Stato insulare, nell’Oceano Indiano, situato a N del Canale di Mozambico, fra il Capo Delgado (Mozambico) e l’estrema punta settentrionale del Madagascar, fra 11° e 13° di lat. S e 43° e 45°30′ di long. E.
L’arcipelago comprende quattro isole principali: Gran Comora (o Njazidja, 1148 km2), Anjouan (o Nzwani, 424 km2), Mohéli (o Mwali, 290 km2) e Mayotte (374 km2). Già territorio d’oltremare francese, le C. sono divenute indipendenti nel 1975 (la sola isola di Mayotte è rimasta unita alla Francia).
Emergenze di rilievi vulcanici sottomarini, le C. presentano una morfologia varia, con forme più rilevate nella Gran Comora (cono attivo del Karthala, 2361 m), maggiormente spianate dall’erosione nelle altre isole. Il tipico regime monsonico determina la concentrazione delle piogge nel periodo novembre-aprile. Le temperature si aggirano intorno ai 25 °C, con escursioni stagionali molto deboli (3-4 °C).
La popolazione è composta in gran parte da meticci per l’innesto di elementi arabi e malgasci sull’originario sostrato bantu, ed è pressoché totalmente islamizzata. Il forte incremento demografico (tasso di accrescimento annuo del 29‰ negli anni 1990), insostenibile per la debole economia del paese, spinge gli abitanti a emigrare verso Stati africani (Tanzania, Mozambico) ed europei, mentre il tasso di disoccupazione rimane elevato.
L’economia è in assoluta prevalenza agricola, ma le terre coltivabili sono utilizzate per la coltura delle spezie (vaniglia) e delle essenze per profumo (ylang-ylang), per cui l’obiettivo dell’autosufficienza alimentare per il momento è irraggiungibile e le importazioni di riso, alimento base della popolazione, aumentano di anno in anno. Molto importanti le riserve ittiche, ma la pesca resta un’attività artigianale e non copre i bisogni della popolazione. Il settore manifatturiero (distillerie e impianti agroalimentari) è assai modesto, in quanto condizionato dalla ristrettezza del mercato interno e dalla debolezza delle infrastrutture. Malgrado l’insufficiente capacità d’accoglienza delle isole, il numero dei turisti è in crescita, ma l’instabilità politica, che ha caratterizzato il paese negli ultimi anni del 20° sec., ha fatto crollare il numero dei visitatori.
Soggette dal 10° sec. all’influenza araba, le C. furono governate fino al 19° sec. da sultani di origine araba o shirazica. Passate sotto il controllo della Francia le isole furono sottoposte dal 1914 all’amministrazione coloniale del Madagascar; occupate temporaneamente dagli Inglesi durante la Seconda guerra mondiale, divennero nel 1946 territorio francese d’oltremare e nel 1961 ottennero l’autonomia interna. In un referendum tenuto nel 1974 la maggioranza della popolazione dell’arcipelago optò per l’indipendenza; l’appoggio concesso dalla Francia all’isola di Mayotte, che sola si era espressa a sfavore, portò alla dichiarazione unilaterale di indipendenza (1975) da parte del Parlamento delle C. e alla secessione di Mayotte. Dopo pochi mesi il nuovo Stato fu ammesso alle Nazioni Unite, che più volte invitarono la Francia a ritirarsi da Mayotte; quest’ultima tuttavia riconfermò la propria volontà di restare unita alla Francia e nel 1976 ottenne da Parigi lo status speciale di collettività territoriale d’oltremare.
La rottura dei rapporti con Parigi contribuì ad alimentare l’instabilità politica del nuovo Stato. Il primo presidente della Repubblica, A. Abdallah, fu deposto nel 1975 da un colpo di Stato guidato dal leader progressista A. Soilih. Questi, eletto presidente nel 1976, tentò di dar vita a un’esperienza rivoluzionaria ma fu a sua volta rovesciato e ucciso nel maggio 1978 da mercenari francesi che riportarono al potere Abdallah. Fu proclamata una Repubblica federale islamica; Abdallah, eletto presidente, instaurò un regime a partito unico e ristabilì rapporti con la Francia. Il malcontento per la sua politica autoritaria, il permanere delle difficoltà economiche e l’irrisolta questione di Mayotte continuarono comunque ad alimentare le tensioni interne favorendo ripetuti tentativi di colpo di Stato. Nel 1989 Abdallah fu ucciso in una congiura di palazzo che portò al potere il capo dei mercenari, B. Denard, tuttavia subito costretto, dall’intervento francese, a rifugiarsi in Sudafrica. L’accordo raggiunto l’anno successivo fra le principali forze politiche, che consentì il ripristino di un sistema multipartitico e l’elezione alla presidenza della Repubblica di S.M. Djohar, non impedì nuovi tentativi di colpo di Stato. Nel 1997 la stabilità politica fu ulteriormente minacciata dalla rivolta separatista scoppiata nelle isole di Anjouan e Mohéli, che si risolse dopo aspri scontri nel 2002 con il varo di una riforma costituzionale di tipo federale, con larghi poteri a ciascuna delle tre isole principali. Dal 2004, a sancire la via federalista, la denominazione ufficiale dello Stato è divenuta Unione delle Comore. Nel 2006, le elezioni del presidente federale hanno visto la vittoria di Ahmed Abdallah Mohamed Sambi, leader islamico dell’isola di Anjouan, cui nel 2010 è subentrato I. Dhoinine. Il primo turno delle presidenziali tenutosi nel febbraio 2016 per scegliere il successore di Dhoinine ha registrato la vittoria del vicepresidente del Paese, M. Ali Soilihi, che si è aggiudicato il 17,6% dei consensi contro il 15% di M. Baraka e il 14,9% di A. Assoumani; al ballottaggio svoltosi nel mese di aprile quest'ultimo è risultato vincitore. Nel luglio 2018 il Paese ha approvato a larga maggioranza un referendum costituzionale, fortemente osteggiato dall’opposizione, per estendere i termini del mandato presidenziale ampliandone i poteri e mettendo fine al sistema che prevede una turnazione del ruolo di capo di Stato tra candidati appartenenti alle tre isole principali dell’arcipelago; presentatosi alle elezioni presidenziali del marzo 2019, Assoumani è stato riconfermato nella carica con il 60,7% delle preferenze, mentre alle consultazioni legislative del gennaio 2020 il partito dell'uomo politico ha ottenuto 17 su 24 seggi.
Nel 2009 l'isola di Mayotte ha scelto, con un referendum, di diventare Dipartimento d’Oltremare francese.