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clorofilla

Enciclopedia on line
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Pigmento verde contenuto nei cloroplasti delle piante e più in generale in tutti gli organismi che compiono la fotosintesi. Fu estratta con alcol nel 1817 da P.-J. Pelletier e J.-B. Caventou. Le c. presiedono ai processi fotosintetici consistenti nel fissaggio dell’anidride carbonica (CO2) atmosferica mediante l’impiego dell’energia solare. Il primo stadio del processo consiste nell’assorbimento di fotoni da parte della clorofilla. Il suo colore verde e, quindi, la capacità di assorbire le radiazioni comprese nell’intervallo di lunghezze d’onda del visibile, è principalmente dovuto alla presenza nella sua struttura di numerosi doppi legami coniugati.

Le piante superiori contengono c. sotto due forme: la c. a e la c. b. La prima è un complesso magnesio-porfirina in cui quest’ultima differisce dalla protoporfirina IX per la natura e la posizione dei gruppi sostituenti degli anelli pirrolici e per la presenza di un anello fuso di ciclopentanone. I quattro atomi centrali di azoto risultano coordinati da un atomo di magnesio e formano un complesso planare estremamente stabile. La c. a possiede una lunga catena laterale di natura terpenoide che consiste in una molecola esterificata di alcol fitolo e acido propionico, sostituente in posizione 7 del quarto anello pirrolico. Questa lunga molecola apolare è molto importante nella struttura della c. a: il radicale fitolo permette all’intera molecola una corretta orientazione sulla superficie delle lamelle interne dei cloroplasti. Il sistema di anelli componenti la struttura porfirinica possiede 10 doppi legami coniugati alternati a legami semplici; ciò provoca la formazione di una serie di elettroni delocalizzati che partecipano al processo di assorbimento della luce. La biosintesi delle c. avviene a partire da glicina e succinil-CoA attraverso una lunga serie di composti intermedi che conducono alla formazione di una molecola detta protoclorofillide, anch’essa un tetrapirrolo ciclico ma privo della catena laterale fitolica e con due atomi di idrogeno in meno rispetto alla struttura finale; la conversione di questa molecola in clorofillide a avviene mediante processo fotoriduttivo.

La struttura della c. b è molto simile a quella descritta, fatta eccezione per la presenza di un gruppo formilico sul secondo anello pirrolico in sostituzione del corrispondente metile; ciò altera lievemente la disposizione della nube di elettroni delocalizzati, provocando uno spostamento del valore di lunghezza d’onda corrispondente al massimo assorbimento.

Gli spettri di assorbimento dei due tipi di c. sono diversi e complementari rispetto alla luce solare incidente: nelle regioni corrispondenti al rosso e al blu nello spettro visibile, la luce non assorbita dalla c. a, viene catturata dalla c. b. Vi è tuttavia una regione compresa tra 500 e 600 nm nella quale l’assorbimento da parte di entrambe è relativamente debole; questa regione dello spettro è coperta dai pigmenti accessori presenti nei cloroplasti.

Le cellule fotosintetiche produttrici di ossigeno contengono sempre due specie di c. di cui una è sempre la c. a, mentre nelle piante verdi la seconda c. è di tipo b, in rapporto 1:3 rispetto alla c. a, nelle alghe rosse, nelle diatomee e nei dinoflagellati la seconda c. è di tipo c, differente dalla c. b per sostituzione di alcuni radicali. Le cellule fotosintetiche procarioti non produttrici di ossigeno non sono dotate di c. a bensì contengono batterioclorofilla di tipo a e b. La batterioclorofilla a differisce dalla corrispondente c. per la presenza di un gruppo acetile legato al primo anello pirrolico, mentre il secondo anello è ridotto. Tali differenze strutturali sono in parte dovute alla diversa ubicazione della c. all’interno delle cellule, mentre nelle piante superiori essa è localizzata nei cloroplasti, nei batteri fotosintetizzanti è diffusa nel liquido citoplasmatico.

Gli impieghi industriali della c. sono stati molteplici: come colorante nella preparazione di prodotti resinosi o paraffinici, come deodorante nella composizione di preparati igienici, come cicatrizzante batteriostatico nell’industria farmaceutica.

Clorofillasi Enzima idrolitico che agisce sulla c. staccandone il fitolo e mettendo in libertà le clorofillidi.

Vedi anche
fotosintesi clorofilliana Il più importante processo di riduzione biologica che si compie sulla superficie terrestre, grazie al quale le piante fotosintetiche assorbono energia luminosa, che convertono in energia chimica potenziale e, partendo da composti inorganici semplici (anidride carbonica e acqua), formano sostanze ... cloroplasto Plastidio che contiene la clorofilla. I cloroplasto si trovano singoli o numerosi nelle cellule delle parti della pianta esposte alla luce; mancano nelle oloparassite, nelle saprofite (funghi, batteri ecc.) e nei Cianobatteri. Sono di forma e grandezza differenti nelle diverse specie, per lo più lenticolari ... Rodofite Divisione di Alghe dette anche Rodoficee o Floridee o Alghe rosse, caratterizzate dal colore rosso, dovuto alla ficoeritrina che accompagna la clorofilla, e alla ficocianina la quale, se presente in buona quantità, determina una colorazione più o meno violacea. Il plastidio, colorato in rosso per la ... fitolo Alcol alifatico primario, C20H40O, non saturo, formato da quattro radicali isoprenici, contenuto nella clorofilla (circa 30% della massa) e da cui si ottiene, per effetto dell’enzima clorofillasi. Il fitolo esterifica uno dei carbossili laterali legati all’anello porfirinico della clorofilla e conferisce ...
Categorie
  • INDUSTRIA CHIMICA E PETROLCHIMICA in Industria
  • INDUSTRIA COSMETICA E FARMACEUTICA in Industria
  • ANATOMIA MORFOLOGIA CITOLOGIA in Botanica
Tag
  • INDUSTRIA FARMACEUTICA
  • ANIDRIDE CARBONICA
  • BATTERIOCLOROFILLA
  • ACIDO PROPIONICO
  • DINOFLAGELLATI
Altri risultati per clorofilla
  • clorofilla
    Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
    Pigmento verde delle foglie capace di assorbire l’energia luminosa e di permettere alle piante di realizzare la fotosintesi. Nelle cellule vegetali la clorofilla si trova in organuli cellulari detti cloroplasti. La sua struttura consiste in un anello porfirinico contenente al centro un atomo di magnesio ...
  • clorofilla
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Laura Costanzo La sostanza che consente la fotosintesi delle piante La clorofilla è un pigmento verde presente nelle foglie ma anche in altre parti della pianta, in quantità diverse nel corso delle stagioni, insieme ai caroteni arancioni e alle xantofille gialle. La clorofilla è indispensabile per ...
  • clorofilla
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    clorofilla [Der. del fr. chlorophylle, comp. dei termini gr. chlorós "verde" e phy´llon "foglia"] [BFS] Il pigmento verde delle foglie delle piante, elemento essenziale della fotosintesi delle piante medesime: v. fotosintesi: II 746 c.
  • CLOROFILLA
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Struttura della clorofilla. - Nel 1938 A. Stoll ed A. Wiedemann hanno per la prima volta estratto dalle piante un complesso che presenta molte somiglianze con la clorofilla nelle condizioni in cui essa è presente nel cloroplasto. Invece di estrarre la clorofilla con i solventi abituali, si è adoperata ...
  • CLOROFILLA
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Con questo nome Pelletier e Caventou indicarono il pigmento verde delle foglie, da loro estratto con alcool nel 1817; ma l'importanza di tale pigmento era già stata rilevata da Berthollet (1790) e da Senebier (1782). Il pigmento estratto da Pelletier e Caventou è però una miscela di diversi pigmenti ...
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Vocabolario
clorofilla
clorofilla s. f. [dal fr. chlorophylle (coniato nel 1817 dai chimici P.-J. Pelletier e J.-B. Caventou), comp. del gr. χλωρός «verde» e ϕύλλον «foglia»]. – Pigmento verde contenuto nei cloroplasti delle piante autotrofe in due forme, clorofilla...
clorofilliano
clorofilliano agg. [der. di clorofilla]. – Della clorofilla, relativo alla clorofilla: corpi c., i cloroplasti; funzione c., o fotosintesi c., l’organicazione del carbonio che avviene nelle piante contenenti clorofilla (v. fotosintesi2)....
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