Nella storia e nella critica d’arte, manifestazioni artistiche, sorte in particolare nel 20° sec., che si discostano deliberatamente da ogni forma di rappresentazione che abbia diretto riferimento con l’esperienza sensibile.
Benché la visione e la pratica artistica storicamente abbiano contenuto schemi interpretativi della realtà, e benché tali schemi abbiano costantemente nella realizzazione artistica una loro autonomia, vi sono nella storia dell’arte momenti o tendenze in cui, a seguito di impulsi di natura ora magica, ora religiosa, ora puramente estetica, l’autonomia degli schemi di raffigurazione è stata esaltata, risolvendo la ricerca artistica in una costruzione quanto più possibile indipendente dall’osservazione del reale. In quanto alieni dalla rappresentazione e cioè dalla traduzione in figura delle sembianze del reale, tali momenti, stili e opere sono stati definiti n., termine che è parso più comprensivo di quello, spesso equivalente, di «astratti», che sembra invece presupporre un processo di «astrazione» da determinati elementi dell’esperienza visiva e della pratica artistica. Come esempi di tali manifestazioni si ricordano l’arte del Neolitico, l’arte celtica, alcuni aspetti dell’arte islamica, infine le pratiche artistiche di molti popoli di interesse etnologico.
Le correnti di arte contemporanea che si definiscono n. si differenziano da tali esperienze per la consapevolezza estetica dell’artista nel rifiuto dell’«oggetto figurativo» e sono spesso accompagnate da manifesti che testimoniano la coscienza della scelta. Oltre agli scritti degli artisti stessi, l’opera di W. Worringer (Abstraktion und Einfühlung, 1908) è estremamente importante per il primo periodo dell’astrattismo.
Dopo la Seconda guerra mondiale sotto la denominazione di arte n. si sono raggruppate esperienze artistiche che vanno dall’action painting o pittura gestuale di J. Pollock e W. de Kooning, all’hard-edge painting di E. Kelly, alle varie esperienze dell’informale europeo, dalla non-figurazione psichica di C. Bryen e G. Mathieu (i valori psichici si trasmettono direttamente nell’opera), all’astrazione lirica di Wols, allo spazialismo di L. Fontana, alle ricerche segniche di G. Capogrossi ecc. La materia impiegata nelle nuove espressioni artistiche assume un’importanza determinante per l’esigenza di trovare un «altro» linguaggio (art-autre), che non sia un mezzo ma una entità rappresentativa di se stessa (J. Fautrier, A. Burri). Nell’ambito n. rientrano anche una serie di esperienze ottico-cinetiche (arte cinetica, op-art) e alcuni aspetti dell’arte concettuale (➔ concettuale, arte).