anatomia e medicina
La regione dell’arto inferiore in cui si compie l’articolazione tra coscia e gamba; è delimitata da due piani orizzontali paralleli, passanti l’uno 4 cm al di sopra della base della rotula e l’altro per la tuberosità della tibia. Topograficamente si distinguono due regioni: rotulea o anteriore e poplitea o posteriore. La prima presenta centralmente il rilievo della rotula con due depressioni laterali di separazione dai condili femorali. La regione posteriore invece presenta i rilievi corrispondenti ai pilastri superiori della losanga poplitea con, al centro, il poplite, nel quale sono accolti l’arteria e la vena poplitea, i nervi tibiale e peroneo comune e alcune linfoghiandole. L’articolazione del g. è costituita da: condili femorali, tibia, rotula capsula articolare, due menischi, legamenti (rotuleo anteriormente, collaterale interno ed esterno, sui lati; crociati, intrarticolari). In essa si compiono movimenti di estensione e flessione.
La patologia del g. comprende deformità congenite (assenza della rotula, rotula segmentata ecc.) e acquisite (genu recurvatum, valgum e varum). Più rilevanti, per frequenza e importanza, sono le lesioni traumatiche (fratture, distorsioni, rottura dei menischi ecc.). Notevole importanza hanno anche le artriti (reumatiche, infettive ecc.) e piuttosto rari sono i tumori delle ossa o della capsula articolare. Le varie lesioni risultano accompagnate da segni più o meno caratteristici, quali per es. l’idrartro, l’emartro, la limitazione o l’abolizione delle escursioni articolari, la modificazione dei normali rapporti dei capi articolari.
G. a scatto Sintomo comune a diverse malattie articolari (esostosi, condromatosi, lussazioni meniscali ecc.), caratterizzato dall’arresto improvviso di un movimento di flessione o di estensione.
In elettronica e in elettrotecnica, g. di una curva caratteristica (per es., tensione-corrente, induzione magnetica-intensità del campo magnetico ecc.), tratto di tale curva in cui la pendenza varia rapidamente.
Nel linguaggio marinaresco, la zona centrale del remo, dove esso ruota, e che si appoggia alla scalmiera.
Nelle navi in legno, il primo elemento del secondo ordine di ciascuna ossatura, che dalla mezzeria si prolunga oltre il madiere fino alla metà del primo scalmo; nel linguaggio corrente serve anche a indicare, genericamente, la parte curva in cui la murata si unisce al fondo della carena.
Nei bovini e negli equini, l’articolazione dell’avambraccio con il metacarpo (stinco): corrisponde quindi alle ossa del carpo, e non è omologo né al g. né al gomito dell’uomo, bensì all’articolazione del polso. La corrispondente articolazione dell’arto posteriore dei quadrupedi si chiama garretto.