Teoria della l. Si occupa, in senso lato, della distribuzione di oggetti o attività nello spazio, nonché dell’individuazione e dello studio delle leggi che determinano tale distribuzione. In campo economico si è particolarmente sviluppata, inizialmente per i settori industriali (costituendo una componente essenziale del processo di industrializzazione), per poi estendere il campo di analisi a tutti i settori produttivi.
La prima elaborazione sistematica si deve all’opera di A. Weber, ma già con J.H. von Thünen, alla metà del 19° sec., si erano avuti i primi tentativi metodologici. L’approccio è induttivo e il campo di applicazione è il settore primario: von Thünen ricerca, infatti, la legge secondo la quale le attività agricole si distribuiscono sul territorio. Stabilite alcune condizioni semplificatrici (una città circondata da una pianura perfettamente isolata dal resto del mondo, caratterizzata da una identica fertilità e con uguali possibilità di trasporto per tutte le direzioni), l’autore individua nel costo di trasporto l’elemento localizzatore, per cui le colture si disporranno attorno alla città in cerchi concentrici secondo lo schema in fig. 1A. Von Thünen ottiene una prova dell’attendibilità del modello con l’introduzione di un elemento perturbatore (per es., un corso d’acqua) che modifica le condizioni di partenza facilitando le comunicazioni lungo il percorso. Lo schema, pertanto, risulta modificato (fig. 1B). Dopo von Thünen la teoria della l. comincia a delinearsi nei suoi contenuti più noti. W. Roscher indirizza la ricerca esclusivamente nel settore industriale, rimanendo ancorato, però, a una metodologia induttiva.
Lo stesso vale per A. Schaffle, il quale sostanzialmente non si discosta dagli schemi già acquisiti, mentre con W. Launhardt si assiste a un primo tentativo di passaggio a un modello deduttivo. È però con A. Weber che la teoria della l. acquisisce profili autonomi e sistematici. Secondo questo autore, ipotizzato un luogo M1 di produzione di materie prime, un luogo M2 di approvvigionamento di fonti di energia e un luogo C di mercato (fig. 2, dove le frecce indicano il flusso dei trasporti), l’unità industriale si localizzerà nel punto F per il quale i costi di trasporto complessivi risulteranno minori, cioè in un luogo tale che risulti minima la quantità d1p1+d2p2+dcpc, essendo d1, d2, dc le distanze di F da M1, M2, C, rispettivamente, p1 il peso delle materie prime, p2 il peso del combustibile, pc il peso del prodotto finito. Il punto F, ove sorgerà l’unità industriale, localizzato all’interno di un perimetro triangolare, viene denominato punto di minimo trasportazionale. A modificare questo modello elementare, secondo Weber, possono concorrere molte situazioni determinate dalla presenza di forti aliquote di mano d’opera (orientamento del fattore lavoro), dalla tendenza all’agglomerazione delle unità industriali per la ripartizione di una parte di costi (orientamento per agglomerazione), dall’atteggiamento del potere politico che può determinare una l. basata non su criteri economici bensì su ragioni sociali.
Successivamente con A. Predöhl si assiste a un tentativo di mediazione fra lo schema di Weber e gli apporti del marginalismo; questi ultimi anticipati da von Thünen. Perfezionamenti e adeguamenti alle varie situazioni del mercato sono quelli effettuati da O. Englander, H. Weigmann, F.A. Fetter, e B. Ohlin. Con T. Palander la teoria della l., con l’introduzione di elementi climatici, legislativi, istituzionali, viene inserita nel contesto più ampio dell’economia spaziale. Nuove variabili sono il sistema dei prezzi, la mobilità della mano d’opera, le differenziazioni territoriali, le dimensioni del mercato e così via.
È però con A. Lösch che i problemi della l. assumono una precisa configurazione all’interno di una nuova sistematica dell’analisi spaziale. Criticando gli schemi weberiani, in quanto gli imprenditori tendono a localizzare le unità industriali non dove si minimizzano i costi, bensì laddove si massimizzano i profitti, Lösch fa della localizzazione (sia industriale sia agricola) un aspetto del più generale problema dell’assetto del territorio. Viene così elaborato un modello globale di organizzazione territoriale basato sulla distribuzione e gerarchia dei centri urbani e delle rispettive aree di gravitazione, all’interno del quale il problema della l. trova un suo spazio naturale e s’inserisce in uno stretto rapporto dialettico con tutte le altre compagini economico-spaziali. Ulteriori contributi alla teoria hanno avuto origine dalle nuove possibilità di decentramento territoriale produttivo e dagli studi di l. urbana realizzati da W. Alonso.
In fisica dello stato solido, fenomeno in cui le autofunzioni di un sistema reticolare cessano di avere la forma caratteristica relativa al solido ideale, cioè di essere estese sull’intero volume del cristallo, e sono invece vincolate a essere ciascuna localizzata in una regione finita del solido. Tale fenomeno si manifesta con la presenza di frequenze separate dalla componente quasi continua, relativa al reticolo del cristallo perfetto, e di risonanze all’interno dello spettro fononico. Queste ultime possono essere dovute a disordine reticolare, a superfici e interfacce, a bordi di grano o a impurezze accidentali o volute nel reticolo.
In patologia, produzione in un organo di un’alterazione preceduta da uno stato morboso generale. Il termine è talora adoperato anche con significato concreto, per indicare ciò che è localizzato in una determinata zona; così, per es., in embriologia, le l. germinali, particolari regioni del citoplasma (➔ germinale).
Con riferimento a un determinato fenomeno, il suo verificarsi in una certa porzione di spazio ben determinata; per es., in alcuni fenomeni d’interferenza luminosa si ha la l. delle frange in un certo piano (e le frange si dicono allora localizzate nel piano stesso).
Riferito a una sorgente di energia, si dice l. l’operazione mediante la quale si individua la posizione della sorgente raccogliendo mediante adatti ricevitori direttivi, opportunamente disposti, l’energia emessa (per es., la l. di una sorgente sonora, la l. di una sorgente di particelle radioattive ecc.).
Se riferita a un oggetto qualunque nello spazio, l. è l’operazione mediante la quale se ne individua la posizione sfruttandone certe caratteristiche fisiche; per es., nella l. di un oggetto mediante il radar se ne sfrutta il potere riflettente rispetto alle radioonde. La l., nel senso appunto di determinazione delle coordinate geografiche e altimetriche di un oggetto volante o di un natante è una operazione normale nei sistemi di radio aiuto alla navigazione e nei sistemi radar e sonar di sorveglianza.
I dispositivi usati per la l. di una sorgente o di un oggetto si chiamano genericamente localizzatori. In particolare, nelle applicazioni dei raggi X, localizzatore è uno schermo tronco-conico costituito di materiale opaco ai raggi X, che, applicato alla finestra di uscita di un tubo röntgen, limita l’apertura del fascio di raggi X emessi.