• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

plurale

Enciclopedia on line
  • Condividi

In linguistica e grammatica, un aspetto della categoria grammaticale del numero che, contrapposto al singolare (e, dove esiste, al duale, triale e quattrale), indica che le persone o le cose sono più di una (e rispettivamente più di due, tre, quattro).

Mentre nelle lingue indoeuropee il p. è distinto dal singolare, e in alcune dal duale, da un sistema di suffissi e desinenze diversi sia nella declinazione sia nella coniugazione, in altre lingue prive di flessione il p. è indicato con l’unione di una parola indicante «moltitudine» (per es., in cinese, men), o con la ripetizione totale della parola (per es., in sumero, kur «monte» e kur kur «monti»), o anche con la ripetizione parziale di un elemento di essa (per es., della prima sillaba nel nahuatl, la lingua indigena degli Aztechi: kalli «casa», kakalli «case»), oppure con un prefisso o un suffisso di origine pronominale.

Nella lingua italiana, i nomi e aggettivi maschili in -o e in -e hanno il p. in -i (tavolo-tavoli, felice-felici); i femminili hanno il p. -e se terminano in -a (finestra-finestre), -i se terminano in -e (nave-navi). Sono invariabili al p.: maschili e femminili in -i (il, i brindisi; la, le crisi); i monosillabi (il, i re; la, le gru); le parole terminanti in vocale tonica (il, i caffè; la, le virtù); i nomi in consonante (il, i lapis; il, i film). Tra i nomi maschili in -a alcuni fanno il p. in -i (poema-poemi), altri sono invariabili (il, i delta). Tra i femminili in -ie, alcuni fanno -i (moglie-mogli), altri sono invariabili (la, le serie), mentre c’è oscillazione tra i p. effigie ed effigi, superficie e superfici. Dei nomi femminili in -o, mano ha il p. -i e gli altri (tutti neologismi) sono invariabili (la, le radio). Dei nomi maschili in -co, -go, alcuni fanno al p. -ci, -gi (amico-amici, teologo-teologi), altri -chi, -ghi (elenco-elenchi, dialogo-dialoghi); lo stesso comportamento hanno gli aggettivi in -co (pratico-pratici di fronte a carico-carichi), mentre quelli in -go hanno solo un p. in -ghi (larghi). I nomi in -ca, -ga fanno tutti al p. -chi, -ghi se maschili (monarca-monarchi, collega-colleghi), -che, -ghe se femminili (banca-banche, paga-paghe). I nomi e aggettivi maschili in io con -i atona hanno sempre il p. con una i sola se terminano in -cio, -chio, -gio, -ghio, -glio, -scio, -aio, -eio, -oio, -uio (bacio-baci, vecchio-vecchi, grigio-grigi, mugghio-mugghi, taglio-tagli, uscio-usci, saio-sai, leguleio-legulei, corridoio-corridoi, buio-bui); negli altri casi si ricorre talvolta a un contrassegno grafico particolare (-i, -î, -ii), anche se oggi si preferisce lasciarli invariati e affidare la distinzione al contesto. I femminili in -cia, -gia, -scia (con i atona), sostantivi e aggettivi, fanno il p. in -ce, -ge, -sce (lancia-lance, saggia-sagge, fascia-fasce), ma l’-i è spesso conservata nella scrittura quando ha una giustificazione etimologica (socia-socie, regia-regie, provincia-province o provincie) e in genere quando la -c- o la -g- è preceduta immediatamente da vocale tonica (micia-micie o mice, grigia-grigie o grige). Un caso particolare è costituito dai sostantivi maschili che al p. assumono la terminazione -a del neutro latino, diventando femminili (l’uovo-le uova, il lenzuolo-le lenzuola ecc.), mentre per alcuni di essi sussistono tutte e due le possibilità, con una sensibile differenza semantica (filo, p. i fili, e le fila; braccio, p. i bracci e le braccia ecc.). Anomali sono i p. di dio (dei), uomo (uomini), bue (buoi). I sostantivi composti hanno, a seconda del tipo di composizione, quattro diversi modi di formare il p.: alterando il solo secondo elemento (francobollo-francobolli; ferrovia-ferrovie); alterando il solo primo elemento (capostazione-capistazione); alterandoli tutti e due (terracotta-terrecotte); rimanendo invariati (il, i portamonete; il, i sottoscala). Gli aggettivi composti si comportano come semplici quando sono formati dalla giustapposizione di due aggettivi (grigioverde-grigioverdi) o hanno un aggettivo come secondo componente (sempreverde-sempreverdi), sono invariabili se la composizione è di altro tipo (dabbene, anticarro).

Vedi anche
pronome Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose, precisandone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti ... aggettivo Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’aggettivo è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce ... nominativo Caso grammaticale che indica il soggetto dell’azione con il verbo attivo, l’oggetto dell’azione con il verbo passivo. La sua desinenza nell’indoeuropeo è di norma -s nel singolare (ma temi in -ā, -n, -r, -s, omettono di solito la desinenza); -es (contratto in -ās, -ōs con la finale di temi in -ā, -o; ... genitivo Secondo la tradizione grammaticale classica, il secondo caso della declinazione greca e latina. Si è dato poi il nome di genitivo anche a modificazioni flessionali nominali di altre lingue, che abbiano funzioni sintattiche analoghe. Le più comuni desinenze indoeuropee di genitivo singolare sono -es, ...
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • LINGUA ITALIANA
  • VOCALE TONICA
  • DECLINAZIONE
  • CONIUGAZIONE
  • DESINENZE
Vocabolario
plurale
plurale agg. e s. m. [dal lat. pluralis, der. di plus pluris «più»]. – Che si riferisce a più persone o cose, che indica o esprime il concetto della molteplicità. È termine usato esclusivam. in linguistica e grammatica, in quanto costituisce...
sinistra plurale
sinistra plurale loc. s.le f. Grande coalizione politica che comprende tutti i partiti e i movimenti che si ispirano agli ideali della sinistra. ◆ c’è una terza linea che fa capo alla Cgil e che cerca un incontro non solo elettorale con...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali