In contabilità, p. contabile, una scrittura di un conto o un insieme di scritture relative a un oggetto determinato, redatte in uno o più libri; p. di libro, una scrittura o un conto facente parte di un libro o registro.
La locuzione p. di giro contraddistingue, nella contabilità finanziaria di un ente pubblico, l’entrata o l’uscita finanziaria correlata a equivalente e connessa uscita o entrata finanziaria: così per es. fino al 1927 erano dette p. di giro le entrate e le spese che nel bilancio dello Stato avevano valore puramente figurativo, in quanto lo Stato ne era al tempo stesso creditore e debitore (per es., fitto di beni demaniali assegnati in uso ad amministrazioni dello Stato): per la loro scarsa importanza furono soppresse dalla legge sulla contabilità dello Stato 2783/9 dic. 1928. Il termine è poi usato anche per indicare metodi di scritture. Secondo le modalità di compilazione di queste si hanno: la p. doppia e la p. semplice. La p. doppia applica il principio della scrittura doppia, registrando ogni fatto amministrativo in due serie complete e antitetiche di conti corrispondenti a due aspetti contrapposti dell’oggetto complesso del sistema di scritture, e si avvale di un libro composto dai conti delle due serie (in cui ogni rilevazione nella sezione del ‘dare’ di uno o più conti della prima serie trova corrispondenza in una rilevazione nella sezione dell’‘avere’ di uno o più conti della seconda serie, e viceversa alcuni fatti che originano variazioni che si compensano trovano la loro rappresentazione nelle sezioni contrapposte di due o più conti della stessa serie) e di un libro giornale nel quale si redigono cronologicamente le scritture (articoli) dei fatti amministrativi, ponendo in evidenza per ognuno di questi la contrapposizione degli addebitamenti e degli accreditamenti con l’indicazione dei conti del mastro le cui variazioni vanno registrate in dare e poi di quei conti le cui variazioni vanno registrate in avere. Con il metodo della p. semplice, invece, i fatti di gestione si registrano in conti non legati da contrapposizioni di scritture e che quindi non costituiscono due serie complete e antitetiche. Ci si avvale cioè di un libro giornale in cui le registrazioni si redigono senza formalità, con la designazione pura e semplice dei fatti amministrativi (rilevando in una colonna i valori costituenti il movimento di cassa e in un’altra, denominata mastro, il movimento dei debiti e crediti), e di libri ausiliari relativi ai singoli elementi patrimoniali e a gruppi di spese e di profitti.
P. invisibili sono dette quelle poste attive o passive della bilancia internazionale dei pagamenti (➔ bilancia) che non si riferiscono a beni visibili (come quelli delle statistiche commerciali), quelle esportazioni o importazioni cioè di servizi che si realizzano tramite i noli della marina mercantile, il movimento turistico, il lavoro svolto all’estero dagli emigrati e all’interno da stranieri, l’investimento di capitali all’estero e viceversa. Queste p. danno luogo, come le esportazioni e importazioni visibili, a corrispondenti entrate o uscite di valuta e hanno un’importanza crescente per l’equilibrio dei rapporti economici con l’estero.
Forma di musica strumentale. In G. Frescobaldi (Toccate e partite d’intavolatura per cimbalo, 1614) consiste nella elaborazione strumentale di una canzone popolare in libere variazioni. Verso la metà del 17° sec. assunse lo stesso significato di suite, ovvero una raccolta di danze; solo J.S. Bach mantenne un’accurata distinzione, chiamando Partite le raccolte in cui si fa posto al capriccio, alla burlesca, all’aria, alla toccata. Nel 20° sec. vari compositori italiani (A. Casella, G. Petrassi, L. Dallapiccola, G.F. Ghedini) hanno scritto p. cercando di contemperare la stilizzazione dell’antica forma con la sensibilità moderna.