intensità Il grado di forza con cui si produce o manifesta un fenomeno.
Grandezza vettoriale, di solito indicata con E, definita come il rapporto tra la forza che, punto per punto, agisce su una carica puntiforme e la carica stessa; ha le dimensioni di una forza divisa per una carica elettrica e si misura, nel sistema internazionale, in volt/metro. È una delle due grandezze vettoriali con cui si descrive un campo elettrico (l’altra è il vettore spostamento elettrico). Per la sua misurazione si può, a norma di definizione, misurare con un adatto dispositivo (per es., un dinamometro o una bilancia di torsione) la forza F agente su una carica q e dividere quindi F per q; perché la misurazione dia risultati corretti occorre non perturbare la distribuzione delle cariche che genera il campo e quindi occorre che q sia convenientemente piccola.
Grandezza vettoriale, di solito indicata con H, che dà conto del momento M della coppia esercitata da un campo magnetico su un oggetto dotato di momento magnetico m, secondo la relazione
M=m×H;
ha le dimensioni di un’i. di corrente elettrica divisa per una lunghezza e pertanto si misura, nel SI, in ampere/metro. È una delle due grandezze vettoriali con cui si descrive un campo magnetico (l’altra è il vettore induzione magnetica).
In un conduttore, è la carica elettrica q che attraversa nell’unità di tempo una sezione del conduttore. Tale grandezza, di solito indicata con i, vale dunque dq/dt, t essendo il tempo, e altro non è che il flusso della densità della corrente di conduzione attraverso la sezione del conduttore. Dato un circuito percorso da corrente, l’i. ora definita ha lo stesso valore in ogni sezione del circuito, cioè è indipendente dalla particolare sezione che si considera, soltanto se la corrente è stazionaria. Se anziché alla corrente di conduzione ci si riferisce alla cor;ren;te totale, cioè si considera anche la corrente di spostamento, l’i. di corrente, definita allora come il flusso della densità totale di corrente attraverso una sezione del circuito, è invece sempre indipendente dalla particolare sezione che si considera (➔ corrente). L’i. di corrente ha, in ogni caso, le dimensioni di una carica elettrica divisa per un tempo; è grandezza fondamentale del SI e si misura in ampere.
Con riferimento a una sorgente puntiforme di radiazioni a (fig.) posta in un mezzo isotropo, si dice i. di emissione della sorgente nella direzione individuata dall’angolo solido dω il rapporto I=dΦ/dω, essendo dΦ il flusso energetico relativo a dω; di tale grandezza, che in definitiva è il flusso energetico per unità di angolo solido nella direzione considerata, unità di misura nel sistema internazionale è il watt/steradiante. A essa può darsi carattere vettoriale, assumendo a rappresentarla il vettore di modulo I diretto secondo l’asse di dω.
È, nel generico punto dello spazio in cui si propaga un’onda (elastica, elettromagnetica ecc.), il rapporto tra l’energia dW che in media nell’unità di tempo attraversa un elemento di superficie ortogonale alla direzione di propagazione dell’onda nel punto considerato e l’area dS dell’elemento in questione: I=dW/dS; si può anche dire che è la potenza media fluente attraverso l’unità di superficie del fronte d’onda nella direzione considerata. Ha le dimensioni di una potenza divisa per un’area e si misura, nel sistema internazionale, in watt/m2. Risulta proporzionale al quadrato del valore efficace dell’ampiezza dell’onda; se questa, in particolare, è un’onda elettromagnetica, I coincide con il valore medio nel tempo del modulo del vettore di Poynting, e, come si dimostra, vale E2eff/Z, essendo Eeff il valore efficace dell’intensità del campo elettrico dell’onda e Z l’impedenza caratteristica del mezzo.
In fotometria, per l’i. di emissione nel campo delle radiazioni visibili, valgono le definizioni date per l’i. di emissione in genere, a patto di considerare flussi luminosi e non flussi energetici; è grandezza fondamentale del SI; unità di misura la candela.
Grandezza vettoriale, di solito indicata con M, che interviene nella descrizione dei fenomeni di magnetizzazione; è definita come il momento magnetico dell’unità di volume della sostanza.
Grandezza vettoriale, di solito indicata con P, che interviene nella descrizione dei fenomeni di polarizzazione dielettrica; è definita come il momento elettrico dell’unità di volume del dielettrico polarizzato.
Nel caso di radiazioni ondulatorie, è sinonimo di i. energetica. Nel caso di radiazioni corpuscolari è sinonimo di flusso particellare, cioè è il numero di particelle incidenti nell’unità di tempo su una superficie di area unitaria; si parla poi di i. omnidirezionale oppure di i. direzionale a seconda che non si faccia oppure si faccia riferimento a una particolare direzione.
Si distinguono: a) l’i. di emissione di una sorgente sonora e l’i. energetica di un’onda sonora (o i. sonora), che, a norma delle definizioni date sopra nel caso di radiazioni in genere, sono, rispettivamente, l’energia emessa dal corpo sonoro nell’unità di tempo nello spazio circostante e l’energia dell’onda sonora che attraversa nell’unità di tempo l’unità di superficie; b) l’i. della sensazione sonora, grandezza di natura fisiologica e non fisica, dipendente dalla sensibilità dell’orecchio, e quindi variabile al variare dell’i. energetica e della frequenza dei suoni; sua unità di misura, convenzionale, è il fon, mediante la quale essa è ricondotta, per il tramite dell’audiogramma normale, all’i. energetica dei suoni che provocano la sensazione.
articolatoria Il grado di manifestazione globale dell’articolazione, dipendente dal grado di tensione della muscolatura dell’apparato di fonazione e dal corrispondente grado di pressione atmosferica all’interno dell’apparato stesso. In varie lingue, tra cui l’italiano, le consonanti sorde sono intense rispetto alle sonore che sono deboli (o leni): nelle seconde le vibrazioni delle corde vocali limitano l’afflusso di aria polmonare alle cavità faringale e orale, mentre nelle prime, mancando questa limitazione, si registra nelle cavità maggiore pressione atmosferica e, in corrispondenza, maggiore tensione muscolare, con conseguente maggiore i. sul piano acustico (per es., nel t di dato rispetto al d di dado). L’i. articolatoria può variare anche, in una stessa classe, tra le sorde e rispettivamente tra le sonore, distinguendosi in consonanti semplici e intense; queste ultime (in cui la maggiore intensità si collega a una maggior durata) in molti sistemi grafici sono indicate ripetendo il simbolo della semplice (nell’italiano fatto rispetto a fato) e si dicono doppie. Le vocali lunghe sono in genere più intense delle vocali brevi.
Una delle qualità del suono (misurata in decibel), dipendente dall’ampiezza delle vibrazioni. Sono segni di i. quelli posti sulla partitura per indicare all’esecutore come eseguire un passaggio: per es., forte, mez;zoforte, piano, pianissimo, crescendo, diminuendo ecc.