Gas di formula PH3, detto anche idrogeno fosforato, incolore, tossico, di odore agliaceo assai sgradevole, che, se impuro per difosfano, si infiamma spontaneamente all’aria. Si può preparare riscaldando il fosforo con soluzioni concentrate di potassa:
La f. così ottenuta è impura di difosfano, P2H4, autoinfiammabile all’aria; per ottenere la f. pura, non autoinfiammabile, si può decomporre lo ioduro di fosforo con acqua:
o arroventare l’acido fosforoso:
in tal caso il gas risultante non è infiammabile spontaneamente. Infatti, malgrado il basso potenziale redox, la f. è stabile anche in ambiente ossidante, a causa della lenta cinetica di reazione e così non brucia in miscela con ossigeno a pressione normale. La f. reagisce con cloro dando PCl3 e, se sottoposta a scariche elettriche, si decompone in fosforo e idrogeno; riduce inoltre una soluzione di solfato di rame e di nitrato di argento, così che, con tale sistema, può essere separata da altri gas. La f. ha proprietà basiche meno marcate di quelle dell’ammoniaca. F. organiche Composti che si ottengono (analogamente ai derivati organici dell’ammoniaca) per sostituzione degli atomi d’idrogeno della f. con radicali alchilici. Si conoscono f. primarie (o alchilfosfine), f. secondarie (o dialchilfosfine), f. terziarie (o trialchilfosfine) e sali di alchil-fosfonio, di formule rispettivamente PH2R, PHR2, PR3, [PR4]+X−, dove R è un radicale alchilico monovalente.
F. è anche il nome commerciale di una sostanza colorante costituita da una miscela di sali della crisanilina e omologhi, sottoprodotto nella sintesi della fucsina. È usata per la tintura del cotone (in giallo-bruno) e del cuoio.
Per ossidazione delle f. organiche si ottengono gli acidi fosfinici, sostanze cristalline, incolori, solubili in acqua che derivano dall’acido fosforico per sostituzione di uno o due gruppi ossidrilici con altrettanti gruppi alchilici; nel primo caso prendono anche il nome di acidi fosfonici. Quando vengono sostituiti tutti e 3 i gruppi ossidrilici si hanno gli ossidi fosfinici.