In generale, nel linguaggio scientifico, con riferimento a una grandezza comunque variabile, il termine è usato per indicare la differenza tra il valore massimo e il valore minimo della grandezza. In particolare, in fisica, l’ a. del moto oscillatorio di un punto è lo spostamento massimo del punto dalla sua posizione di riposo, costante in alcuni casi (per es. nel moto oscillatorio armonico), variabile in altri (per es. in un moto oscillatorio smorzato).
Nella propagazione per onde, l’ a. di un’onda in un punto del mezzo in cui l’onda si propaga è il valore massimo, in quel punto, della grandezza interessata alla propagazione, per es., nel caso di un’onda di equazione
y(x,t)=asen[k(x−vt)]
dove k è il numero d’onde e v la velocità di propagazione; l’ampiezza dell’onda in un punto qualsiasi è a. Analogamente, in elettrologia, a. di una tensione alternata, v=V sen ωt, con ω pulsazione, è il valore massimo V della tensione di solito costante rispetto al tempo t ma in qualche caso variabile esso stesso nel tempo: quest’ultima circostanza si verifica, per es., in radiotecnica per le tensioni cosiddette modulate d’ampiezza. Quanto si è detto per le tensioni si può riferire ad altre grandezze alternate (intensità di corrente, flussi d’induzione magnetica ecc.).
In geofisica, l’ a. di marea è la differenza tra il livello d’alta marea e quello di bassa marea.