In aeronautica, moto su traiettoria curvilinea di un aeromobile che cambia rotta. La v. di norma si effettua imponendo un angolo ϕ tra piano alare e piano orizzontale per cui la componente orizzontale della portanza L bilancia la forza centrifuga, quella verticale bilancia il peso mg, supposta nulla la forza aerodinamica laterale (il che si ha con angolo di derapata). Il raggio di curvatura della traiettoria è R=mV2/Lsen ϕ, il fattore di carico normale nz è L/mg=1/cos ϕ. La v. a velocità e quota costanti è detta v. corretta, la risultante delle forze aerodinamiche e propulsive giace nel piano di simmetria del velivolo, per cui esso non può né scivolare né sbandare (la sferetta dello sbandometro nella v. corretta è al centro). Una v. corretta con velocità angolare Ω=(2π/120)rad/s è detta v. standard o anche v. strumentale (va effettuata durante le procedure strumentali in allontanamento e avvicinamento a un aeroporto o in attesa su una radioassistenza); inclinazione, raggio di curvatura e fattore di carico dipendono solo dalla velocità V. Il raggio minimo di una v. corretta a una data velocità dipende, al di sopra della velocità di stallo (a cui la quota non si mantiene), da coefficiente di portanza massimo e da massimo fattore di carico (o massima spinta erogabile). Riferita al moto del baricentro, la v. è per es. orizzontale, in cabrata (a spirale in salita), in picchiata (a spirale in discesa). Riferita alla posizione del velivolo nello spazio, la v. è per es. a 90° (se il piano alare è inclinato di circa 90° rispetto all’orizzonte) o larga (se il piano alare è poco inclinato). La v. con piano alare quasi orizzontale è detta v. piatta.
In marina, il brusco mutamento di direzione che una nave subisce per l’azione del mare o del vento, e anche v. di bordo o semplicemente v., la manovra effettuata per cambiare di mura, vale a dire per ricevere il vento da un’altra direzione in modo da cambiare l’andatura.