Operazione di separazione di particelle solide o di goccioline liquide sospese in un gas, detta anche elettroprecipitazione, o precipitazione elettrostatica o filtrazione elettrica. Si basa sul passaggio del gas attraverso un campo elettrico unidirezionale creato da elettrodi affacciati mantenuti a una elevata differenza di potenziale; è usata per l’abbattimento e l’eventuale recupero delle polveri contenute nelle correnti gassose provenienti da cementifici, acciaierie, impianti di arrostimento di minerali, impianti di produzione di nerofumo (dove le polveri separate costituiscono l’effettivo prodotto della lavorazione) ecc., e per la separazione delle goccioline liquide contenute allo stato di nebbie nei gas provenienti da processi elettrolitici, impianti di distillazione di carboni fossili ecc. Gli elettrodi negativi sono costituiti da fili di piccola sezione o da striscioline o da bacchette a forma di spiga: a essi viene applicata una elevata tensione (50-100 kV) così da creare, in virtù della forma degli elettrodi, un campo elettrico con effetto fortemente ionizzante sul gas. Gli ioni positivi che così si formano restano aderenti agli elettrodi negativi, mentre gli ioni negativi sono irradiati a forte velocità verso gli elettrodi positivi che hanno elevata superficie. Durante il percorso attraverso la corrente gassosa, gli ioni negativi collidono con le particelle o con le goccioline sospese: queste si caricano negativamente e anch’esse migrano verso gli elettrodi positivi che così funzionano da superfici di raccolta e vengono perciò detti elettrodi collettori o di captazione (mentre quelli negativi sono detti elettrodi caricatori o di emissione). Il rendimento di una e. (cioè la frazione di particelle contenute inizialmente nel gas che vengono separate) è generalmente compreso fra il 90 e il 99% e si mantiene elevato anche in corrispondenza a diametri molto piccoli delle particelle da separare (fino a 1-5 µm).