Genere di Batteri della famiglia Enterobatteriacee che comprende un gruppo molto numeroso di batteri gram-negativi. Il nome deriva da quello del medico statunitense Daniel Elmer Salmon (Mount Olive, New Jersey, 1850 - Butte, Montana, 1914). I microrganismi appartenenti al genere S. sono ubiquitari e patogeni per l’uomo e per gli animali, nei quali provocano solitamente una gastroenterite acuta, detta salmonellosi, a decorso benigno. Fanno eccezione gli agenti responsabili della febbre tifoide e paratifoide che colpiscono solo l’uomo e provocano sempre un’infezione generalizzata.
Le s. parassitano soprattutto l’intestino dell’uomo e degli animali domestici e selvatici; possono essere talvolta isolate anche dal sangue e dagli organi interni dei Vertebrati. Si trovano frequentemente nei liquami, nei fiumi, in altre acque, nel suolo, dove però non si moltiplicano in maniera significativa. In condizioni ambientali favorevoli possono sopravvivere per settimane nelle acque e per mesi nel suolo. Vengono anche isolate da molti alimenti, inclusi vegetali e frutta, e sono anche contaminanti di rilievo di mangimi composti da proteine animali. Un alimento può essere contaminato da s. perché deriva da un animale infetto o perché è venuto a contatto con feci di animali o di persone infette. Gli alimenti più comunemente implicati nelle epidemie sono: carne e prodotti a base di carne, pollame, uova e prodotti a base di uova, latte non pastorizzato o prodotti caseari. Il contagio interumano per via diretta fecale-orale può assumere rilevanza in casi particolari, come nei reparti pediatrici. Responsabili del contagio diretto sono in genere i portatori che non presentano alcuna sintomatologia manifesta e che sono stimati essere circa lo 0,2% della popolazione.
Le salmonellosi presentano quadri morbosi assai diversi tra loro, caratterizzati per lo più da disturbi gastroenterici, spesso con il quadro delle tossinfezioni (stato tifoso), oppure da fenomeni settici generali, o da lesioni infiammatorie localizzate a carattere purulento. Alle salmonellosi, oltre al tifo addominale, appartengono le diverse forme di paratifo, alcune tossinfezioni di origine alimentare e diverse forme di enterocolite che nell’adulto sono per lo più a carattere benigno, mentre possono presentare una certa gravità nei lattanti e nei bambini. La gravità dipende dall’agente eziologico specifico e dall’estensione del processo morboso. La terapia, di solito, è soltanto sintomatica: dieta liquida e reidratazione orale. Nelle forme setticemiche e suppurative, come nella febbre tifoide e paratifoide, è indicato l’uso del cloramfenicolo come trattamento iniziale; se il germe è sensibile si usa l’ampicillina per trattamenti prolungati. Per un’efficace profilassi, è fondamentale cuocere bene gli alimenti, specie quelli di origine animale (uova, pollame e altre carni); evitare il consumo di uova crude o di salse e dolci a base di uova crude; usare latte pastorizzato.