Quotidiano politico fondato a Roma nel 1922. Di indirizzo democratico, ispirato dapprima a F.S. Nitti e poi a G. Amendola, assunse un atteggiamento di strenua opposizione al fascismo, sostenendo, specie nel periodo dell’Aventino, coraggiose campagne di stampa. Diretto da A. Torre, e poi da A. Cianca, cessò le pubblicazioni nel 1925.
Settimanale di politica e cultura che uscì a Roma dal 1949 al 1966, diretto da M. Pannunzio. Nato dall’innesto del liberalismo di G. Salvemini e L. Einaudi con la tradizione crociana, ebbe tra i collaboratori E. Rossi, C. Antoni, L. Salvatorelli, U. La Malfa, V. De Caprariis, G. Spadolini, A. Moravia, L. Sciascia, E. Flaiano, M. Maccari ecc., e costituì uno dei principali punti di riferimento della cultura laica. In aperto e costante dialogo con marxismo e cattolicesimo, talora polemico ma non preconcetto, il giornale affrontò, anche promuovendo discussioni e convegni, una serie di problemi di attualità politica e civile. Anche allorché Pannunzio diede vita al Partito radicale (1955), la testata rimase estranea alla contingenza politica in senso stretto e fu luogo di elevato dibattito.
Settimanale economico-finanziario del gruppo Rizzoli, in ideale continuazione con il precedente, fu fondato nel 1969 da A. Benedetti e da lui diretto insieme a R. Ghiotto. Nel 1976 la direzione passò a P. Panerai, che rilanciò la testata dandole un indirizzo prevalentemente economico-finanziario. Dal 2006 è diretto da E. Romagna Manoja che ne ha rinnovato la veste grafica e i contenuti.