Fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro un ostacolo, può tornare a essere udito nel punto in cui è stato emesso. Perché un’e. sonora si produca è necessario che vi sia una distanza opportuna tra la sorgente sonora e la superficie riflettente; infatti, non riuscendo l’orecchio umano a percepire suoni distinti che si susseguono a intervalli minori di circa 0,1 s, occorre che tra l’istante in cui il suono cessa di essere emesso e l’istante in cui arriva il suono riflesso sia trascorso almeno tale tempo, cioè tra la sorgente sonora e la superficie riflettente vi sia, nell’aria, almeno una distanza di 17 m (essendo la velocità di propagazione del suono nell’aria uguale a circa 340 m/s; v. fig.). Tale distanza minima è sufficiente a produrre l’e. solo se il suono è di brevissima durata; ma se, per es., si pronuncia una sillaba, che dura in media 0,2 s, di fronte a una parete, questa, perché l’e. possa prodursi, deve essere a una distanza non minore di una cinquantina di metri. L’e. si avverte tanto più distintamente quanto maggiore è la distanza tra la sorgente sonora e la superficie riflettente, purché naturalmente essa non sia così grande da rendere, per fenomeni d’assorbimento, difficilmente percepibile il suono riflesso. Se il suono viene prodotto tra due superfici all’incirca piane e parallele, il suono riflesso dall’una torna a riflettersi sulla seconda, quindi di nuovo sulla prima, e così via; si ha la cosiddetta e. multipla, per la quale un breve suono può essere udito più volte.
Un fenomeno analogo a quello acustico si verifica per altri tipi di propagazione di energia per onde, per es. radioonde, e per segnali elettrici che si propagano lungo linee.
E. di spin Nei metodi di spettroscopia nucleare con impulsi a radiofrequenza, segnali ritardati che si accompagnano a quelli principali.
E. nei radiocollegamenti Denominazione impropria con la quale si indica il fenomeno per cui un segnale viene captato da un radioricevitore più volte in tempi successivi. Ciò può accadere localmente, se al ricevitore pervengono, oltre che segnali diretti, anche segnali riflessi da superfici circostanti l’antenna ricevente, oppure nel corso della propagazione, per il fatto che i segnali si riflettono in modo diverso sui diversi strati della ionosfera.
E. nella trasmissione dati Procedura consistente nel trasmettere indietro dal destinatario (elaboratore) alla sorgente (terminale remoto) il dato trasmesso. Con questa procedura di comunicazione il terminale può, per es., controllare il buon esito di ogni trasmissione confrontando il dato trasmesso con l’e. ricevuta (echo-check).