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cannone

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Scienza militare

Pezzo di artiglieria di calibro superiore ai 20 mm, a canna lunga, generalmente rigata e a tiro teso. Il suo impiego richiede di massima l’installazione su apposito supporto (affusto).

I primi c., risalenti agli inizi del 14° sec., erano in ferro, a canna liscia e caricamento dalla bocca (avancarica); lanciavano palle sferiche a mezzo di cariche innescate attraverso un foro (focone) praticato nella culatta. Nel 1480 vennero colate le prime bocche da fuoco in bronzo e inventati gli orecchioni, cioè i perni che escono lateralmente dalla bocca da fuoco e materializzano l’asse orizzontale, intorno al quale essa può ruotare nel piano verticale, assumendo angoli di elevazione diversi e consentendo quindi di variare le traiettorie del proietto lanciato.

L’uso del proietto sferico determinava grosse limitazioni di gittata, sia perché comportava notevoli fughe dei gas della carica di lancio, sia perché la forma sferica non è ottimale per la penetrazione in aria. L’adozione del proietto cilindrico-ogivale, ancora oggi usato, seguì l’invenzione della rigatura dell’anima della bocca da fuoco, che permette di imprimergli un moto di rotazione intorno al suo asse e quindi di stabilizzarlo giroscopicamente. La rigatura e la retrocarica, invenzioni attribuite principalmente al piemontese Giovanni Cavalli, furono gradualmente adottate nella seconda metà del 19° secolo.

fig. 1

L’aumento di gittata nei c. fu legato anche all’evoluzione degli affusti; nel 1894 il francese J.-A. Deport inventò quello ‘a deformazione’, in cui rincula solo la bocca da fuoco, frenata e riportata ‘in batteria’ da freno di rinculo e recuperatore. Il tiro divenne più rapido, ma i c. non potevano assumere elevati angoli di inclinazione perché nel rinculo la bocca da fuoco avrebbe urtato il terreno. Contro questo inconveniente furono adottati due provvedimenti: la riduzione automatica della lunghezza di rinculo con l’angolo di elevazione e lo spostamento indietro degli orecchioni. Quest’ultimo però portava il baricentro della bocca da fuoco molto avanti rispetto al suo asse di rotazione e richiedeva un considerevole sforzo muscolare da parte dell’operatore addetto alla punteria in elevazione; una prima soluzione a questo problema fu il c. da 105/28, progettato in Francia nel 1913, nel quale la culla si protende notevolmente indietro e ha all’estremità posteriore una massa che equilibra il c.; ma il rimedio efficace arrivò con gli equilibratori, a molla o pneumatici. Di tale tipo è il c. illustrato in fig. 1, brandeggiabile per 360° su una piattaforma di tiro, bloccabile al suolo e ancorata al pezzo con tre funi radiali.

Nelle forze armate moderne, i c. si sono gradualmente trasformati nelle caratteristiche tecniche e d’impiego. I c. di piccolo calibro trovano uso principalmente in funzione antiaerea; a tal fine, hanno cadenze elevatissime e sono asserviti a sistemi di puntamento automatici; quelli montati a bordo dei velivoli da combattimento possono essere utilizzati anche per l’attacco ai bersagli di superficie, ricorrendo a proiettili esplosivi o perforanti. Nel settore delle artiglierie terrestri, i c. sono pressoché scomparsi, sostituiti dagli obici-cannoni, capaci di sparare a tiro teso o curvo, in funzione delle esigenze tattiche e dell’orografia del terreno. Come arma controcarro della fanteria, i c. senza rinculo sono stati sostituiti dai missili guidati, mentre c. di piccolo e medio calibro, montati su veicoli da combattimento, svolgono le funzioni di appoggio alla fanteria e di contrasto ai veicoli nemici. I c. montati sui carri armati sparano proiettili con elevatissime velocità iniziali, per massimizzare il potere perforante e rendere la traiettoria il più possibile tesa, migliorando la precisione. Tutti i c. dei carri armati sono asserviti a sofisticati sistemi di puntamento, capaci di mantenere l’arma puntata sul bersaglio anche durante la marcia su terreni accidentati. I c. navali di piccolo calibro hanno funzione antiaerea, antimissile e di contrasto al naviglio minore. Quelli di medio calibro, fra 57 e 127 mm, sono utilizzati in funzione antinave, per l’attacco di bersagli terrestri e, talvolta, come sistemi antiaereo.

Tecnica

fig. 2

C. elettronico Dispositivo che serve per produrre un fascio collimato di elettroni (fig. 2); ne sono dotati, per es., i microscopi elettronici e i tubi a raggi catodici. È costituito da un elettrodo catodico (a), riscaldato da un filamento (b), che emette elettroni, con intensità regolata da una griglia (c), a potenziale di poco inferiore a quello del catodo, accelerati da un elettrodo (d) e focalizzati da un anodo forato (e), a potenziale relativamente elevato rispetto a quello del catodo.

Vedi anche
affusto Sostegno sul quale si fissano o appoggiano le bocche da fuoco per poterle manovrare e trasportare. Dai primi a. rozzi e rudimentali, i maggiori progressi si ebbero nel sec. 16°, con la distinzione fra artiglieria da campo e d’assedio: furono ideati e usati allora a leggeri e mobili (Gustavo Adolfo, sul ... proiettile Nella balistica esterna, oggetto, opportunamente foggiato e costituito, destinato a essere lanciato da una bocca da fuoco (una volta espulso dalla canna dell’arma, diventa un proietto, per il cui moto dentro e fuori le bocche da fuoco ➔ balistica). Nel linguaggio tecnico, il termine è usato per le artiglierie, ... granata Sfera d’acciaio cava e contenente esplosivo, dotata di un dispositivo di accensione della carica di scoppio, che veniva lanciata a mano contro il nemico. Pare che la g. a mano sia stata impiegata per la prima volta in Fiandra nel 1588. In seguito, con il nome di g. si indicò un proietto sferico di ferro ... bersaglio Ciò che si cerca di colpire sia con il tiro delle armi da fuoco sia con le armi da getto, soprattutto per esercitazione militare o in gare sportive. Nelle esercitazioni di tiro, i b. a terra sono in genere costituiti da speciali sagome, e per l’artiglieria pesante anche da batterie armate con pezzi simulati ...
Categorie
  • MILITARIA in Storia
  • ELETTRONICA in Ingegneria
Tag
  • TUBI A RAGGI CATODICI
  • ASSE DI ROTAZIONE
  • GIOVANNI CAVALLI
  • CARRI ARMATI
  • ARTIGLIERIA
Altri risultati per cannone
  • cannone
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    cannóne [Accr. di canna, termine coniato originar. per indicare un grosso tubo e successiv. nome generico di una grossa arma da fuoco] [LSF] Denomin. di dispositivi che servono a lanciare qualcosa, spec. fasci di particelle. ◆ [ELT] C. elettronico: dispositivo, di cui sono dotati, per es., i tubi a ...
  • CANNONIERE
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Soldato che manovra, carica, punta e spara cannoni, obici e mortai; corrisponde al bombardiere dei tempi passati. In Francia nel 1661, sotto il ministero del Louvois, il nome di cannonieri fu dato alla prima compagnia del reggimento dei fucilieri del re, che faceva il servizio delle artiglierie leggiere; ...
Vocabolario
cannonata
cannonata s. f. [der. di cannone2]. – 1. Colpo di cannone: sparare, tirare una c.; non si smuove, non si sveglia nemmeno con le cannonate. 2. fig. a. Vanteria esagerata, grossa fandonia; notizia strepitosa e inaspettata; spettacolo, cosa...
cannóne²
cannone2 cannóne2 s. m. [dalla voce prec.]. – 1. Nome generico di arma da fuoco, non portatile, di calibro superiore ai 20 mm e a canna lunga (oltre i 22 calibri); gli odierni cannoni sono costruiti in acciaio speciale e caratterizzati...
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