spazialismo Tendenza artistica (detta anche movimento spaziale), le cui basi furono poste da L. Fontana (➔) con il Manifiesto blanco, stilato a Buenos Aires nel 1946, in cui si auspica un’arte integrale che rifiuti l’immagine naturalistica e si serva di media quali la luce, il suono, il vuoto spaziale. Tornato a Milano, Fontana formulò una serie di Manifesti spaziali, dapprima affiancato solo da critici e scrittori (G. Kaisserlian, B. Joppolo, M. Milani, nel 1947), poi, nel 1948, nel 1951 e nel 1953, da altri artisti (G. Dova, R. Crippa, E. Donati): Fontana elaborò anche una ‘proposta di regolamento’ del 1950, un Manifesto tecnico dello spazialismo (1951) e un Manifesto spaziale per la televisione (1952). Oltre alla serie di dibattiti, nel 1949 allestì presso la Galleria del Naviglio anche un Ambiente spaziale con forme spaziali ed illuminazione a luce nera, primo esempio di una totale partecipazione concreta dello spazio e dell’uso di materiali nuovi. La ‘mostra spaziale’, organizzata a Venezia nel 1953, accomunò artisti che svolgevano le loro ricerche nell’ambito del linguaggio informale, ma soltanto Fontana continuò la sua ricerca in maniera aderente all’impostazione originaria del movimento.