finale dell’escrezione renale, espressione dell’intervento attivo del rene nel mantenimento dell’equilibrio idrominerale e acido-base, che rappresenta inoltre il principale mezzo attraverso il quale l’organismo si libera dalle scorie del metabolismo endogeno; si presenta normalmente come un liquido limpido giallognolo, di odore penetrante, talora lievemente aromatico, a reazione variabile in condizioni fisiologiche (acida nelle ore notturne, alcalina dopo alimentazione mista) o patologiche (acida negli stati febbrili o di disidratazione, alcalina nelle infezioni delle vie urinarie e dopo vomito profuso), che contiene componenti inorganici (ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, fosfati, solfati ecc.) e organici (urea, acido urico, aminoacidi, acido ossalico ecc.).
Il volume delle u. emesse nelle 24 ore si aggira generalmente intorno a 1000-1500 cm3. Quando tale volume scende al di sotto dei 600 cm3 o supera i 2000 cm3 si parla, rispettivamente, di oliguria e di poliuria.
L’aspetto delle u. appena emesse è limpido, ma successivamente compare un materiale flocculento, per la precipitazione di nucleoproteine e mucoproteine e la sedimentazione degli elementi cellulari, oppure un più o meno intenso intorbidamento per la precipitazione, causata dal raffreddamento, dei sali (fosfati, urati) presenti in soluzione alla temperatura corporea. L’emissione di u. molto torbide è invece per lo più indice di un processo patologico (ematuria, piuria, chiluria).
L’odore, sui generis, può variare in seguito all’ingestione di particolari alimenti (aglio, asparagi) o medicamenti; assume carattere ammoniacale o di idrogeno solforato in caso di piuria; acquisisce un aroma particolare (simile a quello di mele mature) nell’acetonuria.
Il colore varia dal giallo-paglierino al giallo-ambra in rapporto alla concentrazione dei normali pigmenti urinari che rappresentano i cataboliti dei pigmenti biliari.
La densità dipende dalla concentrazione delle sostanze solide sciolte nelle u., soprattutto dell’urea; normalmente è di 1015-1025 g/cm3. Si misura con l’urinometro un densitometro costituito da uno stelo graduato tra 1000 e 1050 e da un corpo con una sfera terminale contenente una tara, che è immerso in un cilindro contenente l’urina.
La reazione negli onnivori e nei carnivori è abitualmente acida (pH 4,8-7,4, in media pH 6), negli erbivori alcalina.
Le sostanze eliminate con le u. si possono dividere in quattro gruppi: componenti minerali, proteine, derivati del metabolismo azotato e composti ternari o non azotati. Vi si trovano anche ormoni, vitamine ed enzimi.
Fra i componenti minerali, normalmente sono ricercati cloruri, fosfati e solfati, che sono di sodio, di potassio, di calcio, di magnesio e di ferro. Fatta eccezione per i cloruri, la conoscenza della loro eliminazione ha scarso valore pratico, perché fondamentalmente dipende dall’alimentazione. In 24 ore sono eliminati in media 8-15 g di cloruri espressi come cloruro di sodio (6-10‰ g circa). Ipocloruria si ha negli stati con tendenza alla ritenzione di acqua e alla formazione di edemi o versamenti (nefropatie edemigene, cardiopatie scompensate, discrasie cachettiche), nelle malattie acute febbrili (periodo di stato della polmonite in particolare), nell’ipercloridria gastrica, nel vomito incoercibile, nella diarrea e nelle epatiti acute; ipercloruria nel periodo risolutivo di dette condizioni e, talora, nel diabete insulare. Tra i cationi, particolare importanza ha la determinazione della calciuria.
Le sostanze proteiche comprendono le vere e proprie proteine plasmatiche e i corpi proteici precipitabili a freddo con acido acetico. Questi ultimi, abitualmente indicati globalmente come mucina o pseudoalbumina, sono essenzialmente mucine, mucoidi, nucleoproteine e glicoproteine e derivano dagli epiteli dell’apparato urinario e delle vie genitali. Fisiologicamente in 24 ore vengono eliminati complessivamente circa 10 mg di proteine. Dal punto di vista diagnostico sono importanti quelle di Bence-Jones (➔ Bence-Jones, Henry).
I derivati proteici comprendono l’urea, l’acido urico, i corpi indolici, l’urobilina, i sali e i pigmenti (bilirubina diretta) biliari, la creatina, gli amminoacidi, l’ammoniaca, l’acido ippurico. L’eliminazione giornaliera di azoto totale ipobromitico espresso come urea è di 20-35 g. L’eliminazione di corpi indolici viene ricercata qualitativamente con la reazione dell’indacano che risulta intensamente positiva quando esiste aumento dei processi putrefattivi intestinali. Una urobilinuria rilevabile con la ricerca chimica è generalmente indice di sofferenza delle cellule epatiche, mentre la presenza di sali biliari e dei prodotti di ossidazione della bilirubina diretta (pigmenti biliari) caratterizza gli itteri epatocellulari e occlusivi. L’eliminazione della creatina è indice di abnorme distruzione delle proteine muscolari: infatti si osserva essenzialmente nella distrofia muscolare progressiva miopatica, nella trichinosi, nella febbre, nel morbo di Basedow, negli stati carenziali di vitamine E, e, talora, nel diabete grave.
Le sostanze ternarie comprendono, oltre a glucosio, acetone e acido diacetico, acido β-idrossibutirrico, acido glucuronico, acidi ossiaromatici, acido ossalico, acido citrico, fenoli, acidi grassi liberi e, talora, pentosio e lattosio.
I componenti del sedimento urinario si suddividono in organizzati e in non organizzati. Questi ultimi (i vari sali organici e inorganici in forma cristallina o amorfa, i cristalli di acido urico, ippurico ecc.), a eccezione dei cristalli di tiroxina, che si osservano sempre insieme a quelli di leucina e sono indice di grave e irreparabile lesione delle cellule epatiche, hanno scarsa importanza, dipendendo dal tipo di alimentazione e dal pH urinario. Il cosiddetto sedimento organizzato comprende come costituenti normali gli epiteli di rivestimento delle basse vie vescicali e delle vie genitali, una certa quantità di leucociti, muco in forma di strie, di filamenti e di cilindri, mentre anormale e patologica viene considerata la presenza di leucociti disfatti in elevata quantità (corpuscoli di pus), di eritrociti, di cilindri e di epiteli delle alte vie urinarie e renali.
Per esame dell’u. si intende una serie di analisi che mirano a rilevarne i caratteri fisici, fisico-chimici, chimici e microscopici. L’urinocoltura consente l’isolamento, identificazione, la valutazione quantitativa e la determinazione della sensibilità agli antibiotici dei germi presenti nell’u.: si esegue seminando su opportuni terreni di accrescimento campioni di u., prelevati in modo da evitarne la contaminazione da parte di batteri presenti in uretra, sui genitali e sul perineo.
L’urinemia è una condizione morbosa dovuta a ritenzione urinaria grave e protratta e al conseguente riassorbimento di sostanze tossiche contenute nelle urine. Infezione urinosa Setticemia da germi che nell’u. trovano l’ambiente adatto al loro sviluppo. Intossicazione urinosa (o urinaria) Quella dovuta al riassorbimento dei componenti dell’u. in caso di ritenzione.