vagina anatomia e medicina Organo copulatore femminile, costituito da un canale muscolo-membranoso a cavità virtuale allo stato di riposo, esteso dalla vulva all’utero. È organo impari e mediano, situato nel perineo anteriore, che attraversa, collocandosi tra la vescica, l’uretra e il retto. È lunga circa 7-12 cm, larga 2,5-3 cm; la parete ha uno spessore di 3 mm. Durante la copula le dimensioni si modificano adattandosi all’organo copulatore maschile. L’estremo inferiore si apre alla vulva, a livello della quale si trova l’imene; l’estremo superiore corrisponde al collo dell’utero attorno al quale la parete della v. si riflette a formare i fornici vaginali; tra i due estremi è compreso il corpo della vagina. Le pareti si compongono di uno strato connettivo esterno, di uno strato muscolare, di una mucosa. La v. è irrorata dall’arteria vaginale, ramo dell’arteria ipogastrica; il plesso vaginale è l’insieme delle vene della vagina.
In condizioni fisiologiche la v. è umettata da una piccola quantità di un secreto denso contenente batteri, cellule epiteliali di sfaldamento, rari leucociti, muco ed eventualmente cellule provenienti dalla cavità uterina. La flora batterica vaginale subisce notevoli variazioni nel corso della vita. Nell’età prepubere è rappresentata da germi saprofiti, generalmente senza bacilli di Döderlein che, invece, compaiono prima del menarca e addirittura prevalgono dopo la pubertà. Anche il pH vaginale presenta notevoli variazioni, in rapporto all’età e allo stato fisiologico. L’esame microscopico delle cellule presenti nel secreto vaginale, il cosiddetto pap test, prelevato a livello dei fornici e della portio vaginalis mediante cannula aspirante, poi strisciato su vetrino e infine colorato, riveste un notevole interesse clinico, sia per diagnosticare disordini endocrini, sia per valutare gli effetti di cure ormoniche, sia per effettuare diagnosi precoce del cancro genitale. A tal fine il materiale per allestire lo striscio vaginale viene prelevato anche dal canale del collo uterino ed eventualmente dalla cavità dell’utero.
La patologia della v. comprende malformazioni congenite e acquisite, prolasso, affezioni infiammatorie, tumori, cisti ecc. Vaginismo Stato spastico della muscolatura vulvo-vagino-perineale e, talora, dei muscoli adduttori della coscia, che rende impervia la v., ostacolando o inibendo il rapporto sessuale e, a volte, lo stesso esame ginecologico. In genere è dovuto a cause psicogene ed esprime un’avversione fobica al rapporto sessuale; meno frequentemente è dovuto a cause organiche cui si associano componenti emozionali. Vaginite Infiammazione, acuta o cronica, della v. (detta anche colpite), per lo più caratterizzata da aumento dell’essudato vaginale e da altri fenomeni infiammatori locali e, talvolta, dal dolore. Le vaginiti si distinguono in primitive e secondarie; a seconda del tipo delle alterazioni si distinguono in semplici, granulose, ulcerative ecc. Le più importanti sono la gonococcica, la senile, quella da Trichomonas e da Candida. La cura varia in rapporto al tipo e alle cause. Vaginocervicite Processo infiammatorio a carico di v. e collo uterino. Vaginodinia Genericamente, ogni dolore che ha sede od origine nella vagina. Vaginografia Radiografia della v. previa introduzione di mezzo di contrasto, volta a evidenziare malformazioni congenite, fistole ecc. Vaginoperineotomia Incisione chirurgica vaginoperineale rivolta ad ampliare l’orifizio vaginale. Vaginopessia Intervento chirurgico rivolto a fissare la v. prolassata. zoologia Vaginite granulosa dei bovini Malattia infettiva e contagiosa dei bovini, caratterizzata da un processo infiammatorio catarrale, talvolta purulento, acuto, subacuto o cronico, della mucosa vaginale, con formazione di piccoli noduli. L’infezione è sostenuta da streptococchi che s’impianterebbero sulla mucosa già attaccata da Trichomonas foetus e dal virus dell’esantema coitale. La malattia, qualora non sia tempestivamente trattata, può essere causa di sterilità.