Psicofisico (Ogden, Utah, 1906 - Vail, Colorado, 1973). Prof. di psicologia (dal 1946) e poi di psicofisica (dal 1962) alla Harvard University. Fondamentali i suoi studî di psicofisica, iniziati (1936-37) con un'analisi della correlazione fra altezza sonora percepita e frequenza del suono e con la costruzione di un'opportuna scala di misura. Un approfondimento dei complessi problemi legati alla tradizione della ricerca psicofisica portava successivamente S. a concludere che la relazione fra stimolo e sensazione poteva essere ben rappresentata, non dalla legge "logaritmica" di G. T. Fechner, ma da una funzione del tipo Ψ=κϕβ dove Ψ è l'intensità della sensazione, ϕ l'intensità dello stimolo, la costante κ dipende dalle unità di misura e l'esponente β dalle caratteristiche specifiche della modalità sensoriale studiata e dai parametri dell'esperimento. Non più dunque (come per Fechner) corrispondenza tra rapporti di stimoli e differenza di sensazioni, ma tra rapporti di stimoli e rapporti di sensazioni. La nuova legge (legge della potenza, o di S.) fu poi generalizzata con successo, cioè estesa dalla modalità sensoriale rispetto alla quale era stata formulata (quella acustica), ad altre modalità sensoriali (tatto, vista, ecc.), per cui può considerarsi la legge psicofisica fondamentale. Importante anche il contributo di S. ai problemi della misurazione in generale e della costruzione delle scale di misura in particolare, specie per quanto riguarda il campo della psicologia. Nell'ambito metodologico S. è stato uno dei più convinti sostenitori (insieme a E. G. Boring) dell'applicazione del metodo operazionale alla ricerca psicologica. Di grande rilievo il Handbook of experimental psychology (1951), di cui fu il curatore. Opere principali: Hearing; its psychology and physiology (in collab. con H. Davis, 1938); The varieties of human physique (in collab. con W. H. Sheldon e W. B. Tucker, 1940); Psychophysics: introduction to its perceptual, neural and social prospects (post., 1975).