Nella tecnica, vacuometro a ionizzazione, basato sul principio di funzionamento del ciclotrone, che consente di determinare le pressioni parziali dei gas residui in un ambiente in cui sia stato praticato un vuoto spinto (fino a circa 10–12 mbar); si basa sull’eccitazione, in un campo magnetico, di moti circolari di risonanza di ioni. È costituito (v. fig.) da un recipiente a che si trova in un campo magnetico (entrante nel piano della fig.), di induzione B costante, e che è attraversato da un fascetto di elettroni, di traccia b, diretti come il campo magnetico; fra due elettrodi c, normali a B, è applicato un campo elettrico alternato a frequenza variabile. Il fascetto di elettroni ionizza le molecole dei gas nel recipiente; gli ioni così formati descrivono moti circolari, con frequenza (girofrequenza) pari a ω0/2π=qB/(2πm), dove q e m sono rispettivamente la carica e la massa dello ione; tale frequenza dipende unicamente, data la costanza di B, dalla carica specifica q/m; gli ioni che hanno una girofrequenza uguale alla frequenza del campo elettrico alternato entrano in risonanza e, dopo aver percorso una traiettoria a spirale d, sono raccolti da un collettore e; l’intensità i della corrente ionica nel collettore è proporzionale alla pressione parziale del gas da cui gli ioni si sono originati. Al variare della frequenza del campo elettrico vengono raccolti ioni di differente carica specifica, il che permette l’analisi dei gas contenuti nell’ambiente.