Sostanza chimica che provoca la caduta delle foglie ( defogliazione) e, spesso, la concomitante disseccazione. I d. hanno trovato largo impiego soprattutto nella coltura del cotone per privare la pianta delle foglie al momento della raccolta meccanica dei fiocchi; recentemente l’uso si è esteso anche ad altre colture (ricino, girasole) ed è stato proposto per la barbabietola da zucchero e per le patate. Dispersi sulle foglie, agiscono inizialmente come il fattore di crescita delle stesse (auxina). In un secondo tempo le foglie divengono incapaci di distruggere l’auxina e cadono per eccesso di crescita. I composti usati come d. possono essere inorganici: per es., clorato sodico, di magnesio, calciocianammide; più importanti sono i composti organici: acido cloroacrilico, derivati clorurati dell’acido fenossiacetico, derivati del piridilio.
I d., come gli erbicidi, quando sono impiegati su larga scala, producono profonde modificazioni ecologiche e biologiche con variazioni del regime di temperatura e dell’umidità, fenomeni di desertificazione e di degradazione delle foreste.