Gruppo di ormoni secreti dalla corteccia surrenale con struttura chimica riconducibile a quella del ciclopentanoperiidrofenantrene. Benché la corteccia surrenale produca steroidi a 18, 19 e 21 atomi di carbonio, comunemente con il nome c. sono designati gli steroidi a 21 atomi di carbonio, che costituiscono la parte predominante tra tutti gli ormoni da essa secreti. Per ciò che riguarda la nomenclatura, i c. sono considerati come derivati del pregnano e designati con nomi ottenuti aggiungendo al termine pregnano prefissi o suffissi indicanti i vari sostituenti chimici. I c., in forma libera o coniugata, si ritrovano in diversi tessuti e liquidi biologici; entrambe queste forme possono esistere legate a macromolecole (soprattutto proteine), formando complessi steroido-proteici. Le principali forme di coniugazione dei c. sono con l’acido solforico, con cui formano esteri, e con l’acido glucuronico con cui formano glucuronidi.
I c. vengono distinti in due gruppi principali: i glucocorticoidi e i mineralcorticoidi. Tale classificazione non ha comunque valore assoluto in quanto i c. di un gruppo possono presentare, oltre alla propria attività specifica, anche quella dell’altro gruppo, sebbene in misura minore.
Glucocorticoidi. - Questo gruppo comprende il cortisolo, il cortisone e il corticosterone che intervengono nel metabolismo glucidico e proteico attivando diversi enzimi epatici come la glucosio-6-fosfatasi, la glicogenosintetasi e la glutammicopiruvicotransaminasi. In tal modo essi stimolano la gluconeogenesi a spese degli amminoacidi, determinando un aumento del contenuto di glicogeno epatico, della glicemia e dell’escrezione urinaria di azoto.
Il cortisolo (chiamato anche idrocortisone) è il principale degli ormoni glicoattivi della corteccia surrenale. Ha un metabolismo piuttosto rapido: trasportato in circolo da una globulina, la transcortina, è metabolizzato dal fegato ed escreto con le urine. La sua secrezione, regolata dal sistema CRH-ACTH (➔ CRH, ACTH), segue un ritmo nictemerale: è massima tra le 24 e le 6, poi decresce, raggiunge i valori più bassi alle 20, poi aumenta rapidamente. La cortisolemia è compresa tra 10 e 25 μg/100 ml alle 8 del mattino. L’iperfunzione della corteccia surrenale (da aumentata secrezione di ACTH, da tumori surrenalici) provoca un aumento di cortisolo in circolo che può portare a sindromi cushinghiane caratterizzate dalla comparsa di striae rubrae, osteoporosi, facies lunare ecc. Per contro la diminuita secrezione di cortisolo configura il morbo di Addison (➔ Addison, Thomas).
Il cortisone, anch’esso di natura ormonica, estraibile dalla corteccia surrenale e ottenibile per sintesi, esplica le stesse attività funzionali del cortisolo; in particolare agisce in senso antinfiammatorio e antireattivo. Per tali proprietà ha trovato largo impiego terapeutico, con applicazioni anche in veterinaria; ma a causa di effetti collaterali, talora assai gravi è stato sostituito da altri composti ( cortisonici) a esso molto simili.
Il corticosterone è un glucocorticoide da cui si forma l’aldosterone.
Mineralcorticoidi. Questo gruppo comprende l’ aldosterone (➔), il desossicorticosterone (➔) e l’idrossicorticosterone che intervengono nella regolazione del ricambio idrosalino favorendo la ritenzione del sodio, del cloro e dell’acqua a spese del potassio.
Alcuni steroidi sintetici, noti come cortisonici, hanno effetti biologici più marcati dei glucocorticoidi e dei mineralcorticoidi naturali; alcuni di questi, come il prednisone, il dismetasone e il triamcinolone, trovano applicazione in medicina. Sebbene dotati delle proprietà terapeutiche del cortisone, a differenza di questo, i cortisonici non provocano preoccupanti azioni collaterali. La serie dei cortisonici è stata aperta con la sintesi del cortisolo; ma più sostanziali progressi terapeutici sono stati realizzati con l’introduzione del prednisone, del prednisolone, del triamcinolone, del desametasone, del betametasone e di altri preparati analoghi. Alla sintesi di queste sostanze si è giunti apportando alla molecola steroidea particolari modifiche strutturali. Si è visto che l’istituzione di un doppio legame tra C1 e C2 (prednisone e prednisolone) esalta la proprietà antinfiammatoria del cortisone e del cortisolo, senza modificare in modo sensibile l’azione sul ricambio idrosalino (azione mineraloattiva: ritenzione di acqua e cloruro di sodio, deplezione di potassio), e che analoghi risultati si ottengono anche con l’introduzione di un atomo di fluoro in posizione 9 e contemporaneamente di un gruppo ossidrilico o metilico in posizione 16 (triamcinolone e desametasone). Così sono stati ottenuti e si ottengono tuttora nuovi composti steroidei che in confronto al cortisone presentano un’attività antinfiammatoria superiore e risultano efficaci a dosi che comportano scarsi effetti collaterali (edemi, ipertensione arteriosa, paralisi muscolari ecc.). Tuttavia i cortisonici mantengono inalterate altre attività ormoniche, per cui il loro uso deve essere particolarmente oculato al fine di evitare numerosi inconvenienti (comparsa di ulcere peptiche in soggetti predisposti, turbe del metabolismo glucidico).