Nome comune della classe (Coniferopsida) delle Gimnosperme comprendente piante legnose, che abbondano nelle regioni temperate e fredde dell’Emisfero boreale; scarseggiano nell’Africa e nell’Emisfero australe. La moderna sistematica cladistica distingue all’interno delle C. gli ordini: Pinali (fig. 1) con le famiglie Araucariacee, Cefalotassacee, Cupressacee, Pinacee, Podocarpacee, Tassodiacee; Tassali comprendente la famiglia Tassacee; Lebachiali di piante ormai estinte. In passato le C. erano distinte al rango di ordine (Coniferali), e insieme alle Cordaitali (➔) costituivano la classe Coniferopside, ma nella sistematica più recente si preferisce elevare tali ordini al rango di classe, rispettivamente: Coniferopsida e Cordaitopsida.
Le C. possono avere statura colossale (fino a 65 m in certi abeti, 110 m in Sequoiadendron giganteum); altre volte sono piccoli arbusti come Juniperus nana; talora hanno portamento ramificato e strisciante, come Pinus mugo. Il fusto delle C. è molto ramoso, con ramificazione monopodiale e, di rado, simpodiale; in molti casi si distinguono rami normali (macroblasti) e rami brevi (brachiblasti), questi ultimi con foglie quasi sempre aghiformi (pertanto le C. sono chiamate anche aghifoglie); non mancano forme con lamina ampia (Podocarpacee) o con foglie piccolissime, squamiformi (Cupressacee). Alcune (cipressi, pini, alcuni ginepri) hanno protofilli diversi dalle foglie normali, e spesso le foglie delle C. sono ridotte a catafilli (per es., a protezione delle gemme). La fillotassi è generalmente a spirale, nelle Cupressacee (fig. 2) è a verticilli dimeri o trimeri; nel primo caso si hanno anche foglie molto accostate, formanti ciuffi, di 2-7 nei pini, di 30-40 in Larix, Cedrus.
I fiori sono unisessuali e le piante possono essere monoiche o dioiche; in certi casi la gemma fiorale è protetta da squame che formano una sorta di perianzio. I fiori maschili (staminiferi) sono solitari o riuniti in infiorescenze racemose; sono costituiti da un asse che porta le foglie staminali, a squama o peltate, in un numero vario, corrispondenti agli stami delle Angiosperme; tali foglie sono disposte come le foglie normali: ognuna con 2-20 sacchi pollinici alla pagina inferiore. Il polline è copioso e diffuso dal vento, tanto che all’epoca della fioritura si può avere la cosiddetta pioggia di zolfo. I fiori femminili sono disposti lungo un asse e sono costituiti da squame carpellari; ogni squama reca un solo ovulo nelle Araucariacee, 2 o più nelle altre, sopra un’altra squametta più o meno evidente (squama ovulifera od ovuligera). Gli ovuli, diritti o rovesciati, hanno un solo tegumento. L’endosperma che si forma nel sacco embrionale, prima e indipendentemente dalla fecondazione, è un tessuto aploide che rappresenta il protallo (gametofito) e in esso si differenziano gli archegoni. Al momento dell’antesi l’ovulo secerne una goccia di liquido che trattiene i granelli pollinici trasportati dal vento. Nella maggior parte dei casi le squame ovulifere s’ingrandiscono e lignificano durante la maturazione dei semi (fig. 2), costituendo il cono o strobilo; nei ginepri esse diventano carnose, fondendosi in un corpo unico, detto coccola, simile a una bacca. In Taxus i fiori sono solitari, e alla fine il seme è circondato da un corpo carnoso (arillo) che deriva da un cercine posto alla base dell’ovulo. Il guscio del seme è quasi sempre legnoso e duro; in alcune Taxacee ha apparenza drupacea. I cotiledoni sono di solito 2 (nelle Pinacee variano secondo il genere e la specie da 3 a 18). Secondo alcuni autori, il fiore femminile della maggior parte delle C. (per es., un cono giovane di abete) è da interpretare come un’infiorescenza a spiga, nella quale si distinguono le squame sterili o copritrici, che corrisponderebbero a brattee; ognuna di queste reca alla sua ascella un fiore formato di un asse ridottissimo o non visibile che porta un carpello o squama ovulifera, che quasi si consuma durante la formazione dell’ovulo.
Nella struttura primaria del fusto, i vasi constano soltanto di tracheidi spiralate o anulate, nella secondaria si formano solo tracheidi, di norma a punteggiatura areolata, e scarso parenchima; il legno è quindi omoxilo, ma numerosi elementi spiralati si trovano in Cephalotaxus, Tams e Torreya; sporadicamente anche in Abies, Larix, Tsuga, Pseudotsuga, Phyllocladus ecc. Le cerchie annuali di norma sono evidenti. Eccetto che in Taxus e Austrotaxus, esistono canali resiniferi schizogenici nei vari organi: foglie, legno e specialmente corteccia. La struttura delle foglie è xeromorfa; in genere si ha una sola nervatura, semplice, costituita però nelle Pinacee da due fasci circondati da tessuto di trasfusione. Il numero dei canali resiniferi nelle foglie e altre loro particolarità forniscono buoni criteri per distinguere i generi e anche, spesso, le specie.
Numerose specie di C. sono spontanee in Italia, soprattutto nella regione alpina e nelle zone litoranee. Diverse specie, anche esotiche, sono apprezzate piante ornamentali. Le C. forniscono legnami, materia prima per carta da stampa, resine, pece, trementina, semi eduli.
C. e Cordaitali in passato venivano raggruppate con Ginkgoali e Gnetali nella divisione Coniferofite. A questo gruppo appartengono senza dubbio le C. e le Cordaitali considerate come classi, mentre le Ginkgoali e le Gnetali ne vengono escluse perché considerate come divisioni autonome (Ginkgofite e Gnetofite). Da un punto di vista evolutivo, le Coniferofite presentano nuove caratteristiche degli apparati riproduttivi rispetto agli altri gruppi delle Gimnosperme. Tra queste si riscontra la dipendenza trofica fra le tre generazioni dello sporofito, del gametofito e del nuovo sporofito (embrione), fino a maturazione del seme. Un’altra innovazione riguarda gli strobili che assumono un’organizzazione simile a quella del fiore delle Angiosperme, anche per la presenza di foglie sterili alla base che costituiscono un perianzio rudimentale. Infine, per la prima volta nella scala evolutiva delle piante terrestri, i gameti maschili risultano privi di flagelli e il polline sviluppa un tubetto pollinico che arriva fino agli archegoni dove vengono liberati i gameti.