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Nome usuale del diclorodietilsolfuro, S(CH2CH2Cl)2, chiamato anche gas mostarda. Dotato di proprietà vescicatorie e tossiche, fu usato come aggressivo chimico per la prima volta dai Tedeschi, durante la Prima guerra mondiale, nel settore di Ypres (Belgio, 1917), città da cui prende nome. Si produce con diversi metodi. Secondo il metodo originale, dall’etilene trattato con acido ipocloroso si ottiene la cloridrina del glicol etilenico, CH2ClCH2OH, che con solfuro di sodio dà il tiodiglicol S(CH2CH2OH)2 dal quale infine per clorurazione si ha l’i.; secondo altri metodi, si ottiene per azione diretta di cloruri di zolfo (SCl2 o S2Cl2) sull’etilene. È un liquido oleoso, incolore, che bolle a circa 218 °C; a freddo non reagisce con l’acqua, a caldo viene però idrolizzata; viene ossidata a solfone dagli ossidanti (permanganato di potassio, acido nitrico, cloruro di calce ecc.), mentre con le basi organiche forma prodotti di condensazione. Come aggressivo è particolarmente pericoloso, per la sua elevata persistenza, per la facoltà che hanno i suoi vapori di agire sulla pelle anche attraverso i vestiti; forma vesciche, necrosi, disturbi circolatori; ha azione tossica generale. Produce mutazioni nel patrimonio genetico.

Per distruggere l’i. sul terreno si impiega cloruro di calce a basso titolo di cloro attivo (al disotto del 20%), mescolato con terra o sabbia per evitare una reazione violenta che potrebbe portare allo sviluppo di quantità pericolose di vapori di i.; per bonificare oggetti si impiegano soluzioni di ossidanti (permanganato di potassio, ipocloriti) o solventi (benzina, tetracloruro di carbonio); per la bonifica umana si impiegano pomate o polveri contenenti sostanze capaci di cedere facilmente cloro (per es., cloroammina T) o soluzioni di cloro in tetracloruro di carbonio.

Vedi anche
Ypres (fiamm. Ieper) Città del Belgio (106.145 ab. nel 2009), nella Fiandra Occidentale, 50 km a S di Bruges, sul fiume Yperlée (affluente dell’Yser). Mercato agricolo con industrie tessili, meccaniche e alimentari. ● Formatasi alla fine del 10° sec., dallo sviluppo di un agglomerato di artigiani e di mercanti, ... Prima guerra mondiale Conflitto di dimensioni intercontinentali, combattuto dal 1914 al 1918. Innescata dalle pressioni nazionalistiche e dalle tendenze imperialistiche coltivate dalle potenze europee a partire dalla seconda metà del 19° sec., coinvolse 28 paesi e vide contrapposte le forze dell’Intesa (Francia, Gran Bretagna, ... Armi chimiche e batteriologiche La cooperazione internazionale in materia di armi chimiche e batteriologiche ebbe inizio con l’adozione, nel corso della Conferenza Internazionale di Ginevra sul Commercio di Armi promossa dalla Società delle Nazioni, del Protocollo di Ginevra del 1925 sulla proibizione dell’uso in guerra di gas asfissianti, ... cloro Elemento chimico del gruppo degli alogeni, scoperto da K. W. Scheele nel 1774 e isolato da H. Davy nel 1810; simbolo Cl, numero atomico 17, peso atomico 35,457; sono noti due isotopi stabili 3517Cl e 317Cl presenti in natura nel rapporto all’incirca di 3:1. 1. Caratteristiche Il cloro è un gas giallo ...
Categorie
  • CHIMICA INDUSTRIALE in Chimica
  • CHIMICA ORGANICA in Chimica
Tag
  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • IDROLIZZATA
  • CLORIDRINA
  • OSSIDANTI
  • ETILENE
Altri risultati per iprite
  • IPRITE
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Guido Bargellini Questa sostanza, che è uno dei più temibili aggressivi di guerra, è solfuro di β-β-bicloro-etile della formula Fu chiamata dagli alleati iprite o yprite o yperite dal nome della città di Ypres nelle cui vicinanze fu lanciata per la prima volta dai Tedeschi (luglio 1917). Gl'Inglesi ...
Vocabolario
iprite
iprite (o yprite) s. f. [dal nome della città belga di Ypres]. – Aggressivo chimico, chiamato anche gas mostarda, dotato di proprietà vescicatorie e tossiche, usato dai Tedeschi nella prima guerra mondiale nel settore di Ypres (Belgio):...
yprite
yprite s. f. – Variante grafica del nome dell’aggressivo chimico iprite.
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