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frazione

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Ciascuna delle parti in cui è diviso un tutto; o parte staccata di un tutto.

Diritto

F. di Comune

Parte di territorio comunale comprendente di norma un centro abitato, nonché nuclei abitati e case sparse gravitanti sul centro. Dotata di modesta autonomia, la f. è una entità territoriale minore individuata in base alle condizioni antropogeografiche e giuridicamente riconosciuta con atto del comune.

Matematica

Rapporto fra due grandezze, A e B, omogenee e commensurabili. Dire che A è m ennesimi di B [A=(m/n)B] significa, in concreto, che A è uguale a m volte la ennesima parte di B. Appunto perché esprimono rapporti (latino: ratio) le f. vengono anche chiamate numeri razionali. I due numeri interi m e n si dicono termini della f.: precisamente n è il denominatore, cioè il termine che ‘dà il nome’ alla f. (m mezzi, m terzi, m quarti ecc., a seconda che sia n=2, 3, 4, ...); m è il numeratore, cioè il termine che indica quanti ennesimi (quanti mezzi, terzi ecc.) devono essere presi in considerazione. Una f. si dice propria, se il numeratore è minore del denominatore, impropria nel caso contrario. Se il numeratore poi è multiplo del denominatore, o eguale a esso, la f. si riduce a un numero intero e si dice apparente. Se m è il numeratore, n il denominatore, la f. si indica indifferentemente con l’uno o l’altro dei simboli:

[1]

[1]

Operazioni sulle frazioni

Riduzione ai minimi termini

Una f. si dice ridotta ai minimi termini se è scritta nella forma p/q con p, q numeri interi primi tra loro (privi di divisori comuni). È sempre possibile, e in un sol modo, ridurre a tale forma una qualsiasi f. a termini positivi. Si constata infatti che si possono moltiplicare o dividere i due termini di una f. per uno stesso numero k≠0 senza che la f. si alteri: (m∙k)/(n∙k)=(m/k)/(n/k)=m/n. Se k è il massimo comun divisore di m e n, e se m/k=p, n/k=q, p e q sono primi tra loro e m/n=p/q.

Riduzione di due o più f. al minimo comune denominatore

Date le f.: f1=m1/n1, f2=m2/n2, ..., fr=mr/nr; sia n il minimo comune multiplo dei denominatori n1, ... nr; sia n/ni=di; si avrà allora: f1=m1/n1=(d1m1)/(d1n1)=(d1m1)/n; f2=(d2m2) /n, ..., fr=(drmr)/n.

Addizione e sottrazione di due frazioni:

(m1/n1)±(m2/n2)= (n2m1±n1m2)/(n1∙n2) .

Moltiplicazione di due frazioni:

(m1/n1)‧(m2/n2)=(m1∙m2) /(n1∙n2).

Divisione di due frazioni:

(m1/n1):(m2/n2)=(m1∙n2)/(n1∙m2)=(m1/n1)∙(n2/m2), così che dividere una f. per un’altra f. equivale a moltiplicare la prima per l’inversa della seconda.

Queste regole di calcolo sulle f. possono servire, viceversa, a una definizione formale delle f. come opportune classi di coppie ordinate di interi (o, più in generale, di elementi di un dominio di integrità) tra loro equivalenti (le coppie m1/n1 e m2/n2, con n1n2≠0, sono equivalenti e pertanto appartengono alla stessa classe se e soltanto se m1n2=m2n1: ➔ equivalenza). È anzi in questo modo che si perviene a una definizione aritmetica rigorosa delle f. (o dei numeri razionali) a partire dai numeri interi.

F. continua

Si tratta di un’espressione del tipo:

[2]

[2]

Il termine a0 rappresenta la parte intera della f. continua e la quantità bh/ah si dice h-esimo termine della frazione. La f. continua è detta limitata, se ha un numero finito di termini, e infinita in caso contrario. Oltre alla precedente, si usa anche la seguente scrittura:

[3]

[3]

Si dice ridotta n-esima di una f. continua la f. continua limitata che si ottiene fermandosi al termine n-esimo; cioè la f. continua:

[4]

[4]

Una f. continua infinita si dice convergente se la successione delle sue ridotte tende a un limite determinato e finito per n tendente all’infinito. Tale limite si assume come valore della f., che cessa così dall’essere un puro simbolo; le f. continue sono insomma algoritmi infiniti del tipo delle serie e dei prodotti infiniti. Si può scrivere ogni serie convergente sotto forma di f. continua, in modo che non solo coincidano la somma della serie e il valore della f., ma coincida addirittura ogni somma parziale con la corrispondente ridotta n-ma. Questo risultato permette di usare l’algoritmo della f. continua per lo studio dei numeri irrazionali. Mentre un numero razionale (cioè il rapporto tra due numeri interi) può essere scritto sotto forma di f. continua limitata, un numero irrazionale porterà a una f. continua illimitata.

Per la f. generatrice di un numero decimale periodico ➔ periodico.

Vedi anche
denominatore In aritmetica, quello dei due termini di una frazione che sta a indicare in quante parti uguali è stata divisa l’unità (mentre l’altro, il numeratore, indica quante di tali parti vanno considerate); si scrive sotto il segno di frazione. Più in generale, in una espressione frazionaria, f/g, in cui f, ... numeratore In matematica, numero delle unità frazionarie di una frazione: per es., il 5 nella frazione 5/10, che rappresenta il numero che si ottiene prendendo 5 volte l’unità frazionaria 1/10. rapporto Legame, relazione, connessione tra due o più elementi. Diritto R. giuridico è la relazione tra due (o più) soggetti regolata dal diritto. La nozione di r. giuridico Caratteristica del diritto, è quella di regolare i r., giuridicamente rilevanti perché hanno come oggetto interessi suscettibili di valutazione ... aritmetica Matematica Parte della matematica che riguarda lo studio dei numeri, in particolare dei numeri interi. Il termine fu usato per la prima volta dai pitagorici, per indicare la scienza astratta dei numeri, contrapposto a λογιστική (logistica), che era invece la parte pratica del calcolo numerico: ma nell’uso ...
Indice
  • 1 Diritto
    • 1.1 F. di Comune
  • 2 Matematica
    • 2.1 Operazioni sulle frazioni
      • 2.1.1 Riduzione ai minimi termini
      • 2.1.2 Riduzione di due o più f. al minimo comune denominatore
      • 2.1.3 Addizione e sottrazione di due frazioni:
      • 2.1.4 Moltiplicazione di due frazioni:
      • 2.1.5 Divisione di due frazioni:
    • 2.2 F. continua
Categorie
  • ISTITUZIONI ENTI MINISTERI in Diritto
  • ALGEBRA in Matematica
Tag
  • RIDUZIONE AI MINIMI TERMINI
  • NUMERO DECIMALE PERIODICO
  • MINIMO COMUNE MULTIPLO
  • MASSIMO COMUN DIVISORE
  • INTERI PRIMI TRA LORO
Altri risultati per frazione
  • frazione
    Enciclopedia della Matematica (2017)
    frazione → rapporto tra due numeri interi, di cui il secondo diverso da 0. Per indicare il rapporto m : n = mn−1 si scrive (o anche m/n), che si legge «m ennesimi» oppure «m fratto n»: m è detto il numeratore (perché indica il numero di parti che si considerano) e n è detto il denominatore della frazione ...
  • frazione
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    frazióne [Der. del lat. fractio -onis, dal part. pass. fractus di frangere "rompere"] [LSF] Ciascuna delle parti in cui è diviso o è divisibile un tutto. ◆  Il rapporto fra due numeri interi, di cui il dividendo è detto numeratore e il divisore denominatore, n/d; proprio dal fatto di esprimere un rapporto ...
  • FRAZIONE
    Enciclopedia Italiana (1932)
    (ted. anche Bruch) Ettore BORTOLOTTI * Se in una classe di grandezze, fra loro omogenee (v. grandezza), si prefissa una di esse, che indicheremo con U, come unità, e un'altra grandezza A è uguale a p volte il sottomultiplo di U secondo l'intero q, il rapporto di A ad U o misitra di A rispetto a U ...
Vocabolario
frazióne
frazione frazióne s. f. [dal lat. tardo fractio -onis, der. di fractus, part. pass. di frangĕre «spezzare»]. – 1. letter. L’atto di frangere, di spezzare: f. di un legno o di un altro solido (Galilei); la f. del pane (v. fractio panis);...
frazionare
frazionare v. tr. [der. di frazione] (io frazióno, ecc.). – Dividere un tutto unitario o un complesso organico in più parti, anche non uguali tra loro: f. un percorso in tappe; f. un lavoro ripartendolo tra più collaboratori; nel rifl.,...
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