L’a. di due circuiti elettrici consiste in un sistema di connessione avente lo scopo di trasferire energia dal primo circuito (circuito primario o di alimentazione) al secondo (circuito secondario o di carico). In alcuni casi il ruolo dei due circuiti può essere scambiato, per cui l’a. risulta reciproco. In generale l’a. è realizzato mediante una rete di interstadio, interposta fra le reti da accoppiare, che può assumere varie configurazioni, di cui due esempi tipici sono indicati in fig. 1 (a. con impedenza in serie e a. con rete a T). In molti casi si definisce un coefficiente di a. K, compreso fra zero e uno, come il rapporto fra la potenza trasferita alla rete di carico e quella disponibile ai morsetti della rete primaria. Per piccoli valori di K l’a. è detto lasco, altrimenti è detto stretto. Si ha a. ottimo o perfetto per K uguale a uno. In tal caso la rete di interstadio ha la funzione di adattare i due circuiti accoppiati, operazione cui si ricorre per ottenere il massimo trasferimento di potenza attiva dall’uno all’altro (➔ impedenza). A seconda del tipo di impedenze utilizzate nella rete di interstadio, l’a. prende il nome di resistivo, capacitivo o induttivo. L’a. resistivo è utilizzabile fino al regime continuo ed è detto anche a. diretto. Particolare importanza riveste l’a. induttivo tra circuiti risonanti, indicato in fig. 2, che ha rilevanza in molti campi applicativi, soprattutto in radiotecnica. Le proprietà dei circuiti oscillanti accoppiati dipendono dalle caratteristiche dei due circuiti risonanti e dai loro fattori di merito. L’analisi può essere effettuata sia nei riguardi delle oscillazioni in regime di risposta libera, le quali sono caratterizzate dalla presenza di battimenti, sia nei riguardi della risposta in frequenza. Quest’ultima presenta andamenti caratterizzati in alcuni casi da una coppia di due distinti picchi di risonanza, come indicato in fig. 3. Tali andamenti sono di tipo passa banda e sono utilizzati quando interessi una risposta sufficientemente piatta entro una banda prefissata. La risposta con il doppio picco di risonanza non può essere mai ottenuta utilizzando circuiti risonanti non accoppiati.
A. di due sistemi Situazione, realizzata mediante un elemento di a., per cui due sistemi si scambiano continuamente energia. L’esistenza di un a. è condizione necessaria perché un sistema oscillante possa entrare in regime di oscillazione forzata o, in particolare, di risonanza per azione di un generatore esterno. Nel caso di sistemi oscillanti meccanici, l’elemento di a. può essere un organo elastico (per es., una molla), o anche un fluido in cui i sistemi in questione siano immersi.
In fisica atomica il termine a. viene usato anche per indicare un’interazione dipendente da grandezze diverse relative a uno stesso sistema: così, per es., si parla di a. spin-orbita, per una certa particella, con riferimento al fatto che esiste un’interazione la cui intensità dipende dal prodotto scalare tra il momento angolare proprio e il momento angolare orbitale della particella in questione.
In fisica delle particelle elementari, costante di a. è la costante adimensionale che caratterizza l’intensità di una interazione. I valori delle costanti di accoppiamento delle quattro interazioni fondamentali sono: ~1 (interazioni forti), 1/137 (interazioni elettromagnetiche), ~10−5 (interazioni deboli), 2∙10−39 (interazioni gravitazionali).
In meccanica statistica, grado di interrelazione tra due sistemi microscopici.
L’a. è l’unione di due organi meccanici per renderli solidali o per formare una coppia cinematica (➔ coppia). Può essere rigido, quando i membri a contatto sono entrambi rigidi, o deformabile, quando uno o ambedue i membri sono deformabili. Nell’a. rigido di due organi, uno esterno e l’altro interno, si distinguono le dimensioni nominali, riportate nella rappresentazione grafica progettuale, e le dimensioni effettive degli elementi che lo compongono, le quali vengono realizzate nella produzione. In relazione a esse l’a. è fisso, mobile o incerto. Nell’ a. fisso, o con interferenza, la dimensione effettiva dell’elemento interno è maggiore della dimensione effettiva dell’elemento esterno. Nell’ a. mobile, o con gioco, la dimensione effettiva dell’elemento interno è minore di quella dell’elemento esterno. Nell’ a. incerto si può avere sia un leggero gioco che una piccola interferenza. L’indicazione del grado di interferenza o di gioco ammissibile per la funzionalità dell’a. viene effettuata convenzionalmente secondo i sistemi di tolleranza di lavorazione e serve ad accettare o scartare gli organi nella produzione. L’a. deformabile è in genere impiegato per le trasmissioni di potenza, mediante un organo flessibile (cinghia, catena, o fune) che si adatta alla superficie dell’organo rigido (puleggia, ruota, carrucola, tamburo) trasmettendo o ricevendo da esso il moto.