clonazione
Copiare geni, cellule, organismi
La clonazione è un processo, naturale o artificiale, che permette di produrre copie ripetute, chiamate cloni, di tutti gli oggetti della vita, dal DNA dei geni, alle cellule, fino a interi organismi. È perciò importante capire esattamente di cosa si tratti e ripercorrere il cammino scientifico che ha portato a individuare le diverse forme di clonazione e le tecnologie che le permettono. La clonazione, come avviene per altre scoperte scientifiche, apre possibilità inquietanti per l'uso pericoloso che ne può derivare nei confronti dell'uomo e degli equilibri naturali; per questo motivo tale pratica deve essere disciplinata sia dalle leggi sia dai codici di comportamento bioetico
Molte volte ci può capitare di produrre la copia di un oggetto. Se abbiamo una fotografia che ci piace molto e vogliamo regalarla agli amici, portiamo il negativo dal fotografo e gli chiediamo di fare tante ristampe quanti sono gli amici, utilizzando lo stesso negativo. Ecco, abbiamo fatto la 'clonazione' della foto.
La parola greca klòn vuol dire "germoglio". Nel linguaggio biologico moderno questa parola indica la copia identica di un essere vivente o di una cellula o anche semplicemente di una molecola di DNA. Quando una cellula si riproduce dà luogo a due cellule fra loro identiche, che a loro volta si riproducono per far nascere quattro cellule e così via, fino a che si ha un insieme di cellule uguali, che chiamiamo appunto clone cellulare. Esistono almeno due fenomeni naturali, a tutti noti, che danno luogo a cloni. Il primo è la crescita di un essere vivente a partire un'unica cellula uovo fecondata con uno spermatozoo. Da quell'unica cellula si generano nell'utero materno due cellule e così via, fino a formare un embrione che si sviluppa in un organismo adulto. Quindi, ogni essere umano è un clone di quella prima cellula uovo fecondata.
Il secondo fenomeno è quello di una coppia di gemelli identici. In cosa differiscono da una coppia di fratelli? Parrebbe ovvio: due fratelli si assomigliano, ma non sono uguali come due gemelli. Certo, ma come è possibile che si abbia questa differenza, se in entrambi i casi si tratta di due figli degli stessi genitori? La spiegazione si trova nei diversi tipi di riproduzione da cui sono nati. Due gemelli identici sono cloni perché prodotti dalla precoce separazione delle prime due cellule, fra loro uguali, originate dall'uovo fecondato. I fratelli invece non sono cloni, perché, pur nati dalla stessa madre e dallo stesso padre, sono il frutto di uova e di spermatozoi diversi e sono infatti differenti.
Nei film di fantascienza i cloni sono esseri umani artificiali prodotti da uno scienziato malvagio per asservirli ai suoi poteri. Qualche film ci mostra un umano clonato e molto cattivo che è la copia di un altro essere umano, ovviamente buono, che viene accusato ingiustamente delle cattiverie compiute dal suo clone; in altre storie gli scienziati criminali producono tanti cloni obbedienti ai loro ordini, per servirsene alla conquista del mondo.
C'è qualcosa di vero ma anche molto di falso in queste raffigurazioni, come si leggerà più oltre. Quando si scrive o si parla di clonazione in tono allarmistico, si fa in genere riferimento alla clonazione riproduttiva (che dà luogo a organismi interi), che è solo uno dei tipi di clonazione possibili. Infatti la clonazione permette di riprodurre molti oggetti biologici, dalle molecole a interi organismi.
Il cammino che ha portato alla clonazione, a partire dalla preistoria, è stato lungo ma si è accelerato nel secolo scorso e sta continuando ancora. Questo cammino consente di capire meglio i diversi tipi di esperimenti che la clonazione permette di fare.
Quando ha avuto origine l'agricoltura, molti millenni prima di Cristo, i primi contadini si resero subito conto che in certi casi era possibile riprodurre alcune piante per talea, cioè tagliando rametti della pianta che dà buoni frutti e conficcandoli in terra. Dopo pochi giorni alcuni di quei rametti erano cresciuti formando nuove piante identiche all'originale ed erano quindi stati clonati. Possiamo anche noi provare a clonare piante di geranio con la stessa procedura.
Nel 1855 il tedesco Hans Dreisch, dopo aver separato delicatamente le prime quattro cellule di un embrione di riccio di mare, le fece crescere in acquari diversi fino a ottenere quattro ricci fra loro identici, sperimentando quindi la prima clonazione riproduttiva del regno animale. Nel 1952 gli statunitensi Robert Briggs e Thomas King ottennero la clonazione riproduttiva delle rane con un esperimento molto simile a quelli odierni. Prelevata una cellula uovo fecondata di rana, pronta a svilupparsi in un organismo adulto, distrussero il nucleo della cellula che conteneva l'informazione genetica e lo sostituirono con un nucleo nuovo preso da un embrione di una rana diversa, ottenendo infine un organismo identico a quello da cui era stato prelevato il nucleo: era nata la possibilità di clonare organismi mediante trasferimento nucleare, trasferendo cioè l'informazione genetica da una cellula all'altra.
Nel 1972 lo statunitense Paul Berg con tecniche di ingegneria genetica isolò un gene capace di sviluppare tumori nel topo e lo saldò chimicamente a un virus che infetta i batteri. Questo DNA, contenente geni derivati da organismi così diversi, fu chiamato DNA ricombinante e riprodotto (clonato) in miliardi di molecole contenenti il gene del tumore di topo. Questo è stato il primo esperimento di clonazione genica. Nel 1982 un altro statunitense, Richard Palmiter, clonò topi geneticamente modificati che crebbero molto di più dei topi normali perché nati da embrioni in cui era stato inserito il gene umano dell'ormone della crescita.
Gli esperimenti di clonazione riproduttiva con trasferimento nucleare, che avevano avuto successo nelle rane, sembrarono per molti anni impossibili da ripetere nei mammiferi, fino a che, nel 1996, nei Laboratori Roslin di Edimburgo in Scozia, è nata la pecora clonata Dolly. Dolly era stata clonata da sua madre: era identica a lei poiché ne costituiva, per così dire, la pecora 'fotocopia'.
Rimaneva ancora da ottenere un risultato molto importante per la medicina, cioè quello di clonare le cellule capaci di dare luogo a un singolo organo, in modo da poterlo sostituire quando danneggiato. Nel 1998 lo statunitense James Thomson è riuscito a isolare da embrioni umani e clonare in laboratorio cellule staminali, cioè cellule capaci, durante lo sviluppo dell'embrione, di dar luogo ai diversi organi costituenti l'organismo. In seguito, cellule staminali sono state isolate e clonate da molti organi dell'uomo adulto, dove costituiscono la riserva di cellule capaci di rimpiazzare le cellule che via via muoiono.
L'esperimento della pecora Dolly ha fatto molto scalpore perché quella strada avrebbe dato la possibilità teorica, ma moralmente inaccettabile, della clonazione riproduttiva umana completa: da un'unica cellula a un adulto, programmato come desiderato ‒ per esempio, figlio maschio, alto e biondo ‒ o uguale a un'altra persona (un premio Nobel, o un'attrice di successo).
A differenza degli altri organismi, l'evoluzione degli esseri umani (uomo), all'inizio semplicemente naturale, da circa 10.000 anni è diventata, con la nascita della comunicazione orale e scritta, anche evoluzione culturale. Lo strumento principale dell'evoluzione culturale è lo sviluppo di tecnologie capaci di utilizzare le risorse della natura. Le scoperte scientifiche alla base di queste tecnologie possono avere conseguenze utili o dannose, come è accaduto per l'energia nucleare che ha permesso la terapia dei tumori ma anche la bomba atomica. Mai però prima di oggi era successo che le tecnologie potessero alterare il valore della nostra esistenza, influendo direttamente sull'informazione genetica dell'uomo e clonando esseri umani programmati a piacere. Se questa possibilità dovesse realizzarsi, e diventare addirittura oggetto di attività economiche, il significato stesso della vita sarebbe tradito e a uomini e donne verrebbe tolta la garanzia, che la natura ci ha sempre dato, di essere unici e irripetibili sul pianeta Terra e liberi di realizzare le nostre aspirazioni.
Una nuova scienza, chiamata bioetica, si occupa di questi problemi e da diversi anni ne discutono filosofi, uomini politici, credenti di diverse religioni, nelle università, ma anche nei parlamenti di molti paesi, per arrivare a leggi che regolino le diverse possibilità della clonazione. Le opinioni sulle tecnologie di clonazione sono fra loro molto diverse, ma su una di esse tutti sono oggi d'accordo: deve essere proibita per legge la nascita di esseri umani clonati.