urico, acido Acido organico, triossiderivato della purina; è una sostanza bianca, cristallina, pochissimo solubile in acqua, solubile in alcoli e in glicerina; si decompone a caldo sviluppando acido cianidrico. Molto sensibile agli ossidanti, presenta come reazioni caratteristiche quella della muresside e quella di Schiff. Al pari delle altre purine, dà luogo a tautomeria chetoenolica; la presenza nella forma enolica, più stabile, di tre ossidrili conferisce all’acido u. un carattere spiccatamente acido: forma pertanto sali (urati) con i metalli; in ciò impegna uno o al più due dei suoi ossidrili, il terzo rimane sempre libero. È ottenibile sinteticamente con diversi procedimenti (acido isodialurico + urea; estere cianacetico + urea ecc.).
Nell’uomo e negli altri Primati l’acido u. è il prodotto finale della degradazione delle purine e viene escreto con le urine (fig. 1).
Insieme agli urati rappresenta l’elemento costitutivo di uno tra i più frequenti tipi di calcoli urinari; il loro accumulo nei tessuti, specie in quelli cartilaginei delle piccole articolazioni e in quelli para-articolari, costituisce il fenomeno più caratteristico delle manifestazioni cliniche della gotta che possono culminare nella formazione dei cosiddetti tofi gottosi.
La diatesi urica è il complesso delle condizioni fisiopatologiche che predispongono all’accumulo di acido u. nel sangue e alla sua precipitazione nei tessuti e negli organi (gotta, urolitiasi urica). L’uricoemia è il tasso di acido u. nel sangue. Nell’uomo, è di circa 4 mg in 100 ml di sangue totale. Aumenti dell’uricoemia si osservano, oltre che nella gotta e nelle altre turbe del ricambio purinico, in caso di distruzione cellulare (per es., in leucemie mieloidi sotto trattamento) e anche nell’insufficienza renale. Con il termine uricemia si indicano le manifestazioni patologiche collegate a un’elevata uricoemia. L’uricuria è l’eliminazione urinaria di acido u. e di urati, proveniente in parte dal ricambio delle purine tissutali, in parte da quelle alimentari.
L’uricotelismo è il particolare orientamento del metabolismo dei composti azotati per il quale il fegato protegge l’organismo dall’ammoniaca liberatasi dalla deamminazione degli amminoacidi delle proteine, trasformandola in acido urico. L’uricolisi è la degradazione enzimatica dell’acido u. (fig. 2)
prima di venire eliminato dagli organismi ammoniotelici e dalla maggior parte di quelli uricotelici; nell’uomo, mancando l’uratoossidasi, parte dell’acido u. è distrutta dalla flora batterica intestinale.
I farmaci uricoinibitori contrastano la sintesi dell’acido u. e sono impiegati nella terapia della gotta e delle iperuricemie in genere. Per es., l’allopurinolo è un uricoinibitore, poiché agisce come inibitore competitivo della xantinadeidrogenasi e della xantinaossidasi, i due enzimi responsabili della trasformazione di ipoxantina e xantina in acido u., nel catabolismo delle purine. I farmaci uricosurici (o uricurici o uricoeliminatori) inducono un aumento dell’eliminazione urinaria di acido u.; agiscono a livello dei tubuli urinari, inibendo il riassorbimento dell’acido u. contenuto nella preurina e quindi favorendone l’eliminazione. Il loro prototipo è il probenecid; la loro principale indicazione la gotta.