La parte audio di un film, composta da parola (dialogo), rumori (effetti sonori), musica e ottenuta tramite impressione di segnali luminosi su un lato della pellicola cinematografica che, letti da un apposito apparato del proiettore, si trasformano in suoni (v. fig.).
All’epoca del cinema muto la musica esisteva solo come accompagnamento realizzato estemporaneamente nelle sale cinematografiche da un singolo pianista, o talvolta da un ensemble, per coprire il rumore del proiettore. Nel 1909 la casa cinematografica Edison pubblicò un catalogo intitolato Suggestion for music, in cui a ciascun tipo di azione o emozione era associata una o più melodie del repertorio classico. Accanto a questa prassi se ne stabilì un’altra: nel 1908 il compositore francese C. Saint-Saëns compose la prima importante partitura originale per film (per L’Assassinat du Duc de Guise di C. Le Bargy). Tra gli altri celebri compositori che diedero vita alle prime musiche originali per film vi furono I. Pizzetti, E.A.L. Satie, S.S. Prokofe´v. Nel 1926 la presentazione di un nuovo procedimento chiamato vitaphone – che prevedeva che il suono fosse registrato su un disco e sincronizzato con il proiettore – fu un vero e proprio trionfo, così che l’anno successivo uscì il primo film sonoro: Il cantante di jazz di A. Crosland, con la c. incisa sul bordo della copia (sistema Western Electric). Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale la musica composta per la maggior parte dei film fu corredata da ricche orchestrazioni e melodie sentimentali. Dopo il conflitto, la musica cinematografica cominciò ad assumere un volto nuovo grazie a compositori provenienti dalla musica leggera o del jazz. Intorno alla metà degli anni 1950, i produttori cinematografici spinsero i compositori a comporre temi musicali che, sotto forma di canzoni, potessero essere venduti anche come dischi. Uno dei primi successi fu la canzone Moon River, scritta da J. Mercer e H. Mancini per Colazione da Tiffany (1961) di B. Edwards, che vendette più di un milione di copie. I produttori furono anche prontissimi a riconoscere il potere d’immagine della musica leggera e iniziarono a scritturare celebri cantanti, come E. Presley, perché interpretassero parti da protagonista in commedie leggere incentrate sul loro personaggio. Vennero anche sfruttati i miglioramenti nelle tecniche di registrazione sonora, accorgimenti che emergono in particolare nei grandi film storici degli anni 1950 e 1960 come La tunica (1953), Ben-Hur (1959) e Barabba (1962). Con Easy Rider (D. Hopper, 1969) il rock fa la sua apparizione nella musica da film. Ha inizio la commercializzazione delle colonne sonore, come compilazione dei motivi salienti che restituiscono l’atmosfera del film. La musica diventa indissociabile dall’immagine e i temi musicali di alcuni film diventano dei veri successi. Tra registri e compositori di musica da film si instaurano collaborazioni stabili, come quelle tra A. Hitchcock e B. Hermann, S. Leone ed E. Morricone, D. Lynch e A. Badalamenti, T. Burton e D. Elfman.
Tra i maggiori compositori di c. sono da citare, fra gli altri: in Italia P. Piccioni, A. Trovajoli, L.E. Bacalov, N. Piovani; in Francia R. Cloërec, Michel Legrand, G. Delerue; in Gran Bretagna M. Arnold, J. Addison, J. Barry; in Russia R.K. Ščedrin, A. Schnittke, E.N. Artem′ev; in Germania W. Eisbrenner, H.W. Henze. Di particolare rilievo è stato il ruolo di quei personaggi che, rinnovando la situazione e avvalendosi delle nuove tecniche, hanno assicurato risultati innovativi come Vangelis, G. Moroder ed E. Morricone, autore di partiture che accolgono tutti gli stili, dalla musica di consumo allo sperimentalismo. Negli USA si sono imposti musicisti dalla sicura sensibilità per le immagini, come E. Bernstein, H. Mancini, C. Young, J. Horner, H. Shore, A. Badalamenti.