• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

fonema

Enciclopedia on line
  • Condividi

In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota un segmento fonico-acustico non suscettibile di ulteriore segmentazione in unità dotate di capacità distintiva (cioè capaci di differenziare due unità d’ordine più complesso). I f. di una lingua si individuano in base alla differenza acustica delle diverse combinazioni di un più piccolo numero di coefficienti acustico-articolatori, i quali, in quanto differenziano gli elementi di una coppia di f., sono detti tratti distintivi o pertinenti. In italiano, per es., un tratto pertinente è la sonorità, in quanto differenzia il f. ‹p› dal f. ‹b›,‹t› da ‹d› ecc. Inoltre, ‹p› e ‹b› sono nell’italiano comune contemporaneo due f. diversi (e non due varianti combinatorie o stilistiche) in quanto vi è almeno una coppia minima (per es., parca-barca) di unità d’ordine più complesso dei f. (e cioè i monemi, con il termine di H. Frei e A. Martinet, morfemi nella terminologia della linguistica americana), i cui termini si distinguono commutando ‹p› e ‹b›. Se tale coppia non vi fosse, si dovrebbe parlare di varianti di uno stesso fonema. Alle varianti con distribuzione complementare e caratteri legati al diverso contesto si dà il nome di varianti combinatorie od obbligatorie; alle variazioni commutabili si dà il nome di varianti libere o individuali o (R. Jakobson) stilistiche.

Nella rappresentazione grafica i simboli delle entità fonematiche sono racchiusi tra barre oblique, i simboli delle varianti sono racchiusi tra parentesi quadre: si scriverà perciò, per es.: in italiano il fonema /n/ in posizione post-vocalica ammette diverse varianti, come [n], [ṅ].

Secondo la definizione adottata nel 1928 dal Circolo linguistico di Praga, fonologia è la descrizione funzionale dei f. di una lingua o di una famiglia di determinate lingue, attraverso un metodo e una teoria chiamati anche fonetica strutturale (o fonematica). La fonologia studia i sistemi di f. in sincronia e diacronia, mirando a stabilire una gerarchia tra gli elementi centrali e indispensabili o normali e quelli periferici nel sistema fonematico. Tra gli sviluppi più interessanti va ricordata, nel secondo dopoguerra, la fonologia binaristica di Jakobson e dei suoi allievi. Dopo aver individuato nel tratto fonologico l’elemento minimo (insieme di caratteristiche allo stesso tempo acustiche, articolatorie e percettive) che costituisce il f., Jakobson è arrivato a identificare un repertorio universale di tratti: 12 tratti intrinseci o inerenti (TI), quali, per es., vocalico/non-vocalico, sonoro/sordo ecc., cui si aggiungono i tratti prosodici (TP) di lunghezza, intensità e altezza. Dall’insieme di tali tratti si dovranno enucleare per ciascuna lingua storica quelli strettamente necessari a distinguere ciascun f. da tutti gli altri, appunto i tratti distintivi (TD); per influenza della teoria della comunicazione, questi hanno indici binari: un f. è definito mediante l’assenza [−] o la presenza [+] di un determinato TD.

L’affermarsi della teoria generativo-trasformazionale di N. Chomsky ha condotto, tra la fine degli anni 1950 e i primissimi 1960, alla ridiscussione e al rifiuto del concetto stesso di f.: al posto della ‘fonem(at)ica autonoma’, Chomsky (con M. Halle) pone la fonologia generativa (o sistematica), in cui la componente fonologica è del tutto subordinata a quella sintattica, assegnando ‘interpretazioni foniche’ ai morfemi generati da quest’ultima. Accanto a tali correnti teoriche si colloca lo sviluppo sociolinguistico, del quale è massimo esponente W. Labov.

Vedi anche
fonetica Nella vecchia nomenclatura delle parti della linguistica, ramo della scienza linguistica che studia i suoni, o fonemi, articolati dall’apparato di fonazione umano allo scopo di significare. ● La fonetica si distingue in: fonetica descrittiva, che descrive i fonemi di una determinata lingua o di un ... parola Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase. linguistica Il termine parola non ammette una definizione unitaria ed esauriente, ... variante biologia Individuo che presenta, per un dato carattere, una differenza rispetto al tipo o alla media o alla norma; la comparsa di variante in popolazioni naturali è generalmente legata all’insorgenza di una mutazione (➔). linguistica Ciascuno dei diversi aspetti con cui si può presentare un medesimo ... prosodia Presso i grammatici greci, ogni particolarità accessoria che appare nella realizzazione di un suono nella parola, indipendentemente dall’articolazione essenziale di esso: intonazione, aspirazione, quantità ecc. In senso ristretto e più comunemente, ogni particolarità che concerne la quantità o durata ...
Categorie
  • LINGUISTICA GENERALE in Lingua
Tag
  • SOCIOLINGUISTICO
  • LINGUA SI
  • DIACRONIA
  • PROSODICI
  • FONOLOGIA
Altri risultati per fonema
  • fonemi
    Dizionario di Medicina (2010)
    Suoni emessi dall’apparato fonatorio che costituiscono l’elemento di contrasto, la minima unità differenziante e indivisibile di un sistema linguistico. Per individuare i f. di una data lingua si usa il criterio della ricerca di coppie minime, coppie di parole in cui un solo f. differente è sufficiente ...
  • fonema
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    fonèma [Dal gr. phónema "espressione vocale"] [FME] L'unità fonologica minima, ossia un segmento fonico-acustico non suscettibile di ulteriore segmentazione in unità distinte.
Vocabolario
fonèma
fonema fonèma s. m. [dal fr. phonème, e questo dal gr. ϕώνημα «espressione vocale», der. di ϕωνέω «produrre un suono»] (pl. -i). – In linguistica, ogni elemento sonoro, o unità elementare, del linguaggio articolato, considerato sotto l’aspetto...
fonèmico
fonemico fonèmico agg. [der. di fonema, sull’esempio dell’ingl. phonemic] (pl. m. -ci). – Sinon., meno com., di fonematico.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali