Zona costiera, riconducibile fondamentalmente a due tipi: coste alte rocciose e basse sabbiose, le quali possono essere attaccate direttamente alla terraferma (cordoni litorali) oppure esserne separate da una baia o da una laguna (barriera litorale). Da un punto di vista sedimentologico, la zona rappresenta una fascia comprensiva di ambienti e sedimenti sia subaerei sia sottomarini, dove sono presenti sia acque dolci e salmastre sia acque marine. Il limite di questa zona è rappresentato verso terra dal livello massimo raggiunto dalle maree e dalle onde durante le fasi di tempesta, verso mare dalla profondità in cui i sedimenti risentono ancora dell’azione trattiva delle onde e delle maree. Tale profondità è variabile, a seconda delle condizioni del mare, tra i 10 e i 30 m. Sedimento o deposito litorale è il materiale costituito da ghiaie, sabbie e fanghi, deposto dal moto ondoso e dalle correnti che lo trasportano lungo costa (deriva litorale).
Insieme degli interventi per combattere il fenomeno di arretramento delle spiagge; tale fenomeno si è manifestato in misura sempre più evidente dalla seconda metà del 20° sec., a causa di una concomitanza di fattori dovuti all’uomo (sistemazioni agrarie e forestali, invasi artificiali, estrazioni di inerti ecc.) e di fattori naturali (eustatismo e subsidenza). Le prime opere di difesa, essenzialmente opere parallele a riva od ortogonali, hanno soprattutto uno scopo di difesa meccanica dalle ondazioni, arrestando l’erosione per la riduzione dell’entità del moto ondoso, e ottenendo avanzamenti della linea di battigia per modifiche del campo delle correnti ingenerate dal moto ondoso stesso. Si ottengono così i caratteristici tomboli (dietro alle opere parallele a riva) e i profili a denti di sega (nel caso di adozione di opere normali o pennelli). A volte le opere di difesa sono di tipo aderente, costituendo semplice difesa meccanica.
Le opere descritte risultano generalmente efficaci ai fini della pura e semplice difesa dei tratti di costa direttamente prospicienti, ma spesso ingenerano sfavorevoli ripercussioni anche a grande distanza, e quasi sempre peggiorano la fruibilità delle spiagge dal punto di vista balneare. Vengono pertanto adottate soluzioni alternative, ugualmente efficaci, ma meglio inserite nell’ambiente naturale, utilizzando talora materiale di apporto di origine terrestre o marina. I notevoli progressi realizzati nella conoscenza dei meccanismi che presiedono al trasporto dei materiali nella direzione parallela e normale alle spiagge consentono di realizzare ripascimenti (opere di difesa grazie alle quali il materiale depositato prevale su quello eroso). Di volta in volta vengono utilizzati ripascimenti semplici senza alcuna protezione, ripascimenti protetti con barra al piede ed eventuali pennelli di contenimento, ripascimenti contenuti fra elementi del tipo ‘a martello’. Inoltre, nell’ambito delle difese parallele vengono talvolta abbandonate le dighe emergenti a favore di quelle sommerse.
Sulle rive del mare si osservano consorzi vegetali caratteristici, di costituzione floristica varia da regione a regione, in rapporto al clima e ad altri fattori; tali consorzi, sotto l’influenza della salinità, si succedono in zone parallele alla costa: quelli più vicini al mare sono costituiti da piante alofite tipiche (alcune specie di licheni ed Angiosperme), quelli più lontani dal mare da specie che possono sopportare un certo grado di salinità. In generale prevalgono piante erbacee con caratteri xeromorfici, che le rendono capaci di vivere in un substrato che, per la forte concentrazione di sali, è fisiologicamente arido (piante alofite; ➔ alofilia). La vegetazione delle sabbie e delle dune litoranee presenta piante caratteristiche come Agropyrum litorale e Ammophila e nei paesi caldi Ipomoea pes-caprae ecc. Sulle coste tropicali esistono consorzi diversi, in cui, a seconda delle regioni, prevalgono i pandani, le casuarine o le mangrovie ecc.
Fauna che popola le acque prossime alle coste, nel mare quanto nei laghi, legata a condizioni ambientali particolari, dipendenti dalla profondità delle acque, dalla natura litologica del substrato, dal tipo di vegetazione, dalla configurazione delle coste ecc., condizioni che caratterizzano la regione faunistica del dominio costiero.
Le condizioni di vita delle acque costiere, ora permanenti, ora mutevoli, permettono di distinguere varie associazioni faunistiche, le biocenosi costiere. Così vi è una zona epilitorale o sopramarina, caratterizzata da scarsa fauna, e più in basso una zona sopralitorale, con fauna prevalentemente terrestre e marina. Segue una zona eulitorale o subterrestre o intercotidale, inclusa fra i limiti delle maree, la cui fauna comprende in prevalenza animali capaci di sopportare le periodiche emersioni come Molluschi, Cirripedi, Policheti, Turbellari, Attinie ecc. Scendendo più in profondità, lungo la costa, si entra nel mondo perennemente sommerso in cui, per le condizioni di tranquillità delle acque, possono prosperare animali più fragili. Grande importanza, in questa zona, hanno i fattori: luce, temperatura, abbondanza di ossigeno e una ricca vegetazione. È la zona delle alghe sommerse e delle Zoosteracee, con complessi faunistici ricchi. Oltre i 20-30 m o al massimo 50 m, con l’attenuarsi della luce e il rarefarsi del mondo vegetale, la facies faunistica cambia di nuovo nella regione sublitorale o infralitorale, diversificandosi a seconda che si tratti di coste rocciose, di spiagge di erosione o di deposito, o di fondi sabbiosi o fangosi. Sui fondi fangosi della platea continentale vivono Gasteropodi, Bivalvi, Anellidi, Policheti, Crostacei, Echinodermi e molte specie di pesci che rappresentano la fonte maggiore di raccolta delle reti di pesca a strascico. Nei banchi rocciosi, che si sollevano in genere a 40-50 m, nella regione sublitorale, e dove nei nostri mari vive anche il corallo, abita una ricca fauna di pesci, stelle di mare, ofiure, Echinoidi, Anellidi, granchi, gamberi, Molluschi ecc. Appartengono, infine, alla fauna litoranea: la fauna delle pozze di scogliera, delle scogliere (banchi e isole coralline) madreporiche, delle formazioni a mangrovie, degli stagni salsi litorali. Anche nei laghi la fauna litoranea è rappresentata da vari complessi faunistici, dipendenti dalla natura della costa, dalla profondità, dalla vegetazione ecc.