Apparecchio che serve per combattere principi d’incendio e anche per la completa estinzione di incendi. Gli e. si distinguono in fissi e mobili. Gli e. fissi sono usati per la protezione d’impianti particolarmente pericolosi o non facilmente accessibili (macchine elettriche, motori a combustione interna, serbatoi per carburanti ecc.); assumono dimensioni anche considerevoli e sono talvolta a funzionamento automatico, collegati cioè direttamente con gli avvisatori d’incendio (fig. 1). Per proteggere impianti di limitate dimensioni o per particolari impieghi si usano e. fissi azionati direttamente dal calore emesso dalle fiamme; a tale scopo i relativi ugelli sono muniti di una capsula a (in fig. 2), detta sprinkler, che esplode a una temperatura determinata, lasciando fuoriuscire direttamente l’estinguente, il quale, a contatto con il diffusore b, genera la nube inerte. Gli e. mobili trovano impiego in tutti i locali nei quali abbondino sostanze facilmente infiammabili (e. portatili o a mano, e. montati su carrello), oppure nelle grandi aree (aeroporti) dove il fuoco può svilupparsi in luoghi anche notevolmente distanti fra loro (e. montati su autoveicoli). Il principio comune è quello di proiettare sulle materie in combustione liquidi che siano facilmente vaporizzabili, dando luogo a un’atmosfera inerte (anidride carbonica liquida, tetracloruro di carbonio), ovvero contengano in soluzione sostanze che svolgono un’azione analoga.
La capacità estinguente di un e. è determinata dalla classe di incendio, individuata da lettere da A a E, e dal focolaio tipo che l’e. è in grado di estinguere (A, incendi di materiali solidi tipo legno; B, di materiali liquidi tipo alcol; C, di gas infiammabili; D, di sostanze chimiche spontaneamente combustibili; E, di materiali e apparecchiature elettrici sotto tensione). Gli e. a polvere trovano impiego su incendi di classe A, B, C, D, E; sono costituiti da un recipiente che contiene la polvere con gas (CO2, N2) e da un tubo per poter dirigere la polvere stessa. Gli e. a idrocarburi alogenati liquidi trovano impiego su incendi di classe A, B, C e sono realizzati come gli e. a polvere; l’effetto estinguente è legato alla reazione chimica che sviluppano arrestando così il processo di combustione. Gli e. a schiuma meccanica sono impiegati su incendi di classe A e B; sono costituiti da un recipiente nel quale vi è una miscela di acqua e di liquido schiumoso: un gas (CO2, N2) agisce da propellente e pressurizza l’involucro. Mediante tubo con lancia, nell’espulsione si ottiene la schiuma, che, disponendosi sopra il combustibile, ha un effetto d’isolamento dall’aria e quindi azione soffocante. Gli e. idrici sono impiegati su incendi di classe A e sono costituiti come quelli a polvere; l’effetto estinguente si ottiene perché il vapore acqueo, generato dall’evaporazione dell’acqua, ha effetto raffreddante, e inoltre l’acqua si emulsiona con liquidi infiammabili. Gli e. a CO2 sono impiegati su incendi di classe C. La CO2 ha un’azione estinguente in quanto, spostando l’aria dalla zona interessata, ha un’azione soffocante; la CO2 è compressa, trasformata in liquido ad alta pressione e immessa in particolari bombole sulle quali viene montata una valvola che, comandata meccanicamente da una leva, permette l’uscita di CO2 la quale, tramite un diffusore conico, può essere orientata e indirizzata verso l’obiettivo stabilito: questi e. possono essere portatili a mano o montati su carrelli.