Pseudonimo di writer ed artista mauriziano (n. Mauritius 1967), britannico d’adozione. Quale membro identificativo della prima generazione di writer europei, il suo apporto è da considerarsi seminale per l’intero movimento del continente. Ad una fase più recente appartiene una ricerca orientata al solo figurativismo sostenuta dall’ingresso nel sistema delle gallerie.
L’infanzia trascorsa nei sobborghi di Londra a partire dalla seconda metà degli anni Settanta è vissuta a contatto con quell’humus di cultura popolare fatta di comics, fantasy e televisione che mette insieme le tessere del suo immaginario adolescenziale. Da qui anche i primi stimoli visuali sul writing, provenienti da serie televisive americane e video musicali, vedi Buffalo Gals (1983) di Malcolm McLaren. Nel 1984 il primo confronto diretto: Covent Garden, all’epoca crocevia e antro creativo dell’originaria scena hip-hop londinese. Fondamentale l’amicizia con Scribla, che lo introduce nell’ambiente e lo spinge a tradurre i suoi primi esperimenti su carta – naturale progressione di un mai sopito impulso per il disegno – a muro. L’anno successivo i due formeranno assieme ad altri writer The Chrome Angelz (TCA), sin dal principio la crew locale di riferimento per la qualità stilistica in grado di esprimere nel lavoro di tutti i suoi aderenti. Allo stesso tempo, l’incontro con il writer parigino Bando apre la connessione madre tra Londra e Parigi, la prima di una serie di rapporti tra diverse città ed aree del continente da cui scaturirà la formazione di un autentico stile europeo. M. e i TCA sono quindi assorbiti nella nuova crew internazionale dei Crime Time Kings (CTK), con epicentro al mitico Stalingrad di Parigi e ramificazioni che vanno da Amsterdam (Shoe; Delta) alla Scandinavia (Disey; Ziggy), sino a New York. Le lettere chirurgiche di Bando si combinano al vigore virtuosistico dei characters di M., riconosciuto globalmente come eccezionale interprete del genere dopo che uno dei suoi primi lavori parigini viene selezionato per la copertina di Spraycan Art (Henry Chalfant, James Prigoff, 1987), primo testo a documentare l’espansione del movimento anche al di fuori degli Stati Uniti. Il writer britannico, pur non trascurando il lettering, esprime il meglio del suo talento nel disegno del corpo umano, dove molteplici fonti – dai fumettisti della sua infanzia sino ai grandi maestri della storia dell’arte – partecipano nel dare vita a forme energiche, scandite da tratti inconfondibili, che affrancano l’inserto figurativo dal consueto ruolo accessorio nell’economia del pezzo. L’attenzione per il disegno dei corpi progredisce e si raffina nella dimensione da galleria del suo lavoro, la quale occupa la parte preponderante della ricerca attuale dell’artista. La cultura hip-hop, sebbene cambino strumenti e contesto, continua a rappresentare la radice da cui scaturisce un impianto compositivo sostenuto dalla struttura del ritmo e del dinamismo, componenti che governano e legano intimamente tra loro musica, danza e writing. Movimento, linee sinuose e volumi pieni tradiscono, inoltre, una notevole attrazione per il corpo femminile, paradigma di un’indagine che attraversa temi spazianti dall’amore all’erotismo e arriva sino al cuore della sfera sociale. Intensa l’attività espositiva: oltre alle numerose mostre personali in gallerie private europee, degne di nota sono le partecipazioni ad Art in the Streets (Moca, Los Angeles, 2011) e a The Bridges of Graffiti, mostra collaterale alla 56ma Biennale di Venezia. Nel 2014 M. realizza per l’album Songs of Innocents degli U2 un video artistico ambientato ad Omagh, nell’Irlanda del Nord, a testimonianza di una manifestata sensibilità per il ruolo sociale e comunitario dell’arte.