La comunità di organismi animali (zooplancton) e vegetali (fitoplancton) che vive fluttuante nella massa di acqua dei laghi, sempre che questi abbiano una profondità tale da permettere di riconoscervi una zona pelagica. Questa comunità è composta di organismi prevalentemente di dimensioni microscopiche, appartenenti a diversi gruppi sistematici. Soltanto alcuni planctonti hanno efficienti mezzi di locomozione, molto raramente però tali da resistere a moti di corrente. La maggior parte di essi segue passivamente i trasferimenti che la massa d’acqua nella quale vive va compiendo entro il bacino lacustre ed è capace di adattamenti che ne facilitano il sostentamento nella massa d’acqua stessa.
Ordinando per dimensioni crescenti gli organismi del l. troviamo: la microflora batterica e le microalghe; le alghe e protozoi; le forme larvali di Crostacei e Rotiferi; i Crostacei adulti. Tra i gruppi vegetali meglio rappresentati nel plancton delle acque continentali sono da ricordare: le Cianofite, le Clorofite, le Dinofite, le Crisofite, le Diatomee. Lo zooplancton comprende soprattutto Rotiferi e Crostacei, rappresentati da Cladoceri e da Copepodi.
Il l. occupa l’intera zona pelagica dei laghi e la sua distribuzione verticale è determinata dalla modificazione progressiva della intensità della radiazione solare, della temperatura, della concentrazione dei soluti, della turbolenza, che ne delimita strati che risultano preferenziali per determinate strutture di popolamento: il fitoplancton, per es., ha esigenze strettissime nei riguardi della luce e della temperatura, ed è quindi limitato nella sua distribuzione verticale agli strati d’acqua illuminati. Questo è vero anche per gli animali planctonici rigidamente legati alle alghe, che rappresentano la loro unica fonte di alimento. Oltre a una non uniforme distribuzione nello spazio, il plancton lacustre risente anche delle variazioni delle caratteristiche ambientali determinate dal succedersi delle stagioni: la luce, la temperatura, la disponibilità di sali, di gas disciolti variano fortemente lungo il corso dell’anno, influendo quindi sul metabolismo delle alghe e degli zooplanctonti.
Gli organismi planctonici che non siano dotati di adeguati mezzi di locomozione tendono a ‘cadere’ lentamente verso il fondo del lago, essendo la loro densità generalmente di poco superiore a quella dell’acqua. Per contrastare questa tendenza si sono evoluti adattamenti e strutture con la funzione di diminuire la densità degli organismi (goccioline di grasso, guaine gelatinose, riduzione dello spessore degli esoscheletri chitinosi e dei tegumenti in genere) oppure di aumentarne la portanza, funzione del rapporto tra l’area della superficie esterna e il volume (sviluppo di spine, formazione di colonie preferibilmente filamentose ecc.).
Il plancton lacustre, nel suo insieme di organismi vegetali e animali coesistenti, può essere considerato una comunità autosufficiente che regola, con l’intensità del suo metabolismo, le attività di altre comunità, quali quella bentonica, che vive a livello dei sedimenti lacustri, e quella nectonica, che s’identifica praticamente con l’ittiofauna.