(o rado) Elemento chimico del gruppo dei gas nobili; emanazione radioattiva derivante dal radio, avente numero atomico 86 e peso atomico 222. Simbolo Rn. Si disintegra, emettendo particelle α, con periodo di dimezzamento di 3,8 giorni, in radio A.
Fu scoperto da M. Curie e E.F. Dorn (1898). Suoi isotopi sono le emanazioni radioattive del torio (thoron) e dell’attinio (attinon). Per reazione nucleare sono stati preparati numerosi isotopi radioattivi del r., con numero di massa compreso fra 204 e 224, quasi tutti con vita media piuttosto breve (da frazioni di secondo a qualche minuto o al massimo a qualche ora). Il r. è, al pari degli altri gas nobili, chimicamente inerte; si conosce però un suo composto, il fluoruro, che si forma per reazione a caldo del r. col fluoro. Gas incolore, bolle a −62 °C, solidifica a −71°C; a 0 °C e a pressione atmosferica la sua densità è 9,73 g/l. Viene fortemente adsorbito da superfici di diversa natura; raffreddato o compresso, condensa formando un liquido incolore dotato di fluorescenza blu o verde-blu.
Concentrazioni di r. superiori ai livelli normali sono talvolta riscontrabili all’interno degli edifici; questa particolare forma di inquinamento è da attribuire alla presenza di r. nelle rocce sottostanti gli edifici o negli stessi materiali usati per la costruzione (v. fig.). Per le abitazioni, nel 1990 la Comunità Europea ha indicato in 400 Bq/m3 il livello di concentrazione di r. in edifici esistenti, al di sopra del quale è opportuno effettuare interventi di bonifica; per gli edifici di nuova costruzione si raccomanda di non superare il valore di 200 Bq/m3. È stato valutato che più del 50% dell’intera dose di radiazioni ionizzanti ricevuta dalla popolazione nei paesi industrializzati è dovuta all’esposizione al r. in ambienti chiusi (r. indoor).