In genere, struttura metallica costituita essenzialmente, nella sua forma più nota e diffusa, da un telaio più o meno rigido sul quale sono fissate o ricavate una serie di sbarre parallele o, talvolta, reticolate, cioè disposte a croce, usata con funzione varia, di chiusura, separazione, riparo o sostegno, in tutti i casi in cui si voglia consentire il passaggio, attraverso le fessure che ne risultano, di aria, luce, calore, acqua o anche materiali solidi incoerenti. In qualche caso, per usi speciali, può consistere in una lamiera perforata.
In particolare parte del focolare di cucine, stufe, caldaie, forni e altri impianti termici, su cui viene disposto il combustibile solido e che permette sia il passaggio dell’aria comburente necessaria sia lo scarico della cenere; tipi speciali e più complessi sono adoperati in grandi impianti termici, in forni industriali o nei gassogeni. G. di carenaggio Piattaforma di legno sostenuta da pali, impiegata per operazioni di carenaggio nei porti soggetti a forti dislivelli di marea: le navi, guidate su di essa durante l’alta marea, rimangono a secco durante la bassa marea e possono così esservi riparate. G. di protezione G. posta all’inizio delle condotte di carico di centrali idroelettriche con lo scopo di impedire l’ingresso di corpi estranei. G. rettificatrici del vento G. di lamiera disposte in sezioni opportune dei condotti delle gallerie del vento, impiegate in aerodinamica sperimentale allo scopo di rendere uniforme la corrente. G. di separazione Usata per separare da un cumulo di materiali sciolti gli elementi di dimensioni superiori a un certo limite da quelli di dimensioni inferiori; serve anche a separare i materiali solidi grossolani sospesi in un liquido. Il trattamento di questi materiali si chiama grigliatura, ed è impiegato in particolare nella tecnica mineraria per separare gli elementi minuti di un minerale da quelli più grossi. Le g. si pongono per lo più inclinate rispetto al suolo di circa 45° in modo che il materiale scorra su di esse per gravità.
In elettronica, si dà il nome di g. a un elettrodo a struttura discontinua interposto tra il catodo e l’anodo di un tubo termoelettronico (fig. 1). Costruttivamente la g. è realizzata mediante un filo metallico, per lo più di nichel, avvolto a zig-zag o a elica su due supporti, oppure da una serie di fili, disposti secondo le generatrici di un cilindro e sorretti da due anelli. Secondo il numero di g. che posseggono, i tubi termoelettronici si dicono triodi (una g.), tetrodi o bigriglia, pentodi (tre g.) ecc. In generale, la g. più vicina al catodo è chiamata g. di controllo o semplicemente g., ed esercita l’effettiva funzione di controllo della corrente anodica del tubo; dalle sue caratteristiche costruttive (diametro del filo, forma e passo dell’avvolgimento, distanza dal catodo e dall’anodo) dipendono in modo essenziale le caratteristiche di funzionamento del tubo (fattore di amplificazione, conduttanza mutua, capacità interelettrodiche). Le altre g. hanno funzioni accessorie. Per es., in un pentodo la seconda g., posta intorno alla g. di controllo, è mantenuta a un potenziale fisso positivo e si chiama g.-schermo: essa ha il compito di schermare elettrostaticamente la g. di controllo dall’anodo, con conseguente diminuzione della capacità interelettrodica e aumento del coefficiente di amplificazione. La terza g., detta g. di soppressione o semplicemente soppressore, è generalmente collegata elettricamente al catodo e ha la funzione di far riassorbire all’anodo gli elettroni eventualmente emessi (emissione secondaria) dall’anodo stesso.
In termotecnica, la g. (detta meno comunemente grata o graticola) può essere fissa, piana o a gradini, o mobile. Le g. piane sono formate da una serie di sbarre parallele ravvicinate, generalmente di ghisa; esse sono per lo più caricate a mano e quindi hanno lunghezza limitata; le g. a gradini sono costituite da serie di sbarre disposte in modo da formare una gradinata con pendenza di poco inferiore a quella della scarpa naturale del combustibile adoperato. Questo, caricato per lo più automaticamente sulla parte alta, è fatto discendere, a mano a mano che brucia, imprimendo periodiche oscillazioni a gruppi di sbarre mobili montati su adatti telai a cerniera. Le g. mobili sono generalmente a catena senza fine: la g. è costituita da elementi snodati a (fig. 2) avvolti alle estremità su tamburi b in lentissima rotazione; la velocità della catena è regolata in modo che alla fine della corsa il combustibile, proveniente dalla tramoggia c, sia tutto consumato e restino sulla g. soltanto le ceneri e le scorie che si scaricano nel cinerario d.