In genetica molecolare, gene che regola la proliferazione delle cellule, anche noto come antioncogene. Gli eventi che portano le cellule normali alla trasformazione neoplastica sono determinati da mutazioni in due classi di geni, i protooncogeni e gli oncosoppressori. I protooncogeni favoriscono la crescita cellulare, mentre gli antioncogeni la inibiscono. Nella maggior parte delle forme ereditarie di tumore sono presenti mutazioni dei geni oncosoppressori. Un individuo può ereditare da un genitore un allele mutato dell’o. ed è quindi eterozigote per questo gene; egli manifesterà una maggiore suscettibilità all’insorgenza del tumore in quanto un secondo evento di mutazione, in una cellula somatica, potrebbe inattivare l’altro allele normale. In quel particolare tessuto dove è avvenuta la seconda mutazione casuale sarà presente una cellula con due copie inattive del gene oncosoppressore. Accumulando alterazioni genetiche addizionali la cellula progredirà verso la neoplasia, ossia verso una proliferazione incontrollata.
A livello fenotipico la predisposizione a sviluppare una neoplasia maligna viene ereditata come un carattere dominante, poiché l’eterozigote presenta tale tendenza. Esaminata però a livello cellulare, la mutazione deve essere considerata recessiva, essendo necessaria una seconda mutazione per promuovere la trasformazione neoplastica.
Dopo la scoperta del primo o., cioè il gene che se mutato in entrambi gli alleli causa il retinoblastoma, sono stati identificati 30 o. mediante metodi di mappatura quale, per es., la clonazione posizionale (➔ mappa). Con questo metodo si identifica una zona del cromosoma nella quale il gene di interesse è presumibilmente presente: quindi si analizzano con saggi di mutazione tutti i geni presenti in quella zona sia in individui affetti da tumore sia in individui non affetti. L’o. viene identificato in quanto negli individui affetti presenta una sequenza nucleotidica mutata rispetto ai non affetti.